In apertura di
questo numero di «Theaterheute» trovano ampio spazio i Festivals
estivi dellarea tedesca che si sono svolti secondo le restrizioni legate al Coronavirus.
Nel cartellone dei Festspiele di Salisburgo, giunti alla centesima edizione,
figurano debutti di opere in musica come Elektra
di Strauss per la regia di Krzysztof Warlikowski nella sala della
Felsenreitschule, Così fan tutte a
cura di Christof Loy e Don
Giovanni nella versione di Teodor Currentzis. Per quanto
riguarda la prosa, spiccano Jedermann
affidato allestro di Michael Sturminger che si avvale di attori di
qualità come il protagonista Lars Eidinger affiancato, tra gli altri, da
Edith Clever, Mirco Kreibich, Angela Winkler. Vicino alla
rappresentazione di questo dramma, che da sempre apre la rassegna austriaca, si
segnala Everywoman di Milo Rau:
monologo in parte dissacrante che riscrive il testo di Hofmannsthal da
un punto di vista femminile, consegnandolo alle pregevoli abilità espressive di
Ursina Lardi. Non è priva di interesse la messinscena dello
shakespeariano Richard III da parte
di Karin Henkel: lattualizzazione
dellintreccio narrativo, soprattutto nelle manifestazioni della violenza, è
stata ben interpretata da attori di qualità quali Lina Beckmann a Kristof
Van Boven, da Sachiko Hara a Michael Weber. Lallestimento di
Maria Stuart, novella biografica di Stefan
Zweig, porta la firma di Martin Kušej, che guida Hanna Schygulla
in una performance caratterizzata da tante sfumature vocali e gestuali di certosina
precisione. Non passa inosservata Das
Bergwerk zu Falun, commedia giovanile di Hofmannsthal diretta da Jossi
Wieler e interpretata da André Jung, Moritz Kienemann, Marcel
Kohler, Lea Ruckpaul, Hildegard Schmahl.
Anna Mülter, neodirettrice
artistica del Festival Theaterformen 2020 di Braunschweig, imposta la nuova
edizione proponendo, in formato on line, spettacoli teatrali interdisciplinari
e multimediali. Emergono, tra tanti, la video installazione Thirst del lettone Voldemārs
Johansons, Wanaset Yodit di Laila
Soliman e Salt di Eko
Supriyanto.
Impulse Festival
festeggia trentanni di attività con un formato ridotto ma ricco di proposte
interessanti come Stricken di Magda
Korsinsky dedicato alle donne afro-tedesche, la performance digitale Lob des Vergessens Teil 2 di Oliver
Zahn, Es ist zu spät di e con Arne
Vogelgesang.
Lultima rassegna
presa in considerazione è il Kunstfest di Weimar il cui cartellone propone
artisti di primo piano: Falk Richter con Five Deleted Messages, amara riflessione sulle condizioni
dellattore al tempo del Covid; Theresia Walser con Unendliche Aussicht,
sulla stessa tematica; Sivan Ben Yishai con Ich bin nicht bereit gerettet zu werden interpretato da Niko
Eleftheriadis.
Nella sezione Neue
Stücke si leggono le recensioni di spettacoli ricavati da testi inediti di
autore contemporaneo. Paul oder im
Frühling ging die Erde unter di Sibylle Berg, in scena al Kunstfest
di Weimar, è la storia di un uomo solitario che riscopre sé stesso attraverso i
ricordi giovanili, con protagonista Benny Claessens guidato dalla
rigorosa regia di Ersan Mondtag. Reich
des Todes è la novità di Rainald Goetz in scena al Deutsches
Schauspielhaus di Amburgo: affidato alla cura scenica di Karin Beier e interpretato
da Sebastian Blomberg e Holger Stockhaus, affronta il tema della
violazione dei diritti umani e civili nella società contemporanea.
Si prosegue con la
messinscena di Ode an die Freiheit,
assemblaggio di opere schilleriane (Kabale
und Liebe, Maria Stuart, Wilhelm Tell) ad opera del regista Antù
Romero Nunes. Sul palco del Thalia Theater di Amburgo si sono esibiti con
successo Paul Schröder, Thomas Niehaus, Lisa Hagmeister, Karin
Neuhäuser, Sebastian Zimmler. Lo stesso teatro ha prodotto paradies fluten / hungern / spielen di Thomas
Köck, prima parte della trilogia dedicata al clima incentrata sulla storia
del capitalismo e il suo eccessivo sfruttamento della natura. Tra gli
interpreti del testo allestito da Christopher Rüping spiccano Maike
Knirsch e Björn Meyer.
Altre novità di
rilievo caratterizzano la programmazione del Berliner Ensemble, a partire da Gott ist nicht Schüchtern tratto
dallomonimo romanzo di Olga Grjasnowa per mano della regista Laura
Linnenbaum, con interpreti Cynthia
Micas e Armin Wahedi. Si prosegue con Gott di Ferdinand von Schirach, dramma incentrato sul
rapporto tra etica ed eutanasia recitato da Judith Engel, Josefin
Platt, Ingo Hülsmann, Martin Rentzsch e Veit Schubert.
Nella programmazione del viennese
Burgtheater si incontrano allestimenti tratti da riscritture di opere
classiche. Das Leben ein Traum di Caldéron
de la Barca è trasferita da Martin Kušej in un
contesto contemporaneo crudo e cupo; gli attori principali sono Roland Koch,
Julia Riedler, Franz Pätzold e Julia Riedler. Thomas Köck
consegna al regista Lars-Ole Walburg il testo di Antigone - Ein requiem da Sofocle. Sul palcoscenico dellAkademietheater
si sono esibiti nei ruoli principali Dorothee Hartinger, Branko
Samarovski, Sara Viktoria Frick, Markus Scheumann.
La sezione Aufführungen
si chiude con la recensione dello shakespeariano King Lear di Johan Simon per lo Schauspielhaus di Bochum.
Lallestimento trasforma il dramma feudale in dramma borghese lungo un percorso
di una resa contemporanea attenta alle sfaccettature interiori dei personaggi
che competono a Pierre Bokma nel ruolo del titolo, Anna Drexel
(Cordelia), Mourad Baaiz, Michael Lippold, Stefan Hunstein,
Steven Scharf.
In Nachruf
si legge il profilo artistico di Werner Düggelin, prestigioso regista
svizzero recentemente scomparso, anche direttore del teatro di Basilea dal 1968
al 1975. Nel suo repertorio si registrano importanti allestimenti allo
Schauspielhaus di Zurigo ricavati da opere di Ben Jonson (Volpone nel 2010), di Beckett (Glückliche Tage, 2015), di Büchner
(Lenz, 2018).
Le pagine di Akteure
sono dedicate a James Graham, sceneggiatore, drammaturgo e librettista
britannico, classe 1982, rivelatosi nel 2012 quando il Royal National Theatre
gli commissionò This House, dopo che
si era fatto apprezzare da pubblico e critica con Edens Empire (2006), Little
Madam (2007) e Sons of York
(2008). Di rilievo è anche il libretto del musical Finding Neverland (2014) ricavato dallomonimo film con Johnny
Depp.
Tanztheater si occupa
diffusamente delleredità artistica lasciata da Pina Bausch, come emerge
dal libro di Gabriel Klein, Pina Bausch
und das Tanztheater Wuppertal (Bielefeld, Iranscripf Verlag, 2019),
recensito dalla redazione di «Theaterheute».
Infine il testo
del mese (Das Stück), che si legge in versione integrale, è Und sicher ist mir die Welt verschwunden
di Sybille Berg.
di Massimo Bertoldi
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