Commedia dell’Arte in Context

A cura di Christopher B. Balmé, Piermario Vescovo e Daniele Vianello

Cambridge, Cambridge University Press, 2018, 357 pp., £ 89.99
ISBN 978-1-107-02856-2

Data di pubblicazione su web 09/09/2019

La copertina

Un progetto ambizioso, quello del volume curato da Christopher B. Balmé, Piermario Vescovo e Daniele Vianello per la Cambridge University Press, ovvero: «to retrace the history of the improvvisa in light of its legendary past, with special focus on the theatrical practices and theoretical deliberations in the century which has just ended. […] To provide a thorough – albeit not necessarily exhaustive – reconstruction of a phenomenon that has significantly affected world theatre» (p. 1). In altre parole, offrire uno sguardo complessivo e di lunga durata sulla Commedia dell'Arte, dalle sue origini leggendarie al Novecento, con particolare attenzione alle ricadute nelle teorie e nelle prassi sceniche del secolo scorso.

Per realizzarlo sono stati coinvolti studiosi di vari paesi e con formazione differente, da maestri come Ferdinando Taviani e Siro Ferrone, a musicologi, italianisti, storici della danza e delle letterature comparate. I singoli contributi sono stati raggruppati in cinque sezioni tematiche: Elements; Commedia dell'Arte and Europe; Social and Cultural Conflicts; Opera, Music, Dance, Circus and Iconography; Commedia dell'Arte from the Avant-Garde to Contemporary Theatre.

Nella prima parte (pp. 17-63) Taviani, Vescovo, Riccardo Drusi e Stefan Hulfeld danno la loro personale interpretazione dei tratti distintivi del fenomeno: la dirompente novità della donna in scena; le difficoltà economiche e organizzative delle compagnie nella quotidianità di una vita sempre in viaggio; il repertorio, in bilico tra oralità e scrittura; il definirsi dei ruoli e il successivo cristallizzarsi in un'immagine stereotipata fatta di maschere e improvvisazione. I loro interventi, assieme a quelli della terza parte (pp. 131-163), in cui Bernadette Majorana e Raimondo Guarino ripercorrono le controverse relazioni con le autorità religiose e con la cultura dominante, delineano un inquadramento per temi e problemi del teatro dei professionisti.

La seconda parte (pp. 65-130) è dedicata al vitale rapporto di reciproco scambio e arricchimento tra la Commedia dell'Arte e le coeve culture teatrali europee (e non solo). Al centro il tema del viaggio, ben illustrato da Ferrone. Consustanziale alla vita dei professionisti della scena, li condusse in terre lontane e spesso ostili: in Francia (Virginia Scott) e in Inghilterra (Robert Henke); nella Penisola Iberica, dove furono attive le compagnie di Alberto Naselli (Zan Ganassa) e di Abagaro Frescobaldi (Stefanelo Bottarga) (María del Valle Ojeda Calvo); nei paesi dell'area germanica, da Monaco a Vienna (M A Katritzky); in quelli dell'Europa del Nord (Bent Holm); fino alla lontana Russia (Laurence Senelick). A guidarli la ricerca di nuovi mercati e nuove fonti di guadagno.

Perché, non lo si ripeterà mai abbastanza, la storia del teatro dei professionisti italiani in Europa, in particolare dal Cinque al Settecento, è la storia di un mestiere venduto, in cui la poliedrica sapienza performativa era essenziale per andare incontro a un pubblico sempre nuovo e dai gusti sempre differenti, da soddisfare nonostante l'ostacolo linguistico. Danza, canto, musica, recitazione, mimica furono per gli attori abilità essenziali per guadagnarsi la vita e divennero, nel corso del XVIII secolo, insostituibili opportunità per creare forme di spettacolo alternative, adatte al mutare dei tempi. Basti qui pensare al circo e alle esibizioni dei funamboli parigini, che recuperarono la tradizione attoriale mediata attraverso l'eredità dell'Ancien Théâtre Italien e del teatro della Foire. Ma anche alla ripresa di maschere e personaggi nella musica, nell'opera e nell'arte, fino alla definizione di un'iconografia che ha contribuito a creare il suo mito moderno (parte IV, pp. 165-226).

L'ultima parte del volume (pp. 227-310), come già accennato, ricerca l'eredità della Commedia dell'Arte nella cultura europea del XIX e XX secolo, quando divenne una fonte di ispirazione per quelle esperienze che volevano sottrarsi all'egemonia del testo drammatico prediligendo un teatro non verbale, legato da una parte alle capacità mimiche e acrobatiche dell'attore, dall'altra a tecniche di composizione drammatica basate sulla creazione collettiva e sull'improvvisazione. Alludo ai pionieri del teatro di regia come Gordon Craig, Jacques Copeau, Charles Dullin, Louis Jouvet, Nikolai Evreinov, Vsevolod Meyerhold, Konstantin S. Stanislavski, Aleksandr Tairov, Yevgeny Vakhtangov, Sergei Radlov e Max Reinhardt; a grandi mimi come Jean-Louis Barrault e Marcel Marceau, ma anche a Jacques Lecoq, Ariane Mnouchkine, Eduardo de Filippo, Giorgio Strehler, Dario Fo, che hanno contribuito a far riscoprire la centralità del corpo dell'attore.


Indice

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Notes on Contributors

Acknowledgements

 

Daniele Vianello, Introduction: Commedia dell’Arte: History, Myth, Reception

 

PART I ELEMENTS

Ferdinando Taviani, Knots and Doubleness: The Engine of the Commedia dell’Arte

Riccardo Drusi, Popular Traditions, Carnival, Dance

Stefan Hulfeld, Notebooks, Prologues and Scenarios

Piermario Vescovo, Between Improvisation and Book


PART II COMMEDIA DELL’ARTE AND EUROPE

Siro Ferrone, Journey

Virginia Scott, France

María del Valle Ojeda Calvo, The Iberian Penisula

M A Katritzky, German-Speaking Countries

Laurence Senelick, Eighteenth-Century Russia

Robert Henke, England

Bent Holm, Northern Europe

 

PART III SOCIAL AND CULTURAL CONFLICTS

Bernadette Majorana, Commedia dell’Arte and the Church

Raimondo Guarino, Commedia dell’Arte e Dominant Culture

 

PART IV OPERA, MUSIC, DANCE, CIRCUS AND ICONOGRAPHY

Anne MacNeil, Commedia dell’Arte in Opera and Music 1550-1750

Andrea Fabiano, From Mozart to Henze

Stefano Tomasini, Commedia dell’Arte in Dance

Sandra Petrini, The Circus and the Artist as Saltinbanco

Renzo Guardenti, Iconography of the Commedia dell’Arte

 

PART V COMMEDIA DELL’ARTE FROM AVANT-GARDE TO CONTEMPORARY THEATRE

Franco Ruffini, Stanislavsky and Meyerhold

Marco Consolini, Copeau and the Work of the Actor

Franco Vazzoler, Staging Gozzi: Meyerhold, Vakhtangov, Brecht, Besson

Erika Fischer-Lichte, Staging Goldoni: Reinhardt, Strehler

Teresa Megale, Eduardo de Filippo and the Mask of Pulcinella

Paolo Puppa, Dario Fo, Commedia dell’Arte and Political Theatre

Mirella Schino, Commedia dell’Arte and Experimental Theatre

 

Christopher B. Balme, Conclusion: Commedia dell’Arte and Cultural Heritage

 

Glossary

Bibliography

Further Reading

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