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Theaterheute, Nr. 3, März 2021


64 pp., euro 17,00
ISSN 0040 5507

Apre questo numero di «Theaterheute» un servizio dedicato a “Rap und Theater”: un genere musicale hip-hop molto diffuso in Germania, portatore di istanze di libertà ed espressione di crude denunce di antisemitismo, che trova ampi consensi culturali, tanto che diversi concerti si tengono in importanti sale teatrali. È il caso, tra i tanti esempi, di Marteria & Casper all’Openair-Bühne di Amburgo, oppure di Farid Bang, Aykut Anhan, Bushido, Melbeatz-Kool Savas e Samy Deluxe applauditi sui palcoscenici berlinesi.

In Szene Corona si leggono due pregevoli articoli che introducono questioni e analisi legate alla situazione pandemica: Christophe Slaghmuylder, direttore artistico delle Wiener Festwochen, prima illustra il clima di incertezza condiviso da artisti e pubblico, poi presenta i progetti in cantiere per l’edizione 2021 soffermandosi sui limiti degli spettacoli in streaming.

Luci e ombre sulla faticosa ripresa dello spettacolo in Baviera emergono dalle dichiarazioni di Sibylle Broll-Pape (curatrice della programmazione artistica dell’ETA Hoffmann Theater di Bamberg), Bernd Sibler (assessore provinciale), Andrè Brücker (direttore dello Stadttheater di Augsburg), Barbara Mundel (intendente dei Kammerspiele di Monaco) e Andreas Beck (intendente del Bayerischen Staatsschauspiel). Oltre a denunciare una situazione di grave deficit economico e di forti perplessità sull’organizzazione della ripartenza, gli interessati condividono una valutazione negativa circa il trasferimento delle rappresentazioni teatrali sui canali delle piattaforme on line.

Malgrado i tre lockdown e i mancati sostegni governativi, il teatro in Israele ha ridimensionato ma non interrotto la propria attività, come si legge in un contributo firmato da Avishai MilsteinChefdramaturg del Teatro Beit Lessin di Tel Aviv – che ricorda, tra l’altro, l’Akko-Festival e soprattutto i progetti del Nissan Nativ Acting Studio in cui primeggia la shakespeariana Sommernachtstraum per la luminosa regia dello stesso Milstein.

Le pagine di Inklusiv ospitano un’intervista a Peter Radtke, autore-attore diversamente abile scomparso nel 2020. Emergono i disagi ma anche i riconoscimenti artistici di un interprete afflitto da nanismo che ha lavorato nella compagnia del Burgtheater di Vienna, distinguendosi, tra i tanti, in spettacoli tratti da Kafka quali Unruhige Träume (1992) e Ein Bericht für eine Akademie per la regia di George Tabori (1998).

In Gesellschaft un acuto contributo di Wilhelm Heitmeyer, docente dell’università di Bielefeld, approfondisce obiettivi e contraddizioni delle manifestazioni di protesta contro i provvedimenti governativi in materia di pandemia, considerati non sempre coerenti con i principi della democrazia liberale.

Il volume di Milo Rau, NTGent. Why Theatre? (Berlino, Verbrecher Verlag, 2020), in cui sono raccolte dichiarazioni sul significato di fare teatro rilasciate dallo stesso autore e regista affiancato da suoi collaboratori e artisti, è recensito in Theaterbuch da Franz Wille, storico redattore della rivista berlinese.

Il testo del mese (Das Stück), pubblicato in versione integrale in questo numero di «Theaterheute», è Wounds Are Forever di Sivan Ben Yishay, autrice di commedie allestite al Nationaltheater di Mannheim e al Maxim Gorki Theater di Berlino. Nell’intervista la drammaturga approfondisce le caratteristiche linguistiche e il taglio ideologico delle sue principali opere, dalle quali emerge la funzione civile del teatro.

In Aufführungen/Streams si parla di progetti on line promossi da prestigiosi teatri tedeschi per fronteggiare la nota interruzione dell’attività in presenza causata dal Coronavirus. Il Thalia Theater di Amburgo diretto da Joachim Lux ha organizzato la rassegna Stories from Europe, includendo nel programma anche Antigone in Molenbeek di Stefan Hertmans, il pirandelliano Così è (se vi pare) per la regia di Filippo Dini, Idioten (L’idiota) di Dostoevskij affidato alla cura di Mattias Andersson.  

Diaspora Europa è il titolo del festival digitale organizzato dalla berlinese Volksbühne incentrato sui temi dell’inclusione/esclusione e del rispetto dei diritti umani nella nostra società. Tra i tanti interpreti si sono distinti Dor Aloni con Hitler Baby One More Time e Oxana Chi con Layla Zami Zuckermann in Durch Gärten. Eine Hommage an Tatjana Barbakoff. Di rilievo sono gli spettacoli filmati al Deutsches Theater a partire dalla novità Woyzeck Interrupted che Mahin Sadri e Amir Reza ricavano da Büchner, per proseguire con Nepski-Prospekt di René Pollesch.


INHALT


FOYER

Eva Behrendt

Laut und deutlich

Speaking-up: 185 LGBTIQ-Schauspieler*innen outen sich, und «unständig» Beschäftigten wird etwas geholfen


RAP UND THEATER

Tobi Müller

Deutschlands größte Schauspielschule

Hip-Hop und Theater haben mehr gemeinsam, als man denkt – ein gern übersehenes Fels der darstellenden Kunst

 

SZENE CORONA

«Wir müssen das Tempo rausnehmen»

Christophe Slagmuylder im Gespräch über die ungewisse Planbarkeit der Wiener Festwochen

Silvia Stammen

Stimmungsbilder aus dem Trockendock

Ein Blück hinter die kulturpolitischen Kulissen und in den Inntendanzbüros bayerischer Bühnen


INTERNATIONAL

Avishai Milstein

Im Jahr der Finsternis

Auch nach drei Lockdowns behauptet sich das Theater in Israel


THEATERARCHITEKTUR

Nikolaus Müller-Schöll

Welches Theater für welche Stadt?

In Frankfurt/Main fließen stehen wichtige Entscheidungen zu Theaterbauten an – und man sollte vorher grundsätzlich nachdenken, bevor man Entscheidungen in Beton gießt

Falk Schreiber


Die innere Mitte

Die Freie Szene in Hamburg bekommt eine «Mittelbühne»


INKLUSION

«Ich will nicht vor meiner Behinderung fliehen»

Peter Radtke über ein Leben als Schauspieler mit Glasknochen


GESELLSCHAFT

Wilhelm Heitmeyer

Wehret der Normalisierung!

Autoritäre Bedrohungen der liberalen Demokratie und die offene Gesellschaft im Ausnahmezustand


THEATERBUCH

Franz Wille

Kompaktes Legitimationsmenü

Über 100 Künstler*innen beantworten die Frage «Why Theatre»


DAS STÜCK

«Können wir bitte mal aufhören und reden»

Sivan Ben Yishai über ihr neues Stück Wounds Are Forever

 

AUFFÜHRUNGEN/STREAMS

Falk Schreiber

Aus dem zersplitterten Europa

Das Hamburger Thalia Theater verlegt das Festival Lessingtage ins Netz

Anna Fastabend

Wenn Orangen wie Seifenblasen zerplatzen

Das Digitalfestival «Diaspora Europa» an der Berliner

Christian Rakow

Wer hat die dicksten Pelze?

Das Deutsche Theater Berlin streamt Amir Reza Koohestanis Digitalprojekt Woyzeck interrupted frei nach Büchner und René Pollesch Theaterfilm Nepski-Prospekt

Wolfgang Kralicek

Kein Wort zu Viel

Teresa Doplers Das weiße Dorf in Wien


DATEN

Theater mit Online-Angeboten

TV-Theater


MAGAZIN

Die Dramaturgische Gesellschaft tagt mit Avataren

Zum Tod von Lars Norén: Das Massaker von Anröchte

Die Programmauswahlen des Berliner Theater-treffens – und der Mülheimer Stücke

Werkausgabe Hermann Sinsheimer

Ein Nachruf auf Ludwig Fels

 

Vorschau

Impressum



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 3, März 2021

cast indice del volume


 



 
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