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“Padron mio colendissimo…”. Letters about Music and the Stage in the 18th Century

A cura di Iskrena Yordanova, Cristina Fernandes
Specula Spectacula 13 / Cadernos de Queluz 4

Wien, Hollitzer, 2021, 804 pp., euro 85,00
ISBN 978-3-99012-955-5

A pochi anni dalla loro prima pubblicazione (2018) i «Cadernos de Queluz» diretti da Iskrena Yordanova e Massimo Mazzeo rappresentano ormai un punto di riferimento per chiunque si occupi di storia della musica e dello spettacolo in Italia e in Europa nel secolo dei Lumi e non solo. I ponderosi volumi promossi dal Centro de Estudos Musicais Setecentistas de Portugal “Divino Sospiro”, nell’elegante rilegatura della casa editrice viennese Hollitzer, raccolgono il meglio delle ricerche presentate da giovani studiosi e affermati specialisti durante i convegni internazionali organizzati annualmente presso il Palazzo Nazionale di Queluz. Così, dopo essersi occupati di serenate e feste teatrali (vol. I), di rapporti diplomatici e aristocratici alla base del mecenatismo artistico e spettacolare (vol. II), di spazi teatrali per la fruizione musicale (vol. III), è ora la volta di quell’inesauribile miniera documentale per la storia della musica e del palcoscenico nel Settecento che sono i carteggi: inediti o da riscoprire, fonti di conoscenza intrinsecamente tendenziose e insieme capaci di offrire, a saperle leggere, una testimonianza quanto mai vivida dei fatti e dei personaggi che ne furono i protagonisti. 

Ventiquattro i contributi di questa quarta uscita, curata da Yordanova e Cristina Fernandes, con una prolusione di Raffaele Mellace che fa il punto per via di exempla su temi e problemi legati a un terreno di indagine tanto fecondo quanto capzioso. Nella prima delle nove sezioni in cui si articola il volume, tutta dedicata a Metastasio, Alberto Beniscelli presenta il progetto di una nuova edizione critica delle lettere del grande poeta e librettista che, dopo quella curata da Bruno Brunelli negli anni Cinquanta del secolo scorso, sceglie il formato on line per consentire un progressivo inserimento di testi e apparati e al tempo stesso garantire efficaci strumenti di interrogazione e consultazione dei materiali. Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione ripensano l’epistolario metastasiano degli anni napoletani evidenziando l’importanza delle continue, contrastanti sollecitazioni che la città partenopea seppe imprimere alla formazione del futuro poeta cesareo.

Nell’ambito dei rapporti tra la corte imperiale di Vienna e Roma (sezione II), Federico Lanzellotti si interroga sulle interrelazioni tra carteggi e altre fonti a partire dal caso studio della serenata Sacrificio a Venere di Paolo Rolli (libretto) e Giovanni Bononcini (musica), allestita nell’Urbe in occasione del ventitreesimo compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel (1714). L’analisi di un corpus di lettere di Charles-Simon Favart, in parte inedite, consente a Armando Fabio Ivaldi di mettere a fuoco l’attività viennese di alcuni scenografi provenienti da Parigi che, tra l’estate e l’autunno del 1760, misero a punto decorazioni e apparati effimeri per gli spettacoli celebrativi delle nozze imperiali tra l’arciduca Giuseppe d’Asburgo-Lorena e la principessa Isabella di Borbone-Parma.

Spostandosi a Lisbona (sezione III), Giuseppina Raggi ricostruisce la vita musicale di corte durante gli anni della malattia di Giovanni V (1742-1750) sulla base di una serie di testimonianze epistolari, tra le quali spiccano le missive del nunzio apostolico Giacomo Oddi alla segreteria di stato vaticana. Attraverso le lettere del poeta scozzese William Julius Mickle a Thomas Caldecott, José Camőes aggiunge nuovi importanti tasselli alla storia del teatro portoghese tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo, con un’attenzione particolare agli spettacoli di marionette.

La messe di contributi dedicati all’Italia centrale (sezione IV) si apre con la trascrizione del ricchissimo epistolario del conte bolognese Francesco Maria Filippo Zambeccari al fratello (1701-1733), a cura di Sergio Monferrini che nel breve saggio introduttivo delinea tratti biografici e interessi musicali di una personalità di spicco resa nota oltre un secolo fa da Lodovico Frati (1911). Intrecciando lettere e documenti di altro tipo, Valentina Anzani propone casi esemplari di virtuose che seppero raggiungere con calcolata ambizione e una buona dose di spregiudicatezza importanti obiettivi nell’ambito della propria carriera. Seguono Elisabetta Pasquini, che ripercorre il filo epistolare tra Bologna e Madrid per approfondire la rete di collegamento tra Bernacchi, Farinelli, Raaff e Padre Martini; Elena Zilotti, che tramite i carteggi di Francesco Albergati Capacelli ricostruisce la prassi scenica del suo “teatro di società” nel teatro di villa Zola Pedrosa a partire dagli anni Cinquanta del Settecento; e Leonardo Spinelli, con un focus sul carteggio della gran principessa di Toscana Violante di Baviera quale fonte di studio imprescindibile per lo spettacolo in Italia e in Europa nel primo Settecento.

Scendendo a Napoli (sezione V), Marta Columbro e Chiara Macor delineano storia, fisionomia e peculiarità degli antichi conservatori di Santa Maria di Loreto, Santa Maria della Pietà dei Turchini e Sant’Onofrio a Capuana sulla base della documentazione epistolare di tipo amministrativo conservata presso l’Archivio storico del conservatorio di San Pietro a Majella. Sempre in rapporto alla città partenopea, Francesco Nocerino ricava importanti informazioni sugli strumenti musicali impiegati nella seconda metà del Settecento dalle corrispondenze epistolari dei Mozart (il cui soggiorno all’ombra del Vesuvio si data al 1770) e da quelle del segretario dell’ambasciatore austriaco alla corte di Napoli Norbert Hadrava (1783-1799).

Su Venezia e su Spalato (sezione VI) ragguagliano Lorenzo Mattei e Giovanni Polin, che indagano la ricezione del dramma per musica nella società lagunare di fine Settecento attraverso alcune lettere-recensioni giunte alla «Gazzetta urbana veneta» in occasione di una recita delle Gare generose di Paisiello (1789); Ivana Tomić Ferić, con ampi stralci desunti dai carteggi dello storico e compositore croato Julije Bajamonti; Maria Rosa De Luca e Carlida Steffan, il cui contributo sull’epistolario del dilettante veneto Giovanni Battista Perucchini getta nuova luce sulla prassi musicale di fine secolo.

Ponderosa la raccolta di studi dedicati alla musica e allo spettacolo nel Nord Italia (sezione VII). Nei rispettivi contributi Alessandra Mignatti, Cesare Fertonani, Paola Besutti, Paolo Cavallo ed Elisa Cazzato si concentrano sugli aspetti organizzativi del Regio Ducal Teatro di Milano; sulle notizie e le osservazioni relative al teatro d’opera nell’epistolario dei fratelli Pietro e Alessandro Verri; sulle iniziative di riforma musicale nella Lombardia austriaca tardo-settecentesca; sulla perimetrazione del lemma “spiritoso” tra scrittura cembalo-organistica, musica sacra e trattatistica musicale; sui rapporti tra lo scenografo Ignazio Degotti e il compositore Gian Battista Viotti.

Chiudono il volume l’approfondimento su Amburgo (sezione VIII) – con la ricognizione del repertorio del teatro cittadino attraverso le lettere di Friedrich Ludwig Schröder a Friedrich Wilhelm Gotter scrutinate da Sonia Bellavia – e quello tra Vecchio e Nuovo Mondo (sezione IX), arricchito da nuove ricerche di Marta Brites Rosa (Cartas sobre teatro para um salăo literário setecentista) e di Kurt Sven Markstrom (The Letters of Joseph Quesnel and the Creation of the First Canadian Opera).


di Gianluca Stefani


La copertina

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