Il benemerito convegno che quasi quattro anni fa ha
portato studiosi italiani e stranieri a colloquio sulla vita e le opere di una
famiglia darte tanto celebre quanto (bibliograficamente) trascurata arriva
finalmente al grande pubblico grazie alla edizione di una attenta selezione di
contributi presentati in quella sede. Il volume fresco di stampa, curato da Marc Vanscheeuwijck, nasce a parziale
risarcimento di un vulnus che curiosamente vede i Bononcini orfani sia
di monografie specifiche, sia soprattutto di uno studio organico che metta in
relazione tra loro questi importanti compositori e musicisti. A eccezione delle
documentate voci biografiche di Lowell Lindgren per il New Grove, nonché di quel pregevole strumento di consultazione e
approfondimento che è il sito web http://www.bononcini.org/, su Giovanni Maria (1642-1678) e i figli Giovanni (1670-1747), Antonio
Maria (1677-1726) e Giovanni Maria Angelo (1678-1753) non si registra che un
arcipelago di buoni studi limitati a specifici aspetti dei singoli componenti
della famiglia modenese, con particolare predilezione per il maggiore dei tre
fratelli. La prima delle quattro sezioni tematiche che scandiscono
il volume (Idee - Editoria) si apre con un contributo di Maria Paola Del Duca sui madrigali da
camera contenuti nella Partitura de Madrigali a cinque voci sopra i
dodici tuoni del Bononcini senior (1678). Sul viale del tramonto allo
scadere del Seicento, la musica madrigalesca deve al compositore e violinista Giovanni
Maria una rinnovata fortuna, documentata in particolare presso la corte di
Vienna nel segno di un antico rapporto “protezionistico” tra mecenate e
musicista. Annarosa Vannoni e Romano Vettori si concentrano sul ruolo
dellAccademia Filarmonica di Bologna nella pubblicazione e diffusione su scala
europea della musica dei suoi affiliati, compresi i Bononcini, mettendo a punto
una sistematica ricognizione dei materiali (in gran parte inediti) conservati
presso larchivio storico dellistituzione felsinea. Per la sezione Musica strumentale Walter Kurt Kreyszig analizza le
tecniche canoniche codificate da Giovanni Maria nel suo trattato Musico
prattico (1673). Dellattività violoncellistica si occupano Guido Olivieri, che esamina due sonate
del più noto dei Bononcini ritrovate in un manoscritto napoletano presso
labbazia di Montecassino; e il medesimo Vanscheeuwijck, che incrociando fonti
iconografiche, trattatistiche e musicali traccia lidentikit dello
strumento suonato dai fratelli Giovanni e Antonio Maria nelle rispettive
performances solistiche in giro per lEuropa. Chiude la sezione la puntuale
analisi musicologica di Angela Romagnoli
in cui si rileggono sei cantate per soprano e contralto con flauto dolce e
fagotto dello stesso Antonio Maria alla luce del contesto accademico e di corte
della Casa dAustria nel primo Settecento. Nella Musica vocale Teresa Chirico esamina nuove fonti manoscritte relative a LAmor
eroico frà pastori (1696), favola pastorale su libretto del cardinale
Pietro Ottoboni e intonazione di Carlo Francesco Cesarini, Giovanni Lorenzo
Lulier e Giovanni Bononcini allestita per la prima volta nel carnevale 1696
presso il teatro dei burattini nel Palazzo della Cancelleria. Rosalind Halton fa luce su unaltra composizione
di Giovanni, quel Trionfo di Camilla dato a Napoli nel medesimo anno la
cui musica riprende quella della serenata Amor per Amore eseguita nellUrbe pochi mesi prima. Le
indagini di prima mano condotte da Elena
Abbado negli archivi fiorentini offrono nuovi spunti per tracciare una
mappatura dei luoghi di produzione e fruizione della città toscana per le quattro
messe a otto voci e organo composte da Giovanni Maria e i due oratori del
figlio Giovanni. Questultimo è al centro dei contributi di Holly Roberts, che mette a fuoco
lassociazione di amore divino, morte ed erotismo nelloratorio La
conversione di Maddalena (1701); di Chiara
Pelliccia, che propone unanalisi comparata di cinque serenate su libretti di
Silvio Stampiglia composte per Lorenza de la Cerda Colonna nella Roma degli anni
Novanta del Seicento; e di Federico
Lanzellotti, il cui approfondimento su unaltra serenata, LEuleo
festeggiante (1699), offre un fertile «scorcio sulla bottega bononciniana»
e sui «meccanismi che permisero una capillare diffusione della sua musica» (p.
265). Nella quarta e ultima sezione (Influenze) Livio Marcaletti si sofferma sulle
sperimentazioni relative a nuove tecniche di orchestrazione e pratica
performativa messe in atto da Antonio Maria alla corte cesarea nel primo
decennio del Settecento; mentre Michela
Zaccaria allarga lo sguardo a quella Margherita Balletti moglie di Giovanni
che fu comica di talento, oltre che pittrice. Corredato da Indice dei nomi e adeguata Bibliografia,
il volume si pone come buon punto di partenza per un rinnovato interesse verso
una famiglia di professionisti che seppe offrire un contributo di primo piano alla
circuitazione e alla sedimentazione della musica italiana nelle corti, nelle
accademie e nelle piazze dellEuropa cosmopolita di età barocca.
di Gianluca Stefani
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