Il numero autunnale di «Hystrio» si apre con la Vetrina in cui trova posto un contributo a più mani firmato da Roberto Rizzente, Diego Vincenti, Alessandro
Toppi, Laura Bevione e Ilaria Angelone sugli esiti delle assegnazioni dei contributi FUS
(Fondo unico per lo spettacolo) per il triennio 2018-2020. Non mancano segnali
di squilibrio nelle attribuzioni finanziarie che penalizzerebbero soprattutto
il sud, accompagnate da prevedibili polemiche. A Marinella
Guatterini spetta lintervento dedicato a Dimitris Papaioannou, artista visivo,
regista e coreografo sensibile al teatro-danza di Pina Bausch contaminato da
elementi di arte povera, salito alla ribalta con tre pièces (Primal Matter, Still Life e The Great Tamer). Citando passi di un discorso tenuto da Tiago
Rodrigues agli allievi dellEcole des Maîtres di Parigi sulle
lingue continentali e sullimportanza veicolare della traduzione, Roberto
Canziani ricostruisce lidentità culturale di questo regista, attore e sceneggiatore
prossimo a ricevere a San Pietroburgo il prestigioso Premio Europa per il
Teatro-Realtà Teatrali 2018. Il viaggio di Teatromondo
inizia dal Festival di Edimburgo. Dalla dettagliata relazione di Maggie Rose
emerge un clima di tensione post Brexit
che si ritrova nei tanti spettacoli di cabaret politico e in testi come Brexit di Robert Kahn e Tom Salinsky. Primeggiano
anche le opere di e su donne tra le quali si segnalano Meek e Angry Alan di Penelope
Skinner e Games di Henry Naylor.
Copiosa la presenza alla manifestazione di nomi illustri, da Peter Brock con The Prisoner a Garry Hynes con il
beckettiano Waiting for Godot. Laura Caretti si sofferma sul successo di Lehman Trilogy
scritta da Stefano Massini e adattata da Ben Power per la messinscena al
National Theatre di Londra con la regia di Sam Mendes e con Simon Russell Beale,
Ben Miles e Adam Godley applauditi protagonisti. Si prosegue con il Festimôme, rassegna di arti da strada di Aubagne in Provenza
che, secondo Franco Ungaro, ha rafforzato la sua dimensione internazionale
ospitando, tra i tanti, il trio sudamericano Cia dela Praka, il duo spagnolo formato
da Vole temps e da Firenza Guidi. Pur penalizzato dai tagli finanziari statali in
parte coperti da contributi comunali, lannuale Festival di Almada in Portogallo
– scrive Roberto Canziani – ha confezionato un cartellone interessante e
artisticamente pregevole per la presenza di David Marton, Pippo Delbono e della
compagnia Teatro de Babel. La tappa successiva di Teatromondo è a Vienna dove Irina Wolf dà notizia di due importanti
rassegne: Wiener Festwochen e ImPulsTanz. Nella prima spiccano la messinscena
visionaria dellOrestea di Eschilo da
parte di Ersan Mondtag, linstallazione di denuncia politica The Walking Forest di Christiane Jatahy e
lesibizione del duo di Barcellona El Conde de Torrefiel in La Plaza, manifesto per la tolleranza e
il pacifismo. Il legame della danza con la musica e le arti visive costituisce
il filo conduttore di ImPulsTanz grazie alla partecipazione di qualificati
artisti tra cui la compagnia Liquid Loft, Ivo Dimchev e Louise Lecavalier. La stessa Wolf si sposta a Salisburgo per assistere
allomonimo festival: oltre alla presenza di personaggi del calibro di Riccardo
Muti, Cecilia Bartoli, Romeo Castellucci, Johan Simon, sono stati applauditi Jan Lauwers, regista, coreografo e scenografo de Lincoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi,
e Krzysztof Warlikowski per lallestimento di The Bassarids di Hans Werner Henze. Si individuano tematiche politiche
in diversi spettacoli di prosa, segnatamente in Hunger, che il regista Frank Castorf trae dallomonimo romanzo di Knut
Hamsun, e ne I persiani di Eschilo
secondo la lettura scenica di Ulrich Rasche. Alla corrispondenza
di Mara Serina, relativa al Festival Korespondance tenuto nel Castello di Ždár
di Praga, segue il contributo di Fausto Malcovati che racconta la lotta alla
successione per la direzione del Teatro dArte di Mosca dopo la scomparsa di Oleg
Tabakov. La contesa tra Sergej Ženovač e Konstantin
Bogomolov, che si è consumata anche a livello artistico con una parallela
rappresentazione delle Tre sorelle di
Čechov, è stata decisa dal Ministero della Cultura a favore del primo candidato. A conclusione
della sezione Teatromondo si legge
lintervento di Laura Caparrotti sullannuale manifestazione Shakespeare in the Park di New York: sul
palcoscenico montato al Central Park si alternano in un confronto con testi del
drammaturgo inglese prestigiosi artisti di Broadway e del cinema. Giuseppe Liotta
e Roberto Rizzente curano il Dossier Bergman
100 con un pezzo di apertura di Goffredo Fofi, attento soprattutto a
individuare i maestri ispiratori del regista svedese (riconosciuti in Alf Sjöberg
e August Strindberg) per poi soffermarsi sui legami con il cinema e il teatro.
I rapporti con la religione protestante e la società sono largomento dellapprofondimento
di Vanda Monaco Westerståhl. Con Massimo
Ciaravolo si entra nellambito della produzione drammaturgica bergmaniana che
annovera una quindicina di drammi influenzati da Strindberg e Ibsen, dei quali
qui si presenta una sintetica e limpida panoramica a partire dalliniziale La morte di Kaspar (1942). Anche il
cinema è influenzato dalla scrittura visionaria di Strindberg assurta a modello
di riferimento, come dimostra Franco Perrelli per Il settimo sigillo (1958) e Il
posto delle fragole (1957). Nelle regie teatrali si afferma invece il
realismo proprio della tradizione svedese. Questultimo aspetto è approfondito
da Antonello Motta: «nelle sue messinscene [Bergman] non ha proprio inventato
nulla di rivoluzionario» (p. 38) se si considerano gli allestimenti realizzati
dal 1951 al 2002 al Teatro reale Drammatico di Stoccolma, di cui è stato anche
direttore. Risale al 1970
lesordio italiano di Bergman con Il
sogno di Strindberg alla Biennale Prosa di Venezia seguito da altri otto
spettacoli fino allultimo Markisinnan de
Sade al TeatroFestival di Parma nel 1991. Si tratta, come spiega Giuseppe
Liotta, di allestimenti molto applauditi seppur di limitato consumo popolare,
mentre di maggiori considerazioni godono i testi strindberghiani grazie alle
iniziative di Gabriele Lavia, Federico Olivetti, Maurizio Panici. La versione
cinematografica del Flauto magico di Mozart
a opera di Bergman (1975) è al centro del contributo di Giuseppe Montemagno che
si sofferma sulle atmosfere teatrali alimentate da trucchi ed effetti speciali.
Trucchi ed effetti speciali messi a frutto anche nel cortometraggio Il ballo delle ingrate che il regista
svedese trae da Claudio Monteverdi (1975). Tra i tanti testi bergmaniani,
quello più rappresentato è Scene da un
matrimonio: in merito Sandro Avanzo illustra le due ultime produzioni
presentate al Napoli Teatro Festival, luna curata da Safy Nebbou e laltra da Andrej
Konchalovskij. Di Roberto
Rizzente lintervista a Liv Ullmann, fedele collaboratrice di Bergman quindi
preziosa testimone dei segreti del suo lavoro teatrale (si pensi a Sei personaggi in cerca dautore, 1953)
e del suo rapporto con gli attori. Lintervista si chiude con alcune osservazioni
sulleredità artistica lasciata dal grande regista. Interprete con Erland
Josephson di Fanny e Alexander (1982),
Gunn Wållgren è attrice di libere vedute artistiche spesso in contrasto con il
rigore e la disciplina di Bergman, come si legge nella lettera di Leif Zern
indirizzata a Vanda Monaco. Completa questo ricco dossier lintervento di Fabio Pezzetti Tonion dal quale emerge il
travaso espressivo dal teatro al cinema che da un lato trasferisce la
dilatazione del dialogo e la centralità del corpo dellattore; dallaltro si allontana attraverso lelaborazione di
un linguaggio innovativo capace di «raggiungere una propria autenticità nella
resa dei sentimenti» (p. 51). Nella sezione Teatro ragazzi Mario Bianchi offre
unampia panoramica delle rassegne estive Vimercate Ragazzi Festival e Colpi di
Scena e della settima edizione del Premio Scenario Infanzia che ha consegnato
la palma del vincitore allo spettacolo Storto
di InQuanto Teatro. I protagonisti della giovane scena/54, secondo la stima di Fabio Pezzetti Tonion, sono i sei finalisti della
seconda edizione di Forever Young organizzata dalla Corte Ospitale di Rubiera. Sul
gradino più alto del podio sale la compagnia Thea Dellavalle/Irene Petris con
la rappresentazione di The Dead Dogs
di Jon Fosse. La consueta e corposa
sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli
spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le pagine dedicate alla danza e
alla lirica. Il testo pubblicato
è LEA R., libero
adattamento dal Re Lear di Shakespeare firmato da Michele Ruol, vincitore
del Premio Hystrio-Scritture di Scena 2018.
Nella ricca Biblioteca Ilaria
Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità
editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. Le tante e utili
informazioni de La società teatrale sono offerte da Roberto
Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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