Il numero primaverile di
«Hystrio» si apre con lo Speciale Fabulamundi. Claudia Di Giacomo
e Roberta Scaglione presentano il progetto di coproduzione triennale
Fabulamundi Playwriting Europe cui aderiscono dieci paesi partner e otto
gemellati allo scopo di sviluppare una rete di contatti per la promozione e la diffusione
della drammaturgia contemporanea. Una iniziativa che coinvolge centoventi
autori e duecento testi.
Margarete Affenzeller
ci fa conoscere alcuni scrittori austriaci: il giovane Muhammet Ali Bas
di Der Kalif wird uns die Stirne küssen;
Maxi Obexer di Geisterschiff; Volker
Schmidt che in Die Textiltrilogie
immagina un Terzo Mondo prospero e industrializzato; Robert Wölff che in
Ressource Liebe denuncia lo
sfruttamento dei lavoratori nelletà della globalizzazione; Azar Mortazavi
autrice di testi in cui si parla di confini nelle relazioni interpersonali; Thomas
Perle attento alle tematiche relative alla convivenza interetnica; Bernhard
Studlar che in Me and You and the EU
immagina unEuropa ideale. Si rifanno al linguaggio crudo e nichilista di Elfriede Jelinek il
drammaturgo Thomas Köck, che condivide con Gerhild Steinbuch il tema del
colonialismo, e Miroslava Svolikova con lintrigante Die Hockenden.
Il contributo francese, come
spiega Attilio Scarpellini, non presenta uniformità tematiche. Cè
anzitutto il filone delle relazioni famigliari trattato da Magali Mougel
(Penthy sur la bande), Gérand
Watkins (Scènes de violences
conjugales), Lucie Depauw (John
Doe), Alexandra Badea (Europe
connexione) e Aurore Jacob
(Alexandre qui? Ou lhistorie dune
rencontre entre le Nèpal et le Ventoux). Altri percorsi sono dedicati allanalisi
della comunicazione sociale (Ctrl-X
di Pauline Peyrade), alla ricerca di identità (Toute entière et le ciel est par terre di Guillaume Poix) e alla
narrazione delle periferie (Alta Villa
di Lancelot Hamelin e la trilogia di Baptiste Amann).
I dieci drammaturghi
tedeschi di Fabulamundi privilegiano, come scrive Rolf Kemnitzer, i destini
di rifugiati e migranti. Se Kassandra
oder die Welt als Ende der Vorstellung di Kevin Rittberger guarda alla
situazione odierna, il protagonista di Antoniusfeuer
di Anne Jelena Schulte è uno smarrito rifugiato della DDR. I “confini”
dellanima e del corpo caratterizzano Der
Berg über den kein Vogel fliegt di Kai Grehn e Geister sind auch nur Menschen di Katja Brunner. La lingua intesa
come spinta identitaria si registra in Cherubim
di Werner Fritsch e in Die
Anfängerin oder. Sie. Du. Ich. Ellen di Katharina Schlender. Mentre i confini tra realtà e
finzione turbano i personaggi delle commedie di Felicia Zeller.
Diego Vincenti si
concentra sul versante italiano. Gli argomenti spaziano dai movimenti migratori
allincontro-scontro tra culture
diverse presenti nei testi di Emanuele Aldrovandi, Davide Carnevali,
Francesca Garolla, Fabrizio Sinisi e Roberto Scarpetti. Frammenti
di ambienti famigliari e dialoghi sullesistenza si individuano nella drammaturgia
di Armando Pirozzi, Liv Ferracchiati, Industria Indipendente, Pier
Lorenzo Pisano e Valentina Diana. Il contributo della Polonia è
illustrato da Agnieszka Gòrnicka che riconosce nella dilatazione dei
confini geostorici dellagire umano il filo conduttore delle opere di Dana
Łukasińska, Malgorzata Sikorska-Miszczuk, Radoslaw Paczocha, Przemyslaw
Pilarski, Maria Wojtyszko, Elżbieta Chowaniec,
Tomasz Man, Sandra Szwarc e Artur Palyga.
Jana Soprova si
occupa della drammaturgia della Repubblica Ceca in cui tornano i temi della
ricerca dellidentità e della realtà virtuale affiancati dagli scontri
generazionali e dal teatro politico. Questi gli scrittori di riferimento: Lenka
Lagronovà, Petr Zelenko, Roman Sikora, David Dràbek, Jaroslav
Rudiš, Kateřina Rudčenková, Vit Peřina, Petr Kolečko, Tomás
Dianiska e David Košťák. Si prosegue con gli autori della Romania
prevalentemente impegnati, lo sottolinea Irina Wolf, a denunciare paure
e angherie subite dai cittadini in campo sociale e religioso, politico e
morale. Concorrono alla compilazione del repertorio per lEuropa i testi di Alexa
Băcanu, Bogdan Georgescu, Olga Macrinici, Csaba Székely,
Michaela Mihailov, Elise Wilk, Alexandra Păzgu. Infine, alla
varietà delle proposte spagnole guarda Davide Carnevali soffermandosi
sulla fucina di Barcellona: Carles Battle, Guillem Clua, Josep
Maria Mirò, Esteve Soler, Helena Tornero, Victor Szpunberg
e altri.
Degni di nota i soggetti
culturali esposti nella Vetrina. Marco
Menini presenta Spazio Zut di Foligno in cui si svolgono laboratori e si
organizzano spettacoli attenti alla modernità secondo un disegno artistico
finalizzato a dialogare con il territorio. Altro progetto di qualità è quello del
Teatro Libero di Palermo consolidatosi nel corso di cinquantanni di attività.
Si veda la ricostruzione storicizzante di Filippa
Ilardo. Il Teatro Due di Parma ha ospitato il progetto internazionale Nadia,
promosso dallEuropean Theatre Convention, dedicato al tema dellarruolamento
di giovani occidentali nellIsis. Ne parla Gherardo Vitali Rosati approfondendo
gli allestimenti indirizzati principalmente alle scuole medie superiori.
Italian & American Playwrigts Project è liniziativa
internazionale attivata da Valeria Orani con lobiettivo di sviluppare,
come bene illustra Roberto Canziani, una rete di contatti tra la drammaturgia
italiana e quella statunitense. Tra gli coinvolti si segnalano Fabrizio Sinisi,
Elisa Casseri, Armando Pirozzi, Giuliana Musso, Mariana
Carreño King, Amy Herzog e Cori Thomas.
Teatro ragazzi compete a Mario Bianchi, esaustivo nella
cronaca dellannuale Festival dinverno di Lecce.
Il viaggio di Teatromondo
inizia con unintervista rilasciata a Roberto Canziani da Jeremy
Irons, recente vincitore del Premio Europa per la carriera teatrale, che
parla del mestiere dellattore, del suo rapporto con Tom Stoppard e di Harold
Pinter. Razzismo, discriminazione, disumanizzazione, calati in un contesto
di visioni apocalittiche, sono gli ingredienti di molti spettacoli prodotti in
Austria e in Germania, che Irina Wolf passa
in rassegna a partire da Rest of Europe
di Nicoleta Esinencu e da Erleichterung
di Árpád Schilling. Vitali Rosati intervista Susanne Kennedy
regista vincitrice del Premio Europa Realtà Teatrali e attiva ai Kammerspiele
di Monaco di Baviera per i quali ha diretto Virginia
Suicides (dal romanzo di Jeffrey Eugenides).
I drammi di Aleksandr
Ostrovskij vivono una seconda giovinezza grazie ai tanti allestimenti oggi
realizzati in Russia, come dimostra la mappatura compiuta da Fausto
Malcovati. A Perm, in particolare, la vita dello spettacolo gode di ottima
salute creativa, come riferisce Franco Ungaro in un contributo ricco di
notizie su spettacoli di prosa, musical, vaudeville.
Teatromondo termina nella lontana Patagonia visitata da Nicola
Pianzola: al centro dellattenzione cè la dodicesima edizione del Fitisch-Festival Internacional de teatro
itinerante por Chiloè profundo dedicata a Violeta Parra.
Roberto Rizzente e
Albarosa Camaldo curano il Dossier: Teatro e Sacro aperto da
unintervista dello stesso Rizzente a Salvatore Natoli. Lo studioso
analizza il rapporto tra sacro, rito e teatro dallantichità al Rinascimento a oggi,
riconoscendo una sorta di continuità tra presente e passato (si pensi al primo Carmelo
Bene e a La classe morta di Kantor). Di carattere storico è il
contributo di Andrea Bisicchia.
Si parla della spettacolarità sacra in età classica e in età medievale; di Goethe
e di Manzoni; di Strindberg
e del recupero dei modelli
medievali in Claudel, Hofmannsthal, Maeterlinck; della proiezione novecentesca del
sacro nella psiche cristiana: Eliot, Pirandello, Beckett.
Lorenzo Mango analizza il rapporto tra teatro e sacro negli anni
Sessanta del secolo scorso. Si pensi alle riflessioni di Grotowski, Peter Brook
e del Living sui fondamenti della comunicazione teatrale. Si considerano inoltre il Manifesto per un teatro povero di
Pasolini e lOdin Teatret di
Barba. Paolo Ruffini indaga gli effetti del sacro nel teatro
contemporaneo riconoscendo i rivoli espressivi e poetici delle ricerche di Jan
Fabre, Teatro Valdoca, Danio Manfredini, Romeo Castellucci e
tanti altri ancora.
Seguono le pagine a più
mani di Moni Ovadia, Monica Ruocco, Giovanni Azzaroni, Itala
Vivan, Annamaria Pinazzi, Riccardo Badini e Francesca Di
Blasio dedicate al sacro
nellebraismo, nellislam, nellinduismo, nel buddhismo, nel mondo africano, in
Amazzonia, presso i nativi americani e gli aborigeni australiani. Lintervento
di Albarosa Camaldo potrebbe sorprendere: sono ben quattrocento le
compagnie teatrali italiane attive nei circuiti parrocchiali che si occupano di
teatro religioso ed educativo e organizzano rassegne quali il festival Teatri
del Sacro. Carmelo A. Zapparrata storicizza il legame tra sacro e danza
individuando nelle teorie di François Delsarte la svolta per le
espressioni maturate e codificate nel Novecento: da Isadora Duncan ai
Ballets Russes di Diaghilev fino a Virgilio Sieni.
Il capitolo sul melodramma
è affidato a Giuseppe Montemagno e
svaria da Claudio Monteverdi a Giuseppe Verdi a
Giacomo Puccini fino a Francis Poulenc e Olivier Messiaen.
Il musical abbonda di spettacoli che oscillano tra successo commerciale
e fallimento (Sandro Avanzo offre al lettore un quadro ben articolato).
Rizzente interviene sulla traduzione scenica della sacralità nellarte
performativa contemporanea, mentre Mario Bianchi verifica la portata del
sacro nella rappresentazione di miti, fiabe e leggende nel teatro per i
ragazzi. In quali termini la sacralità e la ritualità siano affrontate dalle odierne
regie è il tema trattato dallo stesso Rizzente e da Albarosa Camald a proposito
di Babilonia Teatri, Barba, Brook, Pippo Delbono, Fabre, Rodrigo
García, William Kentridge, Antonio Latella, Angelica
Liddell, Valter Malosti, Armando Punzo, Sieni, Teatro delle
Albe, Teatro Valdoca, Theodoros Terzopoulos.
Nella Biblioteca Ilaria Angelone e Camaldo raccolgono le
schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello
spettacolo. La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina
le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le
pagine dedicate alla danza.
Il testo pubblicato in
questo corposo numero della rivista milanese è Delirio bizzarro di Giuseppe
Carullo e di Cristiana Minasi. La messinscena di questa drammaturgia
ha vinto il Progetto Forever Young 2015-2016.
Le tante e utili informazioni de la
società teatrale sono offerte da Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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