Fra i pochi drammaturghi e
teatranti italiani viventi tradotti in francese, Marco Martinelli amplia
le sue pubblicazioni oltralpe con ledizione di alcuni testi di pedagogia ed
estetica (in italiano, Aristofane a
Scampia. Come fare amare i classici agli adolescenti con la non-scuola, Milano,
Ponte alle Grazie, 2016) che esportano in altri paesi unesperienza condotta
sulle opere classiche nata in Romagna. È un esempio del metodo originale di coinvolgimento
dei giovani – tuttaltro che aspiranti attori o appassionati di teatro –
incontrati sia a scuola, sia in condizioni sociali e culturali degradate, che
ha mostrato efficacia partecipativa e diffusione straordinarie.
Il libro interesserà i lettori
italiani anche perché documenta il livello di ricezione di un nostro artista contemporaneo
allestero, tradotto con perizia da Laurence Van Goethem. Nella Préface, Jean-Pierre Thibaudat chiarisce
con competenza la reazione suscitata da unoperazione che può trovare analogie in
Francia, sia nelle iniziative di “animazione” legate alla décentralisitation, sia nelle “scuole” darte drammatica (pure Antoine
Vitez, insegnante al Conservatoire National e a Chaillot, nutriva lutopia
della scuola come il “teatro più bello del mondo”). Thibaudat così esordisce: «La
vie de Marco Martinelli est faite de rencontres» e ne rammenta alcuni decisivi,
come quello con Ermanna Montanari, compagna darte e di vita. Quanto al rapporto
con i ragazzi: «Que font-ils? Ils écoutent les élèves. Puis proposent des improvisations libres autour de
thèmes puisés dans des pièces du répertoire classique […]. Il nest pas
question de mise en scène, mais de “mise en vie”, formule qui résume cette
méthode pragmatique à laquelle il va donner un nom: la non-école» (p. 10). Già alla guida del Teatro delle
Albe di Ravenna con Ermanna, dal 1983, Marco sdoppia la sua vocazione: da un
lato, in scrittura drammaturgica e scenica, dallaltro, in allenamento di gruppi
giovanili educati alla spontaneità e allespressività rigenerate, verso
obiettivi extra-artistici, ma di verace partecipazione emotiva, prima che spettacolare.
È quello che succede dimportante per
Thibaudat, allinizio dellavventura: «A Naples, Martinelli et sa petite équipe
vont apporter la non-école dans un
lycée bourgeois du centre-ville où lon apprend le grec et le latin et dans
trois écoles de Scampia» (p. 12).
Lautore riassume quindi, a
preludio dogni progetto, lincontro con Ermanna, che muove le avventure
successive nellintenzione duna vita teatrale in condivisa tensione seppure di
non scontata attuazione. Dopo il Teatro delle Albe (in unione con Luigi
Dadina e Marcella Nonni) e la direzione di Ravenna Teatro (1991), le
prime prove avviate nelle scuole seguono un gioco flessibile di improvvisazioni
su Brecht, Aristofane e Achille Campanile, sviluppato in
incontri e azioni definiti «un théâtre corsaire» (p. 33), itinerante nel
territorio e cangiante nei temi e nei comportamenti. «Faire du théâtre à cette époque ne signifiait pas
seulement créer des spectacles, mais aussi apprendre à vivre en tant que
troupe, que communauté dartistes» (p. 33). Saprirà così un credito, sconcertante
per umiltà e impertinenza, all“asinità”: nozione cara, per autoironia, ai
responsabili di un insegnamento che si svolge per scambi reciproci non
gerarchici. Tra gli impegni non formali con i ragazzi, si sottoscrive di «jouer
et transpirer avec eux» (p. 83). Il successo della non-scuola, pure con gli errori sperimentati, merita un “abbecedario”
(redatto nel 2001) composto da 21 Lettres
pour la non-école. La prima di esse, ASINITÀ, illustra il programma in una parabola,
affettuosamente profetica e poetica: «Béni soit-tu, petit âne errant! Viens chez moi, et ouvre ton palais
asinien avec la clé de laubaine, délie ta langue […]. Lâne est ladolescent, à la non-école
lâne est le guide: tous deux braient fortement» (p. 188). Ed ecco altre “voci”
che raccordano alla Z: «CALCIO (Le bonheur du corps vivant), DOGME (À travers
Aristophane ou Brecht, cest la vie des adolescents), HISTORIA (Le jeux
affectueux massacre de la Tradition), MARIONNETTE (Pas de psicologie !), NOBODADDY
(Nêtre rien, sublime sentiment de pureté et de liberté), RAGAZZINI (Ils ne
sont personne, ils sont comme blessés. Cette blessure est la voie royale pour
la scène), USÉ (Constatation que le monde est usé), VITESSE (Contrainte féconde
pour limagination), ZUCCA - CITROUILLE
(La lubricité du théâtre, la munificence des mensonges qui crée un monde
nouveau)» (pp. 189-203).
Simile modalità di traduzione, a
senso e fantasia, consente la possibilità quasi infinita di spargere semi
destinati a rifiorire. In mancanza duna Bibliografia
critica – nella quale avrebbe dovuto apparire il saggio di Maria Dolores Pesce
(Spoleto, 2018), il più completo e aggiornato – la Biobibliografia dellautore scandisce infine date, tappe e opere di
un cammino umano discutibile e provocatorio, condivisibile e degno di essere
studiato e, possibilmente, imitato.
di Gianni Poli
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