Apre questo numero
di «Theaterheute» la sezione Aufführungen, in cui sono
raccolte le recensioni degli spettacoli principali recentemente prodotti in
area tedesca. Si inizia con Deutsches Museum für Schwarze Unterhaltung
und Black Music al Künstler Haus Mousonturm di Berlino, il principale museo
della musica e cultura black della Germania
dove Anta Helena Recke, Joana Tischkau, Frieder Blume e Elisabeth
Hampe hanno curato una visita virtuale negli ambienti interni ed esterni
della struttura guidata da un gruppo di performers impegnati
nellimprovvisazione di narrazioni legate alle opere esposte.
Allo
Schauspielhaus di Francoforte si segnalano due importanti produzioni: Gier: Crave di Sarah Kane per la
regia di Robert Borgmann, con Heiko Raulin e Samuel Simon
applauditi protagonisti di una storia di perversioni con allusioni alla
pedofilia e impostata su toni duri e aspri; e la commedia shakespeariana Wie es euch gefällt (Come vi piace), ambientata da David
Bösch in una generica contemporaneità dai toni e tratti sinistri e grotteschi,
con Sebastian Reiss, Sara Gruneth, Agnes Kammerer, Peter
Schröder.
Di rilievo gli spettacoli
dello Staatsschauspiel di Dresda, a partire da Der nackte Wahnsinn + X di Michael Freyn, dove la “X”
aggiunta al titolo originale corrisponde al monologo finale scritto dallo
stesso regista e recitato da Cordelia Weg affiancata, tra gli altri, da Ursula
Hobmar, Torsten Ranft, Philipp Lux. È di Thomas Freyer
il copione Stummes Land consegnato
alla regia di Tillmann Koehler,
che impagina una messinscena che si interroga sui meccanismi dellodio e della
violenza nella società contemporanea, grazie ai numerosi spunti offerti da
questo testo ambientato nella ex Ddr. Tra gli attori si sono distinti Benjamin
Paquet, Fanny Staffa, Korina Plachetka e Oliver Simon.
Schlachthof 5, dallomonimo romanzo
di Kurt Vonnegut, in
scena a Hellerau presso lEuropäisches Zentrum der Künste per la regia rigorosa
del russo Max Didenko, evoca gli orrori e i massacri patiti a Dresda
durante la Seconda guerra mondiale.
Le produzioni
dello Staatsschauspiel di Hannover condividono lanalisi delle contraddizioni
dellagire politico lungo un percorso storico che si inizia con la messinscena
di Die zerbrochne Krug di Heinrich
von Kleist (regia di Lisa Nielebock; con Mohamed Achour, Werner
Wölbern, Fabian Felix Dott, Kaspar Locher), prosegue con lo
schilleriano Don Karlos (regia di Laura
Linnenbaum, con Sebastian Jakob Doppelbauer e Lukas Holzhausen
convincenti protagonisti), e si conclude con Die
Politiker di Wolfram Lotz curato da Marie Bue e interpretato
da Bernhard Conrad e Bärbel Schwarz.
Il nome di Kleist
ritorna nelle locandine del Residenztheater di Monaco dove Ulrich Rasche
ha presentato una versione spigolosa e tormentata della novella Das Erdleben in Chili, interpretata da Barbara
Horvath, Pia Händler, Linda Blümchen, Antonia Münchow
e Mareike Beykirch; in M – eine
Stast sucht ein Mörder – testo liberamente ispirato allomonimo film di Fritz
Lang, consegnato alla regia di Schorsch Kamerun e a unattrice del
calibro di Lisa Stiegler – domina il tema della paura intesa come
metafora di una condizione di disagio sociale.
Elfriede Jelinek figura nel
repertorio dello Schauspiel di Colonia con due titoli importanti: Schwarzwasser, monologo allestito da Stefan
Bachmann e interpretato dallestro di Lola Klamroth capace
di affrontare il linguaggio metaforico e tagliente proprio di un testo che si
basa sulle recenti vicende di Ibiza alle origini della caduta del governo
austriaco; e Wut, commedia oscura e
impregnata di furore in cui gli eventi politici contemporanei, segnatamente il
terrorismo islamico, sono raccontati e analizzati con il ricorso alla mitologia
greca. Ersan Mondtag è il regista e Elias Reichert,
Isabel Thierauch e Lola Klamroth gli interpreti di
questo spettacolo inquietante e provocatorio.
A Hyperreal, novità della coreografa Constanza
Macras presentata allo Schauspielhaus di Düsseeldorf, segue la prima
assoluta al Kampnagel di Amburgo di Hexploitation
del collettivo She She Pop: nella performance vecchi psicopatici si confrontano
con i loro difetti e ossessioni.
Aufführungen si conclude con gli
allestimenti allo Schauspielhaus di Zurigo. Vi primeggia Medea, intenso monologo ricavato da Euripide con citazioni
da Christa Wolf e Seneca che ha permesso a Maja Beckmann
di esibire le proprie abilità espressive valorizzate dalla regia di Leonie
Böhm;.
Das Weinen (Das Wähnen), novità di Christoph
Marthaler, è ambientato
in una farmacia in cui si vivono situazioni proprie del lockdown; ne sono interpreti Susanne-Marie
Wrage, Liliana Benini, Elisa Pluss, Olivia
Grigolli.
In Akteure
si legge un dettagliato profilo di Marina Galic, attrice
formatasi alla Otto-Falckenberg-Schule di Monaco per poi maturare
prima allo Schauspielhaus di Zurigo e successivamente al Deutsches Theater di
Berlino e al Residenztheater di Monaco. Dal 2009 recita nella compagnia del
Thalia Theater di Amburgo con la quale ha ottenuto lusinghieri successi
segnatamente in Der Geizige di Moliére
e in (R)evolution. Eine Anleitung zum Überleben
im 21. Jahrhundert da Yuval Harari
per la regia di Yael Ronen e Dimitrij Schaad.
Le pagine di Nachruf
sono dedicate a due importanti personaggi dello spettacolo recentemente
scomparsi. Michael Gwisdek è stato un attore fondamentale della
Volksbühne di Berlino negli anni Sessanta, distinguendosi, tra laltro, in Leonce e Lena di Büchner (regia di Jurgen
Gosch, 1978), in Arlecchino
servitore di due padroni e in spettacoli diretti da Heiner Müller.
Nel 1983 è stato scritturato dal Deutshes Theater lavorando con Alexander
Lang, Thomas Langhoff e Friedo Solter. In
parallelo allattività teatrale si è affermato anche in campo cinematografico divenendo
popolare, a partire dagli anni Ottanta, anche per il pubblico del piccolo
schermo.
Il ricordo di Frie
Leysen (1950-2020) – fondatrice del Kunstenfestival des Arts di Bruxelles
e coordinatrice artistica della sezione della prosa delle Wiener Festwochen – è
completato dalle dichiarazioni di colleghi e artisti: Tim Eichells,
Mariano Pensotti, Federico Leon, Christoph Marthaler,
Romeo Castellucci.
Il testo del mese (Das
Stück) pubblicato in versione
integrale è Schwarzer Block, novità
dellautore e regista Kevin Rittberger che nellintervista
rilasciata alla rivista berlinese spiega contenuti e caratteristiche di
unopera giocata sullincontro-scontro tra ideologie di destra e di sinistra
inquadrate in una visione marcatamente antifascista, secondo quanto è emerso
anche dal recente debutto al Maxim Theater di Berlino con Mazen Aliubbeh
e Aram Tafreshian diretti dalla regia di Sebastian Nübling.
di Massimo Bertoldi
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