Nelle pagine di apertura di questo doppio numero
estivo di «Theaterheute» si analizzano i principali festival teatrali dellarea
tedesca che si sono svolti a primavera.
Si inizia con il Wiener Festwochen curato
da Tomas Zierhofer-Kin che imprime
alla manifestazione della capitale austriaca un carattere internazionale,
variegato nei linguaggi. Il fiore allocchiello è la messinscena di Die Troerinnen di Jean-Paul Sartre curata dal coreano Ong Keng Sen, seguita dalla performance Häusliche Gewalt Wien di Markus
Öhrn. Lincontro tra musica, arte e teatro caratterizza la rassegna “Deep Fridays”
a cura della statunitense Angela Mattox,
nonché gli spettacoli The Walking Forest
della regista brasiliana Christiane
Jatahy, Lhabitude di Jean Michel Bruyère con il collettivo
LFKs e CHEKOV – Fast & Furious
del gruppo franco-austriaco Superamas. Di rilievo il musical-teatro delle marionette The 2nd Season del canadese Josh Dolgin che critica duramente il
capitalismo contemporaneo. Critiche in parte condivise da La Plaza del duo El Conde de Torrefiel. Una delle tante rivelazioni
del festival viennese è
stato il performer Mohamed El Khatib
che con Stadium ha messo alla berlina
il sistema del calcio odierno sempre meno incline ai valori sportivi perché
sopraffatto dalle leggi di mercato.
Ricco di novità anche il Kunstenfestival
des Arts di Bruxelles curato da Christophe
Slagmuylder. Nel programma figura la performance di danza di Alice Ripoll aCORdo interpretata da quattro ballerini brasiliani della compagnia
REC. Milo Rau si fa applaudire con Die Wiederholung, novità affidata alle
competenze di attori quali Sara De
Bosschere, Suzy Cocco, Sébastien Foucault, Johan Leysen. Mitra è la storia turbolenta di uno psichiatra di Teheran messa in
scena dal regista cinematografico Jorge León.
Non trascurabile è Paradise Now (1968-2018), un omaggio di Michiel Vandevelde allomonimo e
leggendario spettacolo del Living Theatre.
Cè molta cultura africana filtrata dallanalisi
dei rapporti con lEuropa in età postcoloniale negli spettacoli del festival
Theaterformen di Hannover diretto da Martine
Dennewald. La scrittrice keniota Ogutu
Muraya propone un toccante resoconto storico in Fractured Memories e in Because
I always Feel like Running. Il trauma della guerra in Ruanda è evocato dai movimenti della
ballerina Dorothée Munyaneza in Samedi Détente, mentre JungFrau è un dramma famigliare ricavato
dallomonimo racconto di Mary Watson,
affidato alla regia di Jade Bowers e interpretato da Tracey-Lee Oliver, Carla
Classen, Ameera Patel, Jaques De Silva. Tra gli spettacoli di maggior
spessore artistico figurano anche Saigon
di Caroline Guiela Nguyen, Collision dellaustraliana Lynette Wallworth, Independent Living del giapponese Takuya Murakawa e Mitleid. Die
Geschichte des Maschinengewehrs di Milo Rau che consegna a Ursina Lardi un monologo in cui si
denuncia luso di armi tedesche nei bombardamenti sulla Siria da parte
dellesercito turco nel gennaio 2018.
Lultima rassegna in esame è
Impulse-Festival NRW, dedicata al teatro indipendente. La nuova direzione di Haiko Pfost ha garantito visibilità a
talentuosi artisti emergenti come
Teresa Vittucci in All Eyes On. Si segnalano inoltre: la riflessione sul tema del
corpo animata dalla performance di sei ballerini in Apollon di Florentina
Holzinger; lo sguardo sul mondo delle lesbiche e della prostituzione in Pink Money di Antje Schupp; nonché la lettura del sadomasochismo in chiave
umoristica proposta da Roland
Rauschmeier e Alex Bailey in Consumption as a Cause of Coming into Being.
Le recensioni delle principali produzioni
di fine stagione realizzate nei paesi di lingua tedesca sono raccolte nella
sezione Aufführungen. Al Deutsches
Theater di Berlino nellambito della manifestazione “Lange Nacht der
Autor_innen” sono stati sottoposti alla giuria spettacoli tratti da testi
inediti. In Stanniolpapier di Björn SC Deigner
è la parabola esistenziale di una prostituta, messa in scena con la regia di Sebastian Hartmann e linterpretazione
di Linda Pöppel, Frank Büttner e Manuel Harder. Degno di nota anche Eine
Version der Geschichte di Simone
Kucher, in cui i rapporti conflittuali di un violinista americano con il
mondo e il suo nucleo famigliare sono stati rappresentati con successo da Isabelle Menke, Christian Baumbach, Ludwig
Boettge, Matthias Neukirch. Infine
ricordiamo europa flieht nach europa di Miroslava Svolikova: unamara riflessione sul
futuro del Vecchio Continente. Tra gli attori spiccano Marta Kizyma, Valentin Postlmayr,
Sven Dolinski e Alina Fritsch.
Allo Schauspiel di Colonia Ersan Mondtag ha curato la regia di Wonderland Ave di Sibylle Berg, uno spettacolo ambientato in un futuro distopico
caratterizzato dal definitivo sopravvento dellintelligenza artificiale che
relega luomo a semplice comparsa. Pubblicato in versione integrale nella
sezione Das Stück di questo numero di
«Theaterheute», il dramma è stato interpretato da Kate Strong e Bruno Cathomas.
È stato presentato in prima assoluta sui palcoscenici
tedeschi il dramma Im Herzen der Gewalt
di Thomas Ostermeier, ricavato
dallomonimo romanzo autobiografico di Édouard
Louis. Al centro della vicenda si pone una truce storia di violenza,
omofobia e criminalità recitata allo Schaubühne di Berlino da Renato Schuch, Alina Stiegler, Christoph
Gawenda e Laurenz Laufenberg. Si
colora di effetti barocchi la messinscena di Dom Juan di Molière da
parte di Frank Castorf che, oltre a
ribadire il carattere seducente del personaggio, evidenza la sua forza
trasgressiva rispetto ai codici morali e religiosi. Applausi per il protagonista
Aurel Manthei affiancato da Franz Pätzold, Marcel Heuperman, Nora
Buzalka, Bibiana Beglau
(produzione Residenztheater di Monaco).
In Akteure
si legge il profilo artistico di Franziska
Hackl, attrice viennese classe 1983 formatasi al Max-Reinhardt-Seminar, poi scritturata dallo
Stadttheater di Magonza, dal Theater am Kurfürstendamm di Berlino e dai
Kammerspiele di Amburgo. Hackl si è “rivelata” nel 2011 in Grillenparz di Thomas Artz
allo Schauspielhaus di Vienna (regia di Andreas
Beck) per poi trionfare al Theater di Basilea per merito di Simon Stone che lha resa protagonista
del cechoviano Drei Schwestern e di Hotel Strindberg allestito dal medesimo regista.
A René
Pollesch è stato recentemente assegnato a Colonia il premio Jürgen Bansemer
& Ute Nyssen. In questa occasione il celebre drammaturgo-regista ha parlato
del teatro tedesco contemporaneo e dei suoi rapporti politici e culturali con
la società, per poi soffermarsi sulle sue principali creazioni: da Sex (Volksbühne in Prater di Vienna,
2002) a Kill Your Darlings! Streets of
Berladelphia! (Volksbühne di Berlino,
2012).
di Massimo Bertoldi
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