Il
numero 7 della nuova serie di «Studi goldoniani» si apre con il commosso addio
di
Gilberto Pizzamiglio all'amico e collega
Cesare De Michelis, esimio studioso del Settecento e codirettore della
rivista.
Negli
Studi Valentina Gallo analizza le Lettere dedicatorie preposte da Carlo
Goldoni alle edizioni a stampa delle sue opere. In tali componimenti la
studiosa individua una progettualità precisa da parte dell'autore che,
superando la retorica encomiastica, si sviluppa secondo logiche narrative e che,
tradendo le strategie di promozione, imbastisce col destinatario un legame
quasi informale, da pari a pari.
Emilien Rouvier prende in esame la
traduzione italiana che Goldoni fece del suo Bourru bienfaisant / Burbero
di buon cuore, unico esempio (insieme all'Avare fastueux) di adattamento dal francese di una commedia per
mano dell'autore stesso. Con i suoi tagli, le revisioni, le aggiunte, l'opera costituisce
un'importante cartina tornasole di come il drammaturgo interpretasse il suo
lavoro in relazione a pubblici differenti: la trasposizione in un'altra lingua
non poteva limitarsi a un calco letterale, ma doveva essere orientata in
funzione del gusto locale, secondo una logica che tenesse conto anzitutto della
rappresentazione sulle scene e dunque del destinatario finale.
Di
grande interesse e rilievo documentario sono le rivelazioni contenute nel
saggio firmato a quattro mani da Simona
Bonomi e Piermario Vescovo. Mediante
un'approfondita ricerca d'archivio, sono qui ricostruiti snodi importanti circa
la composizione e l'evoluzione della compagnia Medebach, svelando ad esempio l'identità
di Maddalena Marliani, figlia di Domenico Facchinetti anziché (come si è a
lungo creduto) sorella di Gasparo Raffi. Il sodalizio con la troupe di Girolamo
Medebach segna per il commediografo veneziano, rientrato dalla Toscana, una
tappa fondamentale, con una più definita “separazione delle carriere” tra l'autore
di drammi per musica e il poeta di compagnia.
Eduardo Rescigno pone all'attenzione del
lettore la fortuna del Matrimonio per
concorso di Goldoni: dalla commedia del 1763 alla Gazzetta (1816) di Giuseppe Palomba-Gioachino Rossini, passando per
La gazzetta (1789) di Giuseppe
Petrosellini, Il matrimonio per concorso
(1813) di Giuseppe Foppa e l'opera buffa di Gaetano Rossi Avviso al pubblico (1814). Sotto la lente dello studioso finisce in
particolare la trasformazione del personaggio principale, il commerciante
Pandolfo, verso il carattere del buffo napoletano.
Gli
studi di Marzia Pieri sul teatro del
Settecento si arricchiscono di un ulteriore tassello con questo contributo dedicato
a Pier Jacopo Martello e al suo solidale rapporto con il comico Luigi
Riccoboni, in Arte Lelio. La concezione di un teatro rinnovato che combinasse dignità
del verso e dei contenuti, pur così ben delineata dall'intellettuale bolognese (tanto
da influenzare anche l'opera goldoniana), era però destinata a rimanere
intrappolata in una forma teorica troppo distante dalla pratica dei
palcoscenici.
L'Ambleto di Apostolo Zeno e Pietro
Pariati e i suoi dodici adattamenti sono l'oggetto dello studio di Anna Laura Bellina. L'opera conobbe
nelle sue riproposizioni da Venezia (1706) a Strasburgo (1750) sostanziali
rimaneggiamenti a livello drammaturgico e partiture musicali su misura. Si
esamina qui in particolare l'adattamento di Nicolino Grimaldi per l'allestimento
del 1712 al Queen's Theatre di Londra, a noi noto grazie alla stampa
dell'editore John Walsh.
Elena Zilotti indaga proficuamente il
fallimento scenico del Prigioniero,
commedia di Francesco Albergati Capacelli rappresentata il 3 luglio 1773 dalla
compagnia di Antonio Sacco, così ricca di didascalie e dettagli da complicarne
l'allestimento e il lavoro dei comici. Dopo la vittoria riportata al Concorso
Teatrale di Parma dello stesso anno, l'infelice esito del Prigioniero sulle scene conferma una volta di più la distanza tra la
pratica teatrale di una compagnia eccellente seppur legata alla tradizione
dell'Arte e una drammaturgia ambiziosa ma intimamente riferita a una produzione
cortigiana e intellettuale.
Nella
sezione dedicata alle Rassegne, Emanuela Chichiriccò ripercorre la
vicenda editoriale del Teatro comico
all'osteria del Pellegrino di Carlo Gozzi, luogo privilegiato della satira nei
confronti del rivale Carlo Goldoni, opera curiosamente pubblicata solo dopo
quarant'anni di circolazione manoscritta.
Chiudono il volume i
preziosi apparati della Bibliografia
goldoniana, a cura di Sandro
Frizziero, e dell'Indice dei nomi e
delle opere.
di Lorenzo Galletti