Bianco e nero, a. LXXXI, n. 597, maggio-agosto 2020
Carlo Lizzani



199 pp., euro 18,00

Data di pubblicazione su web 16/11/2020

La copertina

Il numero 597 della rivista quadrimestrale a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia è interamente dedicato a Carlo Lizzani. Il fine di questa corposa pubblicazione è quello di riscattare una figura sottovalutata restituendo, attraverso una molteplicità di contributi, le sue diverse sfaccettature e i suoi approcci professionali. Con la sua opera il cineasta del noi – così definito dal direttore Felice Laudadio nell'editoriale – attraversa e supera tutta la seconda metà del Novecento in veste di regista, sceneggiatore, critico e produttore cinematografico.

Il volume si articola in due parti: Io, Carlo Lizzani, in cui viene approfondita la sua propensione a determinate attitudini e generi cinematografici; e Noi e Lizzani, che registra una serie di testimonianze di cineasti e intellettuali entrati in contatto con lui dal punto di vista sia professionale sia personale.

Nella prima parte Giovanni Spagnoletti ripercorre l'inizio della carriera cinematografica di Lizzani, a partire dai tumultuosi anni del Secondo dopoguerra con l'apprendistato del mestiere di critico e l'esordio da regista prima nel documentario e poi nel film a soggetto. Segue la riflessione di Gian Piero Brunetta sul rapporto indissolubile tra il cineasta romano e la Storia e sulla sua intenzione di «ricomporre la trama e l'ordito culturale, politico e ideologico del tessuto della storia italiana del '900 nella quale il cinema merita di avere un ruolo riconosciuto» (p. 16). Nella sottosezione Neorealismo e oltre Orio Caldiron indaga l'opera di Lizzani critico militante a partire dagli esordi in cui, giovanissimo, scriveva sulla rivista «Roma Fascista», passando per le firme sulle celebri «Film d'Oggi» e «Cinema». Nella sottosezione La storia Maurizio Zinni ritorna sull'imprescindibile legame tra la filmografia del cineasta e gli eventi che in un modo o nell'altro hanno segnato l'evoluzione politica, sociale ed economica del nostro paese, durante quello che lo storico Hobsbawm definì il “Secolo breve”. Si veda a tal proposito l'approfondimento di Christian Uva sulla rappresentazione degli “anni di piombo” da parte dello stesso Lizzani. Seguono specifiche analisi di testi filmici quali Il processo di Verona (1963) e Mussolini ultimo atto (1974) rispettivamente a firma di Emiliano Morreale e di Ermanno Taviani.

L'attenzione si sposta poi sui generi cinematografici di cui Lizzani si è servito per esprimere la propria poetica. Giorgio Gosetti, che lo definisce un cronista di nera con la passione della storia, tenta di analizzare la questione legata alla propensione del cineasta di prendere le mosse da fatti di cronaca nera come fonti di ispirazione per i propri film. La riflessione di Gosetti parte dagli anni della formazione di Lizzani come critico e storico grazie alle dottrine di György Lukács e di Arnold Haueser: «le istantanee fissate dai suoi film sono oggi un documento storico che fa da cerniera tra il racconto romanzato dei cronisti e l'analisi degli storici su un periodo cruciale del Paese» (p. 63). A proposito di tentativi di raccontare la Storia attraverso il cinema, Roberto Chiesi si interroga sul rapporto tra Pasolini e Lizzani, dai loro primi contrasti fino alla collaborazione per il film Il gobbo (1960). Spetta poi ad Antonio Valerio Spera il compito di valutare il ruolo della commedia nella filmografia dell'autore romano: genere utilizzato per indagare quel presente in cui Lizzani si trova a produrre e a realizzare pellicole, come ad esempio La vita agra (1964), in seguito analizzata da Enrico Menduni. Si passa poi al western con il focus di Roberto Silvestri sulla proliferazione del genere negli anni Sessanta, cui segue la riflessione di Daria Pomponio su Requiescant (1967). Spazio anche per l'importanza delle figure femminili nel cinema di Lizzani, sottolineata da Emanuela Martini e da Simona Argentieri. Infine si registra la minuziosa, puntuale disamina di Marco Rossitti sulla partecipazione del regista nei film a episodi.

La seconda parte del volume, Noi e Lizzani, comincia con una serie di testimonianze “familiari”, ma anche e soprattutto professionali, dei figli Flaminia e Francesco – quest'ultimo intervistato da Alberto Crespi – e del nipote nonché collaboratore Marcello Lizzani. Segue una carrellata di attestati da parte di cineasti, giornalisti, scrittori, cantautori e politici su molteplici peculiarità del carattere e delle opere cinematografiche di Lizzani. In conclusione sono riportate alcune interviste raccolte per il documentario Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani (2007) diretto da Francesca Del Sette, tra le quali quella al noto produttore Dino De Laurentiis: «se c'era qualcosa su cui non eravamo d'accordo, o lui convinceva me e io andavo avanti nella maniera sua, o io convincevo lui e si andava avanti nella maniera mia. Sempre nel rispetto e nella fiducia reciproci» (p. 194).

Le interviste a Dario Fo, suo attore ne Lo svitato (1956), e a Harvey Keitel – attore in Caro Gorbaciov (1988) che di Lizzani ricorda in particolar modo «l'amore per l'arte e per la vita che si rifletteva anche nel suo modo di lavorare» (p. 197) – chiudono un volume “omaggio” teso a ritrarre senza retorica un intellettuale a tutto tondo.



di Giuseppe Mattia

Bianco e nero, a. LXXXI, n. 597, maggio-agosto 2020
Carlo Lizzani

Indice




Indice

Indice

 

IO, CARLO LIZZANI

Felice Laudadio, Editoriale - Il cineasta del “noi”

Giovanni Spagnoletti, Plaidoyer per un (neo)realista poliedrico

Gian Piero Brunetta, Lo storico come testimone

Vito Zagarrio, Incroci intellettuali. La rete cross-culturale di Lizzani

Giuliano Montaldo, «Giuliano, lo faresti l’attore con me?»

 

Neorealismo e oltre

Orio Caldiron, L’uomo con la macchina da scrivere

Marco Grossi, Con De Santis, inseguendo il vento del Nord

Giovanna Branca, Achtung! Banditi!

Stefania Parigi, Ai margini della metropoli

Cristiana Paternò, Cronache di poveri amanti

 

La storia

Maurizio Zinni, La storia, le storie. L’Italia del ‘900 e il cinema italiano nell’esperienza di Lizzani

Alessandro Izzi, L’oro di Roma

Emiliano Morreale, Il processo di Verona

Ermanno Taviani, Mussolini ultimo atto

Alberto Crespi, Caro Gorbaciov

 

Il giallo e il nero

Giorgio Gosetti, Il cronista di nera con la passione della storia

Roberto Chiesi, Pasolini, un “Gobbo” dai mille volti

Luca Pallanch, Il gobbo

Luca Pallanch, Svegliati e uccidi

Raffaele Meale, Banditi a Milano, San Babila ore 20

Domenico Monetti, Roma bene, Storie di vita e malavita

Roy Menarini, La casa del tappeto giallo

 

La commedia

Antonio Valerio Spera, Lizzani, la commedia e l’indagine del presente

Carlo Lizzani, Il mio attore premio Nobel

Enrico Menduni, La vita agra

 

Il western

Roberto Silvestri, Un fiume di western a cavallo del ‘68

Daria Pomponio, Requiescant

 

Il film a episodi

Marco Rossitti, Nel laboratorio delle forme brevi

 

Gli anni di piombo

Christian Uva, La «storia immediata» degli anni di piombo

Alessandro Aniballi, Kleinhoff Hotel

 

Le donne

Emanuela Martini, Il regista che amava le donne

Simona Argentieri, Cattiva

 

La riflessione sul cinema

Anton Giulio Mancino, Maschere di celluloide

Augusto Sainati, Fare i conti con il cinema. Il lungo viaggio di Lizzani nel secolo breve

Laura Delli Colli, Celluloide

 

La tv

Enrico Menduni, E lo streaming gli piacerebbe?

Edoardo Zaccagnini, Maria José – L’ultima regina

 

Venezia

Alberto Barbera, Venezia, il suo capolavoro

Paolo Mereghetti, Il cinema e tutto ciò che gli gira intorno

 

Il documentario

Ivelise Perniola, Il mondo ai piedi e un’idea nella testa

Antonio Medici, Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato

Marco Bertozzi, Modena, una città dell’Emilia rossa

Gianfranco Pannone, La muraglia cinese

 

 

NOI E LIZZANI

 

Flaminia Lizzani, A casa non si parla di cinema

Francesco Lizzani, Lo Zelig del cinema italiano

Marcello Lizzani, «Pronto, chi parla?». «Graziano Mesina…»

Barbora Bobulova, E poi è arrivato Lizzani, con un ruolo da regina!

Lino Capolicchio, Quella sua figura da prelato

Furio Colombo, Un intellettuale che girava dei film

Giuliana De Sio, Quando mi vietò di vedere i giornalieri

Don Backy, Sul set, controllando la Hit Parade

Antonello Fassari, Le lacrime di Aldo Fabrizi

Massimo Ghini, La giacca di Roberto Rossellini

Mino Giarda, Quel luned’ in cui non venne al bar

Daniele Nannuzzi, Se voleva pungere, pungeva

Giovanna Ralli, Lui, Jannacci e Tognazzi nella Milano degli anni ‘60

Aldo Tortorella, Il compagno Lizzani, dalla Resistenza al Pci di Berlinguer

Milena Vukotic, L’idea dei guanti di gomma

Francesca Del Sette, Il mio viaggio con Carlo Lizzani

 

Lizzani e noi

da Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani

Dino De Laurentiis

Ennio Fantastichini

Dario Fo

Harvey Keitel

Virna Lisi

Lina Sastri