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Georg Friderich Handel. Collected documents. III. 1734-1742

A cura di Donald Burrows, Helen Coffey, John Greenacombe e Anthony Hicks

Cambridge, Cambridge University Press, 2018, 944 pp., £ 120,00 ($ 180,00)
ISBN 9781107019553


È uscito il terzo volume dell’enciclopedico regesto documentario su George Frideric Handel a cura di Donald Burrows, Helen Coffey, John Greenacombe e Anthony Hicks per i tipi della Cambridge University Press. In attesa del quarto e ultimo tomo, la cui pubblicazione è prevista per il novembre prossimo, il ponderoso compendio critico messo a punto dall’équipe di specialisti, coadiuvati da Tom Seymour Evans e Tessa Whitehouse, riparte là dove si era interrotto: la fine ingloriosa del quinquennio con la nuova Royal Academy of Music al King’s Theatre, messa a dura prova dalla concorrenza della Opera of the Nobility al Lincoln’s Inn Fields fondata nel 1734 dal partito anti-händeliano sotto la direzione del cantante Francesco Bernardi detto il Senesino e del librettista Paolo Rolli con l’appoggio della nobiltà locale.

 

Quelli che seguono sono anni difficili per Handel, di vertiginosi successi e di altrettanto clamorosi fallimenti. Nel 1734 il compositore entra in società con l’impresario John Rich al Convent Garden, battendosi ancora come un leone contro la compagnia rivale (nelle cui fila milita l’astro Farinelli) fino al 1737, quando entrambe le imprese finiscono in bancarotta. Nell’aprile di quell’anno è vittima di un colpo apoplettico che gli compromette gravemente l’uso di quattro dita della mano destra, impedendogli di esibirsi ma non di scrivere. Se l’ultimo lavoro teatrale da lui composto è Deidamia, rappresentata al Lincoln’s Inn Fields per tre recite nel 1741 tra i tiepidi consensi di un pubblico ormai esausto dell’opera italiana, sono gli oratori a riportarne in auge la carriera. Dopo Athalia, primo oratorio inglese (1733), decretano il suo successo nell’ambito della composizione sacra Alexander’s Feast (1736), Saul (1738), Israel in Egypt (1739) e Messiah (1741). Soprattutto quest’ultimo riceve un’accoglienza trionfale a Dublino, città in cui il cinquantaseienne compositore si è trasferito nel novembre di quell’anno cimentandosi in una fortunata serie di concerti fino al giugno seguente.

 

Come nei precedenti volumi, il catalogo esemplato su quello classico di Otto Erich Deutsch (New York, Norton & Company, 1955) mette insieme documenti che si riferiscono direttamente o indirettamente alla vita e alle opere di Handel. Fonti manoscritte di vario tipo – legali, finanziarie, diplomatiche, ecclesiastiche, epistolari, diaristiche – non di rado inedite e, là dove già pubblicate, trascritte ex novo dagli originali o al più da facsimili (le trascrizioni di seconda mano sono opportunamente segnalate). Fonti a stampa quali libretti di opere e oratori, pamphlet satirici, inserzioni pubblicitarie che registrano l’annuncio di recite, concerti ed edizioni musicali, reportage di quotidiani londinesi o di giornali di provincia. Non mancano, specie là dove la documentazione scarseggia o è del tutto assente, brani tratti dalla biografia “ufficiale” di Handel a firma di John Mainwaring (Memoirs of the Life of the Late George Friedrich Handel, 1760), oppure racconti desunti dall’opera di Charles Burney (1771-1785), John Hawkins (1776) e William Coxe (1799): testimonianze che, sia pure non sempre affidabili, forniscono informazioni di prima mano spesso insostituibili.  

 

Tutti i documenti in questione sono ordinati cronologicamente. Ogni voce è organizzata per schede, contrassegnate da una data e da un titoletto esplicativo cui segue la trascrizione, in lingua originale, del documento, più la traduzione in inglese per i testi non anglosassoni. Conciso ed essenziale il commento critico a corredo, dove è sempre indicata la fonte con rimando alla bibliografia essenziale, e dove si forniscono informazioni mirate alla comprensione del documento stesso.

 

L’edizione è arricchita da riproduzioni di autografi e altre testimonianze figurative, nonché presenta un’ampia bibliografia in costante aggiornamento. Il sistema degli indici – delle opere, dei nomi e generale – facilita la consultazione di una risorsa imprescindibile per tutti gli studiosi handeliani e non solo.


di Gianluca Stefani


La copertina

cast indice del volume


 



 
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