Bianco e nero, a. LXXXI, n. 597, maggio-agosto 2020
Carlo Lizzani
Il volume si articola in due parti: Io, Carlo Lizzani, in cui viene approfondita la sua propensione a determinate attitudini e generi cinematografici; e Noi e Lizzani, che registra una serie di testimonianze di cineasti e intellettuali entrati in contatto con lui dal punto di vista sia professionale sia personale.
Nella prima parte Giovanni Spagnoletti ripercorre l'inizio della carriera cinematografica di Lizzani, a partire dai tumultuosi anni del Secondo dopoguerra con l'apprendistato del mestiere di critico e l'esordio da regista prima nel documentario e poi nel film a soggetto. Segue la riflessione di Gian Piero Brunetta sul rapporto indissolubile tra il cineasta romano e la Storia e sulla sua intenzione di «ricomporre la trama e l'ordito culturale, politico e ideologico del tessuto della storia italiana del '900 nella quale il cinema merita di avere un ruolo riconosciuto» (p. 16). Nella sottosezione Neorealismo e oltre Orio Caldiron indaga l'opera di Lizzani critico militante a partire dagli esordi in cui, giovanissimo, scriveva sulla rivista «Roma Fascista», passando per le firme sulle celebri «Film d'Oggi» e «Cinema». Nella sottosezione La storia Maurizio Zinni ritorna sull'imprescindibile legame tra la filmografia del cineasta e gli eventi che in un modo o nell'altro hanno segnato l'evoluzione politica, sociale ed economica del nostro paese, durante quello che lo storico Hobsbawm definì il “Secolo breve”. Si veda a tal proposito l'approfondimento di Christian Uva sulla rappresentazione degli “anni di piombo” da parte dello stesso Lizzani. Seguono specifiche analisi di testi filmici quali Il processo di Verona (1963) e Mussolini ultimo atto (1974) rispettivamente a firma di Emiliano Morreale e di Ermanno Taviani.
L'attenzione si sposta poi sui generi cinematografici di cui Lizzani si è servito per esprimere la propria poetica. Giorgio Gosetti, che lo definisce un cronista di nera con la passione della storia, tenta di analizzare la questione legata alla propensione del cineasta di prendere le mosse da fatti di cronaca nera come fonti di ispirazione per i propri film. La riflessione di Gosetti parte dagli anni della formazione di Lizzani come critico e storico grazie alle dottrine di György Lukács e di Arnold Haueser: «le istantanee fissate dai suoi film sono oggi un documento storico che fa da cerniera tra il racconto romanzato dei cronisti e l'analisi degli storici su un periodo cruciale del Paese» (p. 63). A proposito di tentativi di raccontare la Storia attraverso il cinema, Roberto Chiesi si interroga sul rapporto tra Pasolini e Lizzani, dai loro primi contrasti fino alla collaborazione per il film Il gobbo (1960). Spetta poi ad Antonio Valerio Spera il compito di valutare il ruolo della commedia nella filmografia dell'autore romano: genere utilizzato per indagare quel presente in cui Lizzani si trova a produrre e a realizzare pellicole, come ad esempio La vita agra (1964), in seguito analizzata da Enrico Menduni. Si passa poi al western con il focus di Roberto Silvestri sulla proliferazione del genere negli anni Sessanta, cui segue la riflessione di Daria Pomponio su Requiescant (1967). Spazio anche per l'importanza delle figure femminili nel cinema di Lizzani, sottolineata da Emanuela Martini e da Simona Argentieri. Infine si registra la minuziosa, puntuale disamina di Marco Rossitti sulla partecipazione del regista nei film a episodi.
La seconda parte del volume, Noi e Lizzani, comincia con una serie di testimonianze “familiari”, ma anche e soprattutto professionali, dei figli Flaminia e Francesco – quest'ultimo intervistato da Alberto Crespi – e del nipote nonché collaboratore Marcello Lizzani. Segue una carrellata di attestati da parte di cineasti, giornalisti, scrittori, cantautori e politici su molteplici peculiarità del carattere e delle opere cinematografiche di Lizzani. In conclusione sono riportate alcune interviste raccolte per il documentario Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani (2007) diretto da Francesca Del Sette, tra le quali quella al noto produttore Dino De Laurentiis: «se c'era qualcosa su cui non eravamo d'accordo, o lui convinceva me e io andavo avanti nella maniera sua, o io convincevo lui e si andava avanti nella maniera mia. Sempre nel rispetto e nella fiducia reciproci» (p. 194).
Le interviste a Dario Fo, suo attore ne Lo svitato (1956), e a Harvey Keitel – attore in Caro Gorbaciov (1988) che di Lizzani ricorda in particolar modo «l'amore per l'arte e per la vita che si rifletteva anche nel suo modo di lavorare» (p. 197) – chiudono un volume “omaggio” teso a ritrarre senza retorica un intellettuale a tutto tondo.
di Giuseppe Mattia
Bianco e nero, a. LXXXI, n. 597, maggio-agosto 2020
Carlo Lizzani
Indice
IO, CARLO LIZZANI
Felice Laudadio, Editoriale - Il cineasta del “noi”
Giovanni Spagnoletti, Plaidoyer per un (neo)realista poliedrico
Gian Piero Brunetta, Lo storico come testimone
Vito Zagarrio, Incroci intellettuali. La rete cross-culturale di Lizzani
Giuliano Montaldo, «Giuliano, lo faresti lattore con me?»
Neorealismo e oltre
Orio Caldiron, Luomo con la macchina da scrivere
Marco Grossi, Con De Santis, inseguendo il vento del Nord
Giovanna Branca, Achtung! Banditi!
Stefania Parigi, Ai margini della metropoli
Cristiana Paternò, Cronache di poveri amanti
La storia
Maurizio Zinni, La storia, le storie. LItalia del ‘900 e il cinema italiano nellesperienza di Lizzani
Alessandro Izzi, Loro di Roma
Emiliano Morreale, Il processo di Verona
Ermanno Taviani, Mussolini ultimo atto
Alberto Crespi, Caro Gorbaciov
Il giallo e il nero
Giorgio Gosetti, Il cronista di nera con la passione della storia
Roberto Chiesi, Pasolini, un “Gobbo” dai mille volti
Luca Pallanch, Il gobbo
Luca Pallanch, Svegliati e uccidi
Raffaele Meale, Banditi a Milano, San Babila ore 20
Domenico Monetti, Roma bene, Storie di vita e malavita
Roy Menarini, La casa del tappeto giallo
La commedia
Antonio Valerio Spera, Lizzani, la commedia e lindagine del presente
Carlo Lizzani, Il mio attore premio Nobel
Enrico Menduni, La vita agra
Il western
Roberto Silvestri, Un fiume di western a cavallo del ‘68
Daria Pomponio, Requiescant
Il film a episodi
Marco Rossitti, Nel laboratorio delle forme brevi
Gli anni di piombo
Christian Uva, La «storia immediata» degli anni di piombo
Alessandro Aniballi, Kleinhoff Hotel
Le donne
Emanuela Martini, Il regista che amava le donne
Simona Argentieri, Cattiva
La riflessione sul cinema
Anton Giulio Mancino, Maschere di celluloide
Augusto Sainati, Fare i conti con il cinema. Il lungo viaggio di Lizzani nel secolo breve
Laura Delli Colli, Celluloide
La tv
Enrico Menduni, E lo streaming gli piacerebbe?
Edoardo Zaccagnini, Maria José – Lultima regina
Venezia
Alberto Barbera, Venezia, il suo capolavoro
Paolo Mereghetti, Il cinema e tutto ciò che gli gira intorno
Il documentario
Ivelise Perniola, Il mondo ai piedi e unidea nella testa
Antonio Medici, Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato
Marco Bertozzi, Modena, una città dellEmilia rossa
Gianfranco Pannone, La muraglia cinese
NOI E LIZZANI
Flaminia Lizzani, A casa non si parla di cinema
Francesco Lizzani, Lo Zelig del cinema italiano
Marcello Lizzani, «Pronto, chi parla?». «Graziano Mesina…»
Barbora Bobulova, E poi è arrivato Lizzani, con un ruolo da regina!
Lino Capolicchio, Quella sua figura da prelato
Furio Colombo, Un intellettuale che girava dei film
Giuliana De Sio, Quando mi vietò di vedere i giornalieri
Don Backy, Sul set, controllando la Hit Parade
Antonello Fassari, Le lacrime di Aldo Fabrizi
Massimo Ghini, La giacca di Roberto Rossellini
Mino Giarda, Quel luned in cui non venne al bar
Daniele Nannuzzi, Se voleva pungere, pungeva
Giovanna Ralli, Lui, Jannacci e Tognazzi nella Milano degli anni ‘60
Aldo Tortorella, Il compagno Lizzani, dalla Resistenza al Pci di Berlinguer
Milena Vukotic, Lidea dei guanti di gomma
Francesca Del Sette, Il mio viaggio con Carlo Lizzani
Lizzani e noi
da Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani
Dino De Laurentiis
Ennio Fantastichini
Dario Fo
Harvey Keitel
Virna Lisi
Lina Sastri