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Theaterheute, Nr. 2, Februar 2021


64 pp., euro17,00
ISSN 0040 5507

Questo numero di «Theaterheute» si apre con le pagine di Akteure che mettono in evidenza Sylvana Krappatsch, attrice formatasi presso la Hochschule für Film und Fernsehen Konrad Wolf di Potsdam-Babelsberg, successivamente scritturata dallo Schauspielhaus di Zurigo dal 2000 al 2005, quindi attiva per dieci anni nella compagnia dei Kammerspiele di Monaco. Dal 2018 figura come protagonista di diverse e importanti produzioni dello Schauspielhaus di Stoccarda, tra le quali spiccano Medea di Franz Grillparzer (regia di Mateja Koležnik) e Woyzeck di Georg Büchner (regia di Zino Wey). Il contributo successivo è un’intervista a Milo Rau che, pur ostacolato dalle misure cautelative contro il Coronavirus, è alle prese con la programmazione primaverile ed estiva, dalla quale spicca, tra l’altro, l’allestimento presso NTGent di una novità di Luk Perceval. Segue una riflessione sugli effetti della pandemia nel sistema teatrale e nella fruizione della cultura, nonché sui punti di forza e di debolezza della critica teatrale.

La sezione International propone un servizio incentrato sul Festival Récréatrales di Ouagadougou (Burkina Faso), la principale manifestazione biennale di teatro africano di tradizione, contaminata – soprattutto in questa ultima edizione – da linguaggi attinti dalla scena internazionale. A titolo esemplificativo è sufficiente ricordare Le Quartier di Aguibou Sanou e Sinzo Aanza, Plaidoirie pour vendre Le Congo di Aristide Tarnagda e Traces di Felwine Sarr. Ricardo Sarmiento Ramirez, drammaturgo cubano e collaboratore del Gorki Theater di Berlino, firma un articolo in cui racconta i cambiamenti politici e sociali in corso a Cuba dovuti alla lenta affermazione di una classe borghese sostenuta da principi democratici, con ricadute positive anche nella vita teatrale, ora meno soggetta alla censura di regime.

Ampio e doveroso spazio trova in Nachruf il profilo artistico di Jutta Lampe, signora della scena tedesca recentemente scomparsa. Per trent’anni protagonista della Schaubühne di Berlino al fianco di Bruno Ganz e Edith Clever, assurta ad attrice prediletta di Peter Stein e molto apprezza da altri fondamentali registi (Luc Bondy, Michael Grüber, Claus Peymann), dal suo ricco repertorio si ricordano almeno le partecipazioni a Der Park di Botho Strauß, a Phädra di Racine e a Torquato Tasso di Goethe. In un’intervista rilasciata nel 2007 e pubblicata integralmente in questo numero di «Theaterheute», la Lampe ripercorre i passaggi fondamentali della sua luminosa carriera, soffermandosi anche sulla scena berlinese e sui cambiamenti culturali subentrati nel tessuto culturale dopo il crollo del Muro.

Si intitola Come As You Are la novità di Fritz Kater pubblicata in versione integrale in Das Stück. Ambientato a Berlino, il testo incrocia i percorsi di persone solitarie e unite da precarietà sociale: una anziana barista vietnamita, un operatore culturale intenzionato a suicidarsi, una donna cieca malata di cancro, una coppia squattrinata in luna di miele, un ingegnere disoccupato. Nell’intervista, l’autore approfondisce le caratteristiche della commedia, dalla quale emergono rapporti letterari con il naturalismo e la poetica cechoviana e soprattutto con la tragedia greca, come si deduce dal sottotitolo Jokastermaterial oder der Kapitalismus wird nicht siegen. Trasferito sul palcoscenico in coproduzione tra Volksbühne di Berlino e Schauspielhaus di Düsseldorf, il dramma è stato affidato alla regia di Armin Petras e all’interpretazione di qualificati attori quali sono Johanna Bantzer, Julischka Eichel, Wolfgang Michalek e Andrea Leupold

A causa del Coronavirus le produzioni teatrali tedesche sono calate del 25% mentre quelle realizzate si sono svolte in vari formati sulle piattaforme on line. Così le telecamere dello Schauspielhaus di Zurigo hanno illuminato il palcoscenico per le riprese di Einfach das Ende der Welt, dramma di Jean-Luc Lagarce dedicato all’Aids, allestito da Christopher Rüping e bene interpretato da Benjamin Lillie, Maja Beckmann, Wiebke Mollenhauer e Nils Kahnwald. Ai Kammerspiele di Monaco il gruppo canadese Porte Parole ha proposto The Assembly / Die Versammlung in cui si racconta l’incontro casuale a cena di quattro persone dai profili assai divergenti per ambito politico, professionale e culturale, protagonisti di una discussione piuttosto accesa alla quale partecipa anche lo spettatore attraverso un appropriato canale digitale.

Marienplatz del polacco Beniamin M. Bukowski è la novità del Residenztheater di Monaco: consegnato alla regia di András Dömötör e all’interpretazione, tra gli altri, di Thomas Lettow e Liliane Amuat, il testo prende spunto dal gesto drammatico di un uomo che si cosparge di benzina e si dà fuoco nella piazza simbolo della città evocata nel titolo. Il fatto, realmente accaduto nel 2017, è ancora avvolto nel mistero e il dramma in questione cerca di scoprire il movente chiamando in causa possibili legami con il terrorismo islamico.

In versione streaming hanno debuttato due produzioni dello Schauspielhaus di Colonia: lo schilleriano Don Karlos è letto in chiave moderna da Jürgen Flimm con un taglio crudo e asciutto nell’esibizione degli attori, dal protagonista Marek Harloff ai vari Nicolas Lehni, Ralph Morgenstern, Melanie Kretschmann, Jörg Rajen; anche la rappresentazione di Früchte des Zorns dall’omonimo romanzo di John Steinbeck si cala nella contemporaneità grazie alla regia di Rafael Sánchez che si avvale di una affiatata compagnia nella quale si distinguono Sean McDonagh, Kristin Steffen, Elias Reichert, Stefko Hanuschewsky.   

Dalla scena berlinese proviene un interessante spettacolo animato on line: Cannibale 4 Life dell’artista Jan Brokof e Hannes Broecker per il Ballhaus Ost. Werther.live della giovane regista Cosmea Spelleken attinge materiali narrativi dal Werther goethiano, segnatamente l’innamoramento da parte del protagonista di Lotte che, riportato ai giorni d’oggi, risulta occasionato da annunci eBay e poi trasferito in lunghi dialoghi su WhatsApp.

Sterben in Oberhausen è un omaggio a Christoph Schlingensief: in un pavillon montato davanti alla cattedrale della città, uno schermo proietta materiali cinematografici e teatrali realizzati dal regista e drammaturgo scomparso esattamente dieci anni fa.



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 2, Februar 2021

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