drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Theaterheute, Nr. 11, November 2020


64 pp., euro 17,00
ISSN 0040 5507

Apre questo numero di «Theaterheute» la sezione Aufführungen, in cui sono raccolte le recensioni degli spettacoli principali recentemente prodotti in area tedesca.

Si inizia con Deutsches Museum für Schwarze Unterhaltung und Black Music al Künstler Haus Mousonturm di Berlino, il principale museo della musica e cultura black della Germania dove Anta Helena Recke, Joana Tischkau, Frieder Blume e Elisabeth Hampe hanno curato una visita virtuale negli ambienti interni ed esterni della struttura guidata da un gruppo di performers impegnati nell’improvvisazione di narrazioni legate alle opere esposte.

 

Allo Schauspielhaus di Francoforte si segnalano due importanti produzioni: Gier: Crave di Sarah Kane per la regia di Robert Borgmann, con Heiko Raulin e Samuel Simon applauditi protagonisti di una storia di perversioni con allusioni alla pedofilia e impostata su toni duri e aspri; e la commedia shakespeariana Wie es euch gefällt (Come vi piace), ambientata da David Bösch in una generica contemporaneità dai toni e tratti sinistri e grotteschi, con Sebastian Reiss, Sara Gruneth, Agnes Kammerer, Peter Schröder.
 
Di rilievo gli spettacoli dello Staatsschauspiel di Dresda, a partire da Der nackte Wahnsinn + X di Michael Freyn, dove la “X” aggiunta al titolo originale corrisponde al monologo finale scritto dallo stesso regista e recitato da Cordelia Weg affiancata, tra gli altri, da Ursula Hobmar, Torsten Ranft, Philipp Lux. È di Thomas Freyer il copione Stummes Land consegnato alla regia di Tillmann Koehler, che impagina una messinscena che si interroga sui meccanismi dell’odio e della violenza nella società contemporanea, grazie ai numerosi spunti offerti da questo testo ambientato nella ex Ddr. Tra gli attori si sono distinti Benjamin Paquet, Fanny Staffa, Korina Plachetka e Oliver Simon. Schlachthof 5, dall’omonimo romanzo di Kurt Vonnegut, in scena a Hellerau presso l’Europäisches Zentrum der Künste per la regia rigorosa del russo Max Didenko, evoca gli orrori e i massacri patiti a Dresda durante la Seconda guerra mondiale.

 

Le produzioni dello Staatsschauspiel di Hannover condividono l’analisi delle contraddizioni dell’agire politico lungo un percorso storico che si inizia con la messinscena di Die zerbrochne Krug di Heinrich von Kleist (regia di Lisa Nielebock; con Mohamed Achour, Werner Wölbern, Fabian Felix Dott, Kaspar Locher), prosegue con lo schilleriano Don Karlos (regia di Laura Linnenbaum, con Sebastian Jakob Doppelbauer e Lukas Holzhausen convincenti protagonisti), e si conclude con Die Politiker di Wolfram Lotz curato da Marie Bue e interpretato da Bernhard Conrad e Bärbel Schwarz.

 

Il nome di Kleist ritorna nelle locandine del Residenztheater di Monaco dove Ulrich Rasche ha presentato una versione spigolosa e tormentata della novella Das Erdleben in Chili, interpretata da Barbara Horvath, Pia Händler, Linda Blümchen, Antonia Münchow e Mareike Beykirch; in M – eine Stast sucht ein Mörder – testo liberamente ispirato all’omonimo film di Fritz Lang, consegnato alla regia di Schorsch Kamerun e a un’attrice del calibro di Lisa Stiegler – domina il tema della paura intesa come metafora di una condizione di disagio sociale.

 

Elfriede Jelinek figura nel repertorio dello Schauspiel di Colonia con due titoli importanti: Schwarzwasser, monologo allestito da Stefan Bachmann e interpretato dall’estro di Lola Klamroth capace di affrontare il linguaggio metaforico e tagliente proprio di un testo che si basa sulle recenti vicende di Ibiza alle origini della caduta del governo austriaco; e Wut, commedia oscura e impregnata di furore in cui gli eventi politici contemporanei, segnatamente il terrorismo islamico, sono raccontati e analizzati con il ricorso alla mitologia greca. Ersan Mondtag è il regista e Elias Reichert, Isabel Thierauch e Lola Klamroth gli interpreti di questo spettacolo inquietante e provocatorio.

 

A Hyperreal, novità della coreografa Constanza Macras presentata allo Schauspielhaus di Düsseeldorf, segue la prima assoluta al Kampnagel di Amburgo di Hexploitation del collettivo She She Pop: nella performance vecchi psicopatici si confrontano con i loro difetti e ossessioni.


Aufführungen si conclude con gli allestimenti allo Schauspielhaus di Zurigo. Vi primeggia Medea, intenso monologo ricavato da Euripide con citazioni da Christa Wolf e Seneca che ha permesso a Maja Beckmann di esibire le proprie abilità espressive valorizzate dalla regia di Leonie Böhm;. Das Weinen (Das Wähnen), novità di Christoph Marthaler, è ambientato in una farmacia in cui si vivono situazioni proprie del lockdown; ne sono interpreti Susanne-Marie Wrage, Liliana Benini, Elisa Pluss, Olivia Grigolli.

 

In Akteure si legge un dettagliato profilo di Marina Galic, attrice formatasi alla Otto-Falckenberg-Schule di Monaco per poi maturare prima allo Schauspielhaus di Zurigo e successivamente al Deutsches Theater di Berlino e al Residenztheater di Monaco. Dal 2009 recita nella compagnia del Thalia Theater di Amburgo con la quale ha ottenuto lusinghieri successi segnatamente in Der Geizige di Moliére e in (R)evolution. Eine Anleitung zum Überleben im 21. Jahrhundert da Yuval Harari per la regia di Yael Ronen e Dimitrij Schaad.

 

Le pagine di Nachruf sono dedicate a due importanti personaggi dello spettacolo recentemente scomparsi. Michael Gwisdek è stato un attore fondamentale della Volksbühne di Berlino negli anni Sessanta, distinguendosi, tra l’altro, in Leonce e Lena di Büchner (regia di Jurgen Gosch, 1978), in Arlecchino servitore di due padroni e in spettacoli diretti da Heiner Müller. Nel 1983 è stato scritturato dal Deutshes Theater lavorando con Alexander Lang, Thomas Langhoff e Friedo Solter. In parallelo all’attività teatrale si è affermato anche in campo cinematografico divenendo popolare, a partire dagli anni Ottanta, anche per il pubblico del piccolo schermo.

 

Il ricordo di Frie Leysen (1950-2020) – fondatrice del Kunstenfestival des Arts di Bruxelles e coordinatrice artistica della sezione della prosa delle Wiener Festwochen – è completato dalle dichiarazioni di colleghi e artisti: Tim Eichells, Mariano Pensotti, Federico Leon, Christoph Marthaler, Romeo Castellucci.

 

Il testo del mese (Das Stück) pubblicato in versione integrale è Schwarzer Block, novità dell’autore e regista Kevin Rittberger che nell’intervista rilasciata alla rivista berlinese spiega contenuti e caratteristiche di un’opera giocata sull’incontro-scontro tra ideologie di destra e di sinistra inquadrate in una visione marcatamente antifascista, secondo quanto è emerso anche dal recente debutto al Maxim Theater di Berlino con Mazen Aliubbeh e Aram Tafreshian diretti dalla regia di Sebastian Nübling.


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 11, November 2020

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013