Sono
tre i saggi ospitati in questo nuovo numero della rivista diretta da Luca Massimo Barbero. In
apertura Cristina Guarnieri si
occupa delle Storie di santa Lucia della
Pinacoteca Comunale di Fermo, capolavoro del tardogotico italiano realizzato da
Jacobello del Fiore nei primi anni del quindicesimo secolo. Attraverso puntuali
rilevazioni tecnico-scientifiche si dimostra che le otto tavolette istoriate che
compongono lopera, erroneamente ritenute parti di un polittico o di un dossale
smembrati, sono in realtà gli elementi completi di una “pala ribaltabile”: una
particolare tipologia di manufatto diffusa in area veneziana la cui funzione
era quella di occultare-esporre alla venerazione dei fedeli le reliquie dei
santi martiri grazie a un congegno che consentiva il rovesciamento delle ante.
Jacobello del Fiore, Pala di Santa Lucia. Fermo, Pinacoteca Comunale
Massimo Negri rilegge la
scultura vicentina primo-quattrocentesca alla luce dellattività professionale
di Nicolò da Venezia, di Antonio da Mestre e del Maestro dei Boccalotti. In
questa proficua ricognizione dellopera dei tre grandi iniziatori della scuola
locale spicca linedita attribuzione alla bottega dello scultore mestrino di
una statua con un Santo vescovo
appartenente allantico convento di Santa Maria del Cengio a Isola Vicentina. Paolo Delorenzi esamina la
raccolta di incisioni Varij disegni de
camini de gabineti inventati et incisi di Giorgio Fossati, antesignana
delle ben più note Diverse maniere
dadornare i cammini di Giambattista Piranesi (1769). Esemplato sul gusto
rococò delle serie transalpine elaborate da Jean e Pierre Le Pautre, Pierre
Bullet, Daniel Marot, Jean Berain, Gilles-Marie Oppenort e Jacques-François
Blondel, questo raro libro dornato databile alla fine degli anni Trenta del
Settecento reca, oltre alla mano dellarchitetto-ingegnere Fossati, quella
dellamico Francesco Fontebasso, abile acquafortista allievo di Sebastiano
Ricci.
Modello di camino da Varij disegni de camini de gabineti inventati et incisi di Giorgio Fossati, incisione
Nel
corposo spazio dedicato alle Segnalazioni,
Alessandro Simbeni si occupa dei
frammentari affreschi primo-trecenteschi sulla parete sinistra della chiesa di
San Francesco a Mantova i cui codici figurativi risentono profondamente della cultura
veneta orientata dalla lezione giottesca di Padova. Sempre in area trecentesca, Zuleika Murat aggiunge al catalogo di
Guariento una tavoletta dipinta con lImago
pietatis battuta recentemente per Christies, mentre Matteo Procaccini fa luce sulla complessa vicenda del polittico con
la Madonna in trono con il Bambino,
Crocifissione con i dolenti, Annunciazione e Santi trafugato circa un
secolo fa dalla chiesa di Santa Susanna in Villagrande di Mombaroccio e mai più
ritrovato.
Bottega mantovana del XIV secolo, Inferno, partic. Mantova, chiesa di San Francesco
Roberto Cobianchi data alla metà del
Quattrocento un velluto ricamato di manifattura veneziana incorporato in un
prezioso piviale cinquecentesco conservato al Museo domenicano del convento di
Santa Sabina allAventino. Se Margaret
Bordonaro e Desirae Peters
attribuiscono a Pietro da Vicenza una pittura su tavola con la Madonna della Misericordia (fine
Quattrocento) ora alla Villa La Pietra di Firenze, Andrea Di Lorenzo analizza il pannello smembrato con la Madonna in trono con il Bambino e due angeli musicanti di Cristoforo
Caselli (circa 1510) alla luce dei modelli lombardi del Bergognone. Seguono i
contributi di Peter Humfrey su
Pietro degli Ingannati pittore di soggetti mitologici; di Ettore Napione sullattività dello scultore Angelo Rossi nella Verona
di fine Cinquecento; di Amalia Pacia
sul proficuo cantiere artistico di Agostino e Bartolomeo Litterini e di Andrea
Fantone a Venezia e a Bergamo tra Sei e Settecento.
Agostino Litterini, Madonna del Rosario, partic. Foresto Sparso, chiesa di San Marco.
Enrico Lucchese ricostruisce, con
importanti aggiunte, la produzione pittorica sacra e profana del pittore
trevigiano Antonio Bellucci durante la sua permanenza a Vienna (1692-1703). Pietro C. Marani registra alcune
suggestioni leonardesche nel prezioso corpus
di caricature di Anton Maria Zanetti il Vecchio alla Fondazione Giorgio Cini di
Venezia. William Barcham traccia una
mappatura dei pittori veneziani in terra germanica nel XVIII secolo sulla
scorta della recente pubblicazione di Daniel Fusco Exuberant
Apotheoses. Italian Frescoes in the Holy Roman Empire: Visual Culture and Princely
Power in the Age of Enlightenment (Leiden-Boston,
Brill, 2016). Massimo Favilla e Ruggero Rugolo esaminano un foglio di
Carpoforo Mazzetti Tencalla al Museo Correr di Venezia contenente il progetto
grafico per la decorazione a stucco di un sovracamino, mentre Renzo Mangili ricostruisce la
committenza a Francesco Hayez dellolio su tela con il Ritratto di Marcantonio Calepio (1828), copia di un anonimo dipinto
di fine Settecento.
Domenico Zanetti, La caduta dei Giganti. New York, The Morgan Library
Per le Carte
darchivio, Nathaniel Silver rende
noti due documenti conservati allArchivio di Stato di Venezia che integrano la
biografia di Nicoletto Semitecolo, pittore attivo in Laguna alla metà del
Trecento. Giuseppe Sava rilegge le
fonti intorno a Francesco Terilli attribuendo all“intagliador” feltrino tre inedite sculture nonché
documentando una sua insospettata collaborazione con Jacopo Zane. Infine Marina Magrini torna su Zanetti senior dando
conto di una nuova lettera a Francesco Algarotti datata 3 maggio 1738 in cui lo
scrivente promuove la sottoscrizione del primo volume Delle antiche statue, iniziativa editoriale firmata insieme a Anton
Maria Zanetti junior.
Tutti i contributi sono corredati, come di consueto, da un
ricco apparato iconografico a colori e in bianco e nero. La Bibliografia dellarte veneta,
disponibile in ebook, è firmata da Paolo Delorenzi (per i periodici) e da Meri Sclosa (per le monografie).
di Gianluca Stefani
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