Caterina Piccione, Artaud. Autoritratto senza organi, Napoli, Guida Editori, 2020
Il volume di Caterina Piccione, per Guida Editori, indaga gli scritti di Antonin Artaud al fine di ricostruire le tappe del suo profilo biografico e teorico. Le opere del regista francese, che nel secondo Novecento è stato oggetto di una intensa riscoperta da parte di numerosi artisti del teatro internazionale, sono considerate dalla studiosa come dei veri e propri «autoritratti».
Lo sguardo teorico, autoriflessivo e visionario di Artaud, mediante il quale mise in scena la sua vita e la sua visione del mondo, era animato da un'incessante ricerca de Il teatro e il suo doppio. Lo studio si propone di mettere in luce questo autoritratto senza organi che coinvolge, in rapporto dialettico, la parola, il corpo, il mondo e il teatro.
Trascriviamo di seguito l'Indice del volume:
Introduzione. Autoritrarsi
1. Una scrittura del corpo. J'ai un esprit qui littérairement existe
1.1. Scrivere su di sé
1.2. Je suis dit ętre né
1.3. Una corrispondenza
1.4. Vuoto incandescente
1.5. Surrealtà
1.6. Quanto pesano i nervi
2. Il corpo della parola. Pour retrouver l'air de la scène
2.1. Il corpo contro lo spettacolo
2.2. Un gioco di luce
2.3. Dalla luce alla materia
2.4. Linguaggio e corpo
2.5. Una scena efficace
2.6. Attore-geroglifico
3. Farsi corpo-teatro. Qui est-ce qui parle?
3.1. E il suo doppio
3.2. Rifarsi un corpo
3.3. Il teatro di Dioniso
3.4. Artaudioniso: attraverso lo specchio
3.5. Cruor
3.6. Come la peste
4. Il pensiero del corpo. La vie est en perpétuelle exaltation
4.1. Cenci di teatro
4.2. Quale metafisica
4.3. L'universo come autoritratto
4.4. In terra rossa
Intermezzo: i cervi neri di Lascaux
4.5. Una rivoluzione totale
4.6. L'anarchico incoronato
5. Corpo senza Organi. Moi, le corps
5.1. Viaggio di (non) ritorno
5.2. Lei è folle, Monsieur Artaud
5.3. I chiodi di Rodez
5.4. Glossolalie
5.5. L'ultima scena
5.6. Corpo dell'immensità
Conclusione. Follia e opera
Apparato iconografico