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Theaterheute, Nr. 5, Mai 2021


64 pp., euro 17,00
ISSN 0040 5507

Questo numero di «Theaterheute» si apre con le pagine di Akteure dedicate a Lucy Wilke, attrice, cantante, scrittrice e regista. Nata a Monaco nel 1984, Wilke è protagonista della scena indipendente distinguendosi, tra l’altro, nel 2017 in Fucking Disabled per la regia di David von Westphalen in scena al Pathos Atelier della città bavarese e, nel 2014, in Phädra di Monster Truck sul palcoscenico delle Sophiensälen di Berlino.

Brevi e appropriate schede critiche riferiscono il contenuto e le valutazioni relative a Berliner Theatertreffen, il prestigioso festival che iscrive nel cartellone le dieci produzioni in lingua tedesca più importanti della recente stagione. Come la precedente, anche questa edizione si è svolta on line con i seguenti spettacoli: Reich des Todes di Rainald Goetz (Deutsches Schauspielhaus di Amburgo, regia di Karin Beier), Graf Öderland di Max Frisch (Stadttheater di Basilea e Residenztheater di Monaco, regia di Stefan Bachmann), Maria Stuart di Friedrich Schiller (Deutsches Theater di Berlino, regia di Anne Lenk), Einfach das Ende der Welt da Jean-Luc Lagarce (Schauspielhaus di Zurigo, regia di Christopher Rüping), Das Automatenbüfett di Anna Gmeyner (Akademietheater di Vienna, regia di Barbara Frey), Name her di Marie Schleef (Ballhaus Ost di Berlino), Medea del regista Leonie Böhm (Schauspielhaus di Zurigo), Scores that shaped our friedship di Lucy Wilke e Pawel Dudus (Schwere Reiter di Monaco), Der Zauberberg  da Thomas Mann (Deutsches Theater di Berlino, regia di Sebastian Hartmann) e infine Show Me A Good Time del collettivo Gob Squad.

 

Anche l’annuale rassegna di Mülheim, come si legge nelle pagine di Mülheimer Stücke, si è svolta interamente on line. Il dato emergente è la pregevole qualità dei testi inediti firmati in parte da autori emergenti. Tra i tanti spiccano Tragedienbastard di Florian Fischer, in cui si incrociano i destini di tre generazioni che si rapportano a questioni migratorie; e Stummes Land, dramma di Rebekka Kricheldorf che analizza criticità e positività del processo di riunificazione delle due Germanie.

 

Pregevoli sono Und sicher ist mir die Welt verschwunden, novità della qualificata Sybille Berg, e Reich des Todes di Rainald Goetz. L’attentato terroristico di matrice neonazista successo a Monaco di Baviera nel settembre 1980, con i suoi tredici morti e oltre duecento feriti, è l’argomento dominante di Das Oktoberfestattentat di Christine Umpfenbach. Anche il programma rivolto al teatro ragazzi, secondo quanto emerge in Mülheimer Kinderstücke, ha offerto spettacoli di pregevole frattura estetica e contenutistica: da Das Leben ein Wunschkonzert di Esther Becker a Time Out di Christina Kettering, da Bär im Universum di Dea Loher a Löwenherz di Nino Haratischwili.

Si rimane nell’attualità della pandemia con le interessanti riflessioni di Streaming sugli effetti della drammaturgia digitale, evidenziando in modo particolare i mutamenti subentrati nel linguaggio della prosa e nelle caratteristiche e nelle dinamiche del nuovo pubblico. Seguono le interviste a Jan Speckenbach e a Andreas Morell su analoghe questioni affrontate dal punto di vista della figura del regista.

 

Laudatio è un omaggio alla recente scomparsa di Martin Crimp, drammaturgo inglese molto apprezzato e rappresentato in Germania. Si ricordano le sue posizioni contro la guerra e il suo teatro di denuncia, cui si affianca la menzione degli spettacoli di maggior successo, da Auf dem Land per la regia di Luc Bondy con August Zirner e Anna Böger a Angriffe auf Anne allestito da Stefan Otteni, con Carmen Dalfago protagonista.

 

Il disagio della scena londinese causato dalla chiusura dei teatri e dal conseguente trasferimento degli spettacoli sulle piattaforme Internet è l’argomento trasversale affrontato da personaggi di spicco quali Roxana Silbert, Mark Ravenhill, Dennis Kelly, Kate Bassett, Simon Stephens. Le loro voci sono raccolte nella sezione International.

 

Il testo (Das Stück) scelto dalla redazione di «Theaterheute» è Automatenbüfett, dramma di Anna Gmeyner scritto nel 1932-1933. L’autrice, stretta collaboratrice di Erwin Piscator, compose canzoni musicate da Hans Eisler prima di emigrare a Parigi. L’opera in questione, scritta al tempo del nazismo, è stata recentemente allestita da Barbara Frey all’Akademietheater di Vienna con la partecipazione di Katharina Lorenz, Robert Reinagl, Daniel Jesch, Maria Happel.   


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 5, Mai 2021

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