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I Bononcini. Da Modena all’Europa (1666-1747)

A cura di Marc Vanscheeuwijck

Lucca, LIM, 2020, 372 pp., euro 38,00, Studi e Saggi 31
ISBN 97888855430272

Il benemerito convegno che quasi quattro anni fa ha portato studiosi italiani e stranieri a colloquio sulla vita e le opere di una famiglia d’arte tanto celebre quanto (bibliograficamente) trascurata arriva finalmente al grande pubblico grazie alla edizione di una attenta selezione di contributi presentati in quella sede. Il volume fresco di stampa, curato da Marc Vanscheeuwijck, nasce a parziale risarcimento di un vulnus che curiosamente vede i Bononcini orfani sia di monografie specifiche, sia soprattutto di uno studio organico che metta in relazione tra loro questi importanti compositori e musicisti. A eccezione delle documentate voci biografiche di Lowell Lindgren per il New Grove, nonché di quel pregevole strumento di consultazione e approfondimento che è il sito web http://www.bononcini.org/, su Giovanni Maria (1642-1678) e i figli Giovanni (1670-1747), Antonio Maria (1677-1726) e Giovanni Maria Angelo (1678-1753) non si registra che un arcipelago di buoni studi limitati a specifici aspetti dei singoli componenti della famiglia modenese, con particolare predilezione per il maggiore dei tre fratelli.

La prima delle quattro sezioni tematiche che scandiscono il volume (Idee - Editoria) si apre con un contributo di Maria Paola Del Duca sui madrigali da camera contenuti nella Partitura de’ Madrigali a cinque voci sopra i dodici tuoni del Bononcini senior (1678). Sul viale del tramonto allo scadere del Seicento, la musica madrigalesca deve al compositore e violinista Giovanni Maria una rinnovata fortuna, documentata in particolare presso la corte di Vienna nel segno di un antico rapporto “protezionistico” tra mecenate e musicista. Annarosa Vannoni e Romano Vettori si concentrano sul ruolo dell’Accademia Filarmonica di Bologna nella pubblicazione e diffusione su scala europea della musica dei suoi affiliati, compresi i Bononcini, mettendo a punto una sistematica ricognizione dei materiali (in gran parte inediti) conservati presso l’archivio storico dell’istituzione felsinea.

Per la sezione Musica strumentale Walter Kurt Kreyszig analizza le tecniche canoniche codificate da Giovanni Maria nel suo trattato Musico prattico (1673). Dell’attività violoncellistica si occupano Guido Olivieri, che esamina due sonate del più noto dei Bononcini ritrovate in un manoscritto napoletano presso l’abbazia di Montecassino; e il medesimo Vanscheeuwijck, che incrociando fonti iconografiche, trattatistiche e musicali traccia l’identikit dello strumento suonato dai fratelli Giovanni e Antonio Maria nelle rispettive performances solistiche in giro per l’Europa. Chiude la sezione la puntuale analisi musicologica di Angela Romagnoli in cui si rileggono sei cantate per soprano e contralto con flauto dolce e fagotto dello stesso Antonio Maria alla luce del contesto accademico e di corte della Casa d’Austria nel primo Settecento.

Nella Musica vocale Teresa Chirico esamina nuove fonti manoscritte relative a L’Amor eroico frà pastori (1696), favola pastorale su libretto del cardinale Pietro Ottoboni e intonazione di Carlo Francesco Cesarini, Giovanni Lorenzo Lulier e Giovanni Bononcini allestita per la prima volta nel carnevale 1696 presso il teatro dei burattini nel Palazzo della Cancelleria. Rosalind Halton fa luce su un’altra composizione di Giovanni, quel Trionfo di Camilla dato a Napoli nel medesimo anno la cui musica riprende quella della serenata Amor per Amore eseguita nell’Urbe pochi mesi prima. Le indagini di prima mano condotte da Elena Abbado negli archivi fiorentini offrono nuovi spunti per tracciare una mappatura dei luoghi di produzione e fruizione della città toscana per le quattro messe a otto voci e organo composte da Giovanni Maria e i due oratori del figlio Giovanni. Quest’ultimo è al centro dei contributi di Holly Roberts, che mette a fuoco l’associazione di amore divino, morte ed erotismo nell’oratorio La conversione di Maddalena (1701); di Chiara Pelliccia, che propone un’analisi comparata di cinque serenate su libretti di Silvio Stampiglia composte per Lorenza de la Cerda Colonna nella Roma degli anni Novanta del Seicento; e di Federico Lanzellotti, il cui approfondimento su un’altra serenata, L’Euleo festeggiante (1699), offre un fertile «scorcio sulla bottega bononciniana» e sui «meccanismi che permisero una capillare diffusione della sua musica» (p. 265).

Nella quarta e ultima sezione (Influenze) Livio Marcaletti si sofferma sulle sperimentazioni relative a nuove tecniche di orchestrazione e pratica performativa messe in atto da Antonio Maria alla corte cesarea nel primo decennio del Settecento; mentre Michela Zaccaria allarga lo sguardo a quella Margherita Balletti moglie di Giovanni che fu comica di talento, oltre che pittrice.

Corredato da Indice dei nomi e adeguata Bibliografia, il volume si pone come buon punto di partenza per un rinnovato interesse verso una famiglia di professionisti che seppe offrire un contributo di primo piano alla circuitazione e alla sedimentazione della musica italiana nelle corti, nelle accademie e nelle piazze dell’Europa cosmopolita di età barocca.


di Gianluca Stefani


La copertina

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