Il volume di Vincenzo Blasi è dedicato a Khaled al-Asaad, larcheologo siriano giustiziato nel 2015 dai miliziani jihadisti per essersi rifiutato di rivelare dove fossero nascosti i tesori di Palmira, il cui teatro romano fu poi parzialmente distrutto il 21 gennaio 2017. A partire da questo tragico avvenimento lautore esprime «lattaccamento ad un concetto di cultura e di appartenenza che guida il lettore alla scoperta del suo passato e delle sue eterne bellezze» (così Nicola Savarese nellintroduzione, p. 7). Lopera
– «destinata alla consultazione, allo studio, allaggiornamento, al viaggio e
alla semplice curiosità» (p. 9) – si presenta come un dizionario comprendente più
di duecentocinquanta voci relative a teatri greci, greco-romani, romani, anfiteatri,
odea, circhi, stadi. Vi sono considerati non solo gli edifici di cui si
sono conservati i reperti archeologici, ma anche quelli identificati solo su
base epigrafica, documentaria o letteraria.
Simboli
di tradizione e contemporaneamente esempi di innovazione, i luoghi spettacolari
in Italia presentano infinite varianti estetiche e strutturali a seconda della
tipologia e dellutilizzo, dellambito cronologico e geografico. Sfogliando il
volume emergono con evidenza somiglianze e differenze che rendono unico, anche
in questo ambito, il patrimonio del nostro paese. Apprezzabile lattenzione
riservata al legame imprescindibile tra i theatra e i territori in cui sono
stati costruiti e utilizzati. Il teatro e la città: un legame di lunga durata,
come sappiamo.
Il
testo, di facile utilizzo, si presenta articolato in lemmi in ordine alfabetico
secondo la denominazione odierna o più conosciuta della località, comprendendo un breve inquadramento storico del luogo e una descrizione dettagliata dei
reperti archeologici con riferimenti anche alle campagne di scavo. Alla fine di
ogni sezione sono offerte immagini puntuali: fotografie recenti dei siti e
piante dei monumenti. Si alternano utili schede riassuntive di teatri noti e
molto indagati, come il theatron greco di Siracusa (pp. 193-196), e approfondimenti
di monumenti trascurati come quelli lombardi di età romana (Bergamo, p. 42;
Como, p. 60).
Segnaliamo
la sintesi sul teatro e lanfiteatro della romana Florentia (p. 79). I
resti del theatron del primo secolo d.C. si trovano sotto gli attuali palazzo
Vecchio e palazzo Gondi. Come evidenzia la pianta delledificio (p. 87), la
cavea era rivolta verso piazza della Signoria, mentre la scena si snodava lungo
piazza San Firenze e via dei Leoni. Nellattuale quartiere di Santa Croce sorgeva
lanfiteatro romano (130 d.C.), ricordato per la prima volta nel 1764 da Domenico
Maria Manni in Notizie istoriche intorno al Parlagio ovvero anfiteatro
di Firenze. Il monumento è ancora oggi riconoscibile dallandamento curvilineo
delle vie e dalla toponomastica della zona: via Torta, via del Parlascio, dal
greco perielasis, “girare
attorno”. È aggiornata la bibliografia al riguardo (pp. 277-278).
Il
catalogo, di facile lettura, è rigoroso, e presenta i termini greci e latini
specifici della disciplina spiegandoli in modo chiaro e sintetico in poche
pagine introduttive (pp. 14-18). In conclusione per ogni lemma sono
riportate le fonti antiche (documenti letterari, epigrafi, iscrizioni) e i
riferimenti bibliografici moderni. Nonostante
il volume si ponga come prezioso strumento di consultazione per docenti e
discenti, rimangono comunque imprescindibili i due regesti Censimento
analitico. Teatri greci e romani. Alle origini del linguaggio rappresentato,
a cura di Paola Ciancio Rossetto e Giuseppina Pisani Sartorio
(Roma, Edizioni Seat, 1994, 3 voll.), e il più recente Antike Theaterbauten.
Ein Handbuch (Wien, Verlag
der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2017, 3 voll) di Hans
Peter Isler.
di Diana Perego
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