La
pubblicazione delle Corrispondenze dei Comici dellArte diretta da Siro Ferrone (Firenze, Le Lettere,
1993) e quella dei carteggi dei “principi impresari” Giovan Carlo e
Mattias de Medici curata da Sara
Mamone (ivi,
rispettivamente 2003 e 2013) ha dimostrato limportanza dello studio delle
lettere sia per aggiornare con notizie di prima mano le nostre conoscenze sul
teatro professionistico e lo spettacolo di corte e daccademia; sia, in più
larghe campiture, per meglio ricostruire quella rete di relazioni e reciproci
scambi che è alla base della nostra storia sociale e culturale. Non si può
dunque che guardare con interesse al progetto promosso dal gruppo di ricerca Archilet reti epistolari. Archivio delle
corrispondenze letterarie di età moderna (secoli XVI-XVII) finalizzato alla
creazione di un database liberamente
consultabile on line in cui
raccogliere i carteggi italiani del Cinque-Seicento. Con uno sguardo attento
allEuropa: la lettera come «strumento di straordinaria efficacia, in grado di
far emergere un sostrato culturale omogeneo» (p. 12).
Larchivio,
disponibile allindirizzo www.archilet.it, è in costante aggiornamento e registra corrispondenze letterarie edite (in
stampe antiche o moderne) e inedite. Per ogni documento viene fornita una sorta
di scheda anagrafica che riporta mittente, destinatario, data della lettera (effettiva
o congetturale), luogo di spedizione e di ricezione, persone e cose notevoli
citate nel testo con un breve sunto del contenuto, incipit, origine (manoscritto o edizione) e compilatore della
scheda. Inoltre, quando questo è disponibile in altri siti open source (come Google books) o in riproduzione digitale (previo
accordo con le istituzioni di conservazione), un apposito link rinvia al testo integrale dellepistola.
Allattività
di regesto si affianca quella della pubblicazione in open access. Già disponibili uno studio dedicato a Torquato Tasso
(2016) e gli atti che qui si presentano del convegno Per uno studio delle corrispondenze letterarie di età moderna
(Bergamo, 11-12 dicembre 2014). Il denso volume propone ventotto saggi divisi in
tre sezioni tematiche e una Introduzione a
firma dei curatori Clizia Carminati,
Paolo Procaccioli, Emilio Russo e Corrado Viola (pp. 9-25).
Tra
i Problemi sono raccolti quegli
interventi che, partendo dallo specifico di un epistolario, si interrogano su
aspetti di portata più generale. Così Procaccioli, sulla scia di Aretino,
valuta i sistemi di datazione adottati nei libri a stampa del Cinquecento (pp.
29-44) e Claudia Berra i possibili
rapporti tra il lavoro di edizione e di schedatura e i problemi di
indicizzazione di un corpus inedito
(pp. 45-53). Russo indaga quattro autografi di Tasso (pp. 55-66); mentre
Carminati, attraverso lesempio di Marino e Chiabrera, sottolinea i vantaggi di
uninchiesta condotta in parallelo tra due diversi nuclei epistolari (pp.
67-76).
I
contributi delle sezioni di taglio cronologico propongono riflessioni frutto di
ricognizioni di prima mano. Per il Cinquecento sono da segnalare quelli di Leonardo Quaquarelli sul bolognese
Girolamo da Casio, un mercante darte ancora poco noto (pp. 99-116); di Paolo Marini che, indagando
lepistolario del Bibbiena, dimostra come la lettera diplomatica diventi presto
lo spazio letterario privilegiato per un sottile gioco di autorappresentazione
oltre che utile fonte per la gestualità cerimoniale cortigiana (pp. 79-98). Di
segno opposto i saggi di Enrico
Garavelli e Giulia Grata. Se il
primo si sofferma sui problemi editoriali che pone il corpus delle lettere di Annibal Caro (pp. 125-144), laltro si
confronta con il carteggio di Sperone Speroni, per il quale disponiamo di
unedizione attendibile, anche se incompleta (pp. 145-162). Diversi ancora i
casi di Claudio Tolomei, maestro riconosciuto della prosa epistolare
cinquecentesca, qui studiato da Francesco
Lucioni (pp. 165-178), e di quell«instancabile produttore di lettere» che fu Anton Francesco Doni su cui si è
concentrato Gianluca Genovese (pp. 179-191:
179). Punti di vista diversi, ma che, se incrociati, evidenziano la centralità
tanto della proposta editoriale del materiale epistolare, quanto della
discussione su quel materiale.
Anche il Seicento viene affrontato da differenti
angolazioni, in parte parallele a quelle del secolo precedente. Non a caso la
sezione si apre con un intervento di Myriam
Chiarla su Angelo Grillo, figura tra le più significative nella transizione
alletà barocca, amico di Tasso e di Marino, responsabile di una significativa
raccolta che pone rilevanti questioni: il rapporto tra letteratura e arte, in
particolare in relazione a Chiabrera e al pittore Bernardo Castello,
richiamando il citato contributo di Carminati; la relazione tra lettere a
stampa e testimoni manoscritti, già al centro di numerosi saggi dedicati al XVI
secolo; la rete di contatti culturali tra i letterati e, più in generale, tra
gli “uomini di cultura” (pp. 321-332). Confermando la validità del progetto
Archilet, che considera i testi epistolari come veicolo di informazioni sugli autori, sulle loro opere, sulle
questioni più dibattute della letteratura italiana, ma soprattutto sullaspetto relazionale della
comunicazione epistolare, nellintento di ricostruire la rete culturale entro la quale ogni
autore ha operato.
di Lorena Vallieri
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