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Hystrio, a. XXXVI, n. 1, 2021


104 pp., euro 12,00

Firmato da Valeria Brizzi e Arianna Lomolino, il primo articolo in Vetrina con cui si apre questo numero di «Hystrio» solleva nodose questioni in merito alla situazione dei lavoratori dello spettacolo a fronte della legge attuale «che è un involucro vuoto senza il quale non possono esistere misure di sostegno adeguate a criteri uniformi che garantiscano dignità e trasparenza ai lavoratori di comparto» (p. 2). Dal dibattito, riaccesosi per effetto dei disagi provocati dalla pandemia, sono emerse proposte per il presente e il futuro che attendono di essere analizzate e discusse nelle sedi governative appropriate.

È molto intraprendente Sardegna Teatro che ha approfittato di questa situazione di paralisi per elaborare progetti finalizzati a radiografare la situazione territoriale: Rossella Porcheddu illustra la Biennale tenuta al Teatro Massimo di Cagliari con la partecipazione, tra i tanti, di Compagnia Artifizio, Ignazio Chessa, Meridiano Zero, Senza Confini Di Pelle.

Alessandro Toppi ripercorre la quarantennale attività artistica di Tonino Taiuti, talentuoso attore che declina cultura popolare e di ricerca con richiami a Eduardo e al Living Theatre, come si ricava da esperienze significative quali quella del Circo Equestre Squeglia di Arias (2013).

Festeggia cinquant’anni, come ricorda Laura Bevione, Teatro Due di Parma che, avviato dalla Compagnia del Collettivo fondata nel 1971, nel corso del tempo ha invitato un pubblico sempre crescente a confrontarsi con importanti rassegne (Teatro Festival Parma, Meeting Europeo dell’Attore) e con produzioni di taglio politico come lo spettacolo-manifesto L’istruttoria di Peter Weiss, in replica dal 1984.

Dal resoconto di Rossella Battisti dedicato alla terza edizione di Forever Young presso la Corte Ospitale di Rubiera emerge la presenza di progetti legati alla storia e alla letteratura. Lo spettacolo vincitore, La gloria di Michele Sinisi allestito dalla compagnia Il Crepuscolo, ripercorre la prima giovinezza di Hitler.

La Vetrina prosegue con il contributo di Matteo Brighenti dedicato a VicoQuartoMazzini, compagnia pugliese attiva dal 2010 fondata da Michele Altamura e Gabriele Paolocà, i quali spiegano le caratteristiche della loro poetica fondata su una visione critica del mondo, evidente in spettacoli quali Diss(è)nten, Amleto e Livore.

Picitti Stories – spiega Paola Abenavoli – è un progetto di teatro sociale realizzato ad Acri (Potenza) vincitore del Bando Cultura della Regione Calabria per la realizzazione di eventi di teatro e musica, audiovisivi e installazioni, laboratori radicati nel territorio. Con Lorenzo Conti si entra nel terreno della danza e, nello specifico, di nuovi progetti italiani legati all’opera Le Sacre du Printemps di Vaslav Nijinsky (1913) affrontata con l’elaborazione di tre diverse soluzioni espressive rispettivamente da Elena Rolla-Viola Scaglione-Stefano Mazzotta, Gianmarco Porru e Carlo Diego Massari.

Intorno al “cuntastorie” più famoso e qualificato, quale è Mimmo Cuticchio, sono cresciuti artisti legati alla stessa tradizione popolare e capaci di apportare originali contaminazioni di modernità: lo dimostra Filippa Ilardo mediante gli esempi di Davide Enia, Salvo Piparo, Gaspare Balsamo e Giovanni Calcagno. Elena Scolari si occupa di Zona K, associazione culturale milanese coordinata da Valentina Kastlunger e Valentina Picariello promotrice di rassegne teatrali per adulti e bambini. 

Il viaggio di Teatromondo inizia al Festival Internazionale del Teatro di Lugano che, come ci informa Francesca Serrazanetti, si è svolto in presenza di pubblico proponendo spettacoli significativi per la ricerca contemporanea: da Memento Mori di Sergio Blanco a Necropolis di Arkadi Zaides, da Pleasant Island dei belgi Silke Huysmans e Hannes Dereere a The History of Korean Western Theatre di Jaha Koo.

A Vienna, racconta Irina Wolf, i programmi dei vari teatri, pur ridimensionati dalla pandemia, registrano messinscene di rilievo, tra cui La vita è sogno di Calderón de la Barca, in visione al Burgtheater per la regia di Martin Kušej, e Antigone. Un requiem di Thomas Köck, dedicata ai migranti affogati nel Mediterraneo e allestita da Lars Ole Walburg all’Akademietheater.

Jacopo Panizza aggiorna la situazione britannica proiettata, dopo la Brexit, a incentivare i contatti con l’America, tanto da produrre percorsi in linea con la tradizione e, per reazione, contrapposte ricerche sperimentali e di impegno civile. I teatri di New York concedono ampio spazio ad autori under 40: in merito Laura Caparrotti sottolinea la presenza di scrittrici (Kate Hammill, Lauren Yee, Jen Silverman) e di scrittori emergenti sensibili alle problematiche della società contemporanea (Lucas Hnath, Samuel D. Hunter, Branden Jacobs-Jenkins).

Guerra in Siria e drammaturgia: su questo tema Monica Ruocco individua una serie di importanti artisti capaci di raccontare il dramma della diaspora, come lo scrittore Mohammad Al Attar e il regista Omar Abu Saad autori di Syria Trojan Women Project e di Antigone of Syria. Pino Tierno ci informa che a Tel Aviv le rassegne annuali si sono svolte online; segnatamente il festival Isra Dramma ha messo in vetrina spettacoli non trascurabili, quali Una storia di amore e di tenebra tratto dall’autobiografia di Amos Oz e curato da Aya Kaplan e Mikveh dell’attrice Hadar Galron.
 
Il corposo Dossier/Dante in scena – curato da Marco Menini, Roberto Rizzente e Francesco Tei – si apre con un’intervista rilasciata da Mariangela Gualtieri allo stesso Menini: la poetessa-drammaturga riflette sulla lingua della Divina Commedia e sulla sua musicalità. Lo stesso immortale capolavoro è al centro della riflessione di Giuseppe Liotta che ne ripercorre la fortuna nel teatro del Novecento: da D’Annunzio a Pirandello, da Pepito alla Yourcenar, fino ad arrivare alle riscritture firmate da Sanguineti, Luzi, Giudici, Pasolini.
 
La recitazione della poesia dantesca appassiona l’attore italiano lungo un percorso storico ricostruito da Francesco Tei, che parte da Gustavo Modena e poi incontra Albertazzi, Gassman, Bene, de Berardinis, Benigni, fino a Sandro Lombardi. Laura Caretti raccoglie le testimonianze di Marion d’Amburgo, Leva Triškauskaité e Ermanna Montanari relative al loro rapporto con la figura di Beatrice dantesca.
 
Pur considerata in un certo senso difficilmente rappresentabile per la sua marcata sostanza filosofica e religiosa nonché per il «pregiudizio mimetico e la smania di realismo, che dal Settecento in poi domina in Europa la forma-teatro» (p. 43) – come spiega Roberto Canziani –, la Divina Commedia conosce significativi adattamenti firmati da Federico Tiezzi, Lombardi, Castellucci. «Ogni artista che voglia prendersi sul serio, dovrebbe lasciarsi ispirare da Dante» (p. 44), dichiara Jan Fabre nell’intervista concessa a Rizzente, in cui rivela il progetto della messinscena di una versione integrale dell’opera dantesca con ventuno performers. Tiezzi racconta a Francesco Tei di avere in cantiere la ripresa dello spettacolo La Divina Commedia realizzato nel 1989-1991, qui ricordato nelle sue caratteristiche salienti.
 
Nel repertorio di Teatro delle Albe la poetica dantesca è oggetto – come dichiarano Marco Martinelli e Ermanna Montanari a Irina Wolf – di spettacoli sperimentali di riconosciuto valore artistico come Inferno del 2017, Purgatorio del 2019 e The Sky over Kibera proposto in Kenya; inoltre è previsto il completamento della trilogia con l’allestimento del Paradiso nel corso del 2021.
 
È attesa a maggio la messinscena di Visioni di Dante per la regia di Fabrizio Arcuri: la produzione del Teatro Stabile del Veneto coinvolge Fausto Paravidino (Inferno), Letizia Russo (Purgatorio), Fabrizio Sinisi (Paradiso), che rilasciano a Canziani osservazioni e riflessioni sul capolavoro del poeta toscano.
 
Come spiega Sergio Avanzo, si presenta proficuo e duraturo il rapporto tra la Commedia e il cinema, a partire dalle sue origini per poi sviluppare un percorso nel quale primeggia l’Inferno e dominano i personaggi di Francesca da Rimini, il conte Ugolino e Pia de’ Tolomei.
 
Anche se normalmente il Sommo Poeta è poco presente nei repertori del Teatro ragazzi, è in occasione dell’anniversario della sua morte che si incrementano progetti teatrali a lui ispirati e dedicati: di questo si occupa Mario Bianchi.
 
Giuseppe Montemagno propone un excursus nel mondo della musica e dell’opera che a partire dall’Ottocento, segnatamente con Rossini, affronta il materiale dantesco con variegate scritture e sinfonie. Per quanto riguarda il musical – come ci spiega Sandro Avanzo – il contatto con la Divina Commedia, tra l’altro riscontrabile solo in Italia, ha prodotto spettacoli modesti a eccezione di Messer Dante Alighieri del Quartetto Cetra nei primi anni Novanta e de L’Inferno in sei minuti di Oblivion (2010).
 
Più dinamico si presenta il settore della danza, con un ricco e variegato ventaglio di ricerche artistiche esaminate da Roberto Fratini Serafide che si sofferma soprattutto sui lavori di Carolyn Carlson, Emio Greco e Pieter C. Scholten, La Fura dels Baus, Virgilio Sieni.
 
Il ricco, appassionante Dossier/Dante in scena si conclude con le dichiarazioni rilasciate a Laura Bevione, Roberto Rizzente, Francesco Tei da otto artisti italiani legati ciascuno a suo modo alla Divina Commedia: Enrico Castellani (Babilonia Teatri), Massimiliano Civica, Pippo Delbono, Valter Malosti, Armando Punzo, Carmelo Rifici, il citato Sieni, Serena Sinigaglia.
 
Teatro dei Gordi è – come riferisce Ira Rubini – il protagonista di Nati ieri: attiva dal 2010, la compagnia milanese sviluppa il linguaggio performativo nella rivisitazione in chiave moderna della Commedia dell’Arte e delle maschere, come si evince dall’iniziale Sulla morte senza esagerare (2015) fino al recente Pandora.
 
In Teatro ragazzi l’esperto Mario Bianchi ci aggiorna sugli spettacoli visti al Festival Biennale organizzato da Accademia Perduta; in un secondo contributo segnala il cartellone di Arrivano dal mare!, la principale rassegna di teatro di figura.
 
La consueta sezione delle Critiche ordina le tante recensioni di spettacoli teatrali secondo criteri regionali. Seguono le sezioni riservate a Lirica e Danza.
 
Nelle pagine di Exit dominano i ricordi di Gigi Proietti, del quale Paola Abenavoli sottolinea il rapporto con il teatro e l’elasticità nel sapersi confrontare con molteplici linguaggi della scena, e di Gigi Dall’Aglio, di cui Roberto Rizzente ripercorre le tappe salienti.
 
Nella ricca e aggiornata Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.
 
Il testo teatrale – pubblicato secondo consuetudine in versione integrale – è questa volta DENTRO. Una storia vera, se volete di Giuliana Musso, anche regista dello spettacolo che ha debuttato a settembre 2020 nell’ambito della Biennale Teatro di Venezia.
 
Le tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Rizzente.


di Massimo Bertoldi


Hystrio, a. XXXVI, n. 1, 2021

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