Mirella Schino
L’età dei maestri. Appia, Craig, Stanislavskij, Mejerchol’d, Copeau, Artaud e gli altri
Roma, Viella, 2017, 330 pp., euro 29,00
ISBN 9788867288113
Data di pubblicazione su web 26/11/2017
![La copertina](../recensioni/img/cat3/1117_schinolorena_bg.jpg)
Per il teatro i primi decenni del Novecento hanno rappresentato un cambiamento epocale che determinò il tramonto di una cultura dello spettacolo durata oltre tre secoli, sostituita da nuovi sistemi creativi e produttivi, valori, relazioni con il pubblico e con il potere. Una rivoluzione connessa con le grandi aspettative economiche, politiche e sociali che caratterizzarono la coeva storia europea e che ebbe tra i protagonisti alcuni degli artisti più noti della storia teatrale: Adolphe Appia, Edward Gordon Craig, Kostantin Stanislavskij, Vsevolod Mejerchol'd, Max Reinhardt, Georg Fuchs, Jacques Coupeau, Antonin Artaud e molti altri.
Siamo di fronte a uno dei momenti più discussi del Novecento, sia per quel che riguarda la pratica teatrale, ovvero l'operato dei cosiddetti maestri, sia per gli studi storici sul teatro, sia, più in generale, per la storia della cultura. Lecito domandarsi perché Mirella Schino, a oltre dieci anni dalla pubblicazione de La nascita della regia teatrale (2003), abbia deciso di tornare su quell'età. La risposta si trova sin dalle prime pagine del volume che qui si presenta. L'autrice procede secondo una convincente, inedita prospettiva. Ciò che viene privilegiato non sono le teorie, i metodi e le poetiche, ma quel complesso e imprescindibile sistema di interazioni che crea l'evento teatrale e che, riprendendo un concetto della filosofia buddista, Schino definisce «rete d'Indra» (p. 16). In altre parole: «il rapporto con la Storia, le biografie, le passioni, le strutture sociali e gli spettacoli in quanto nodi di relazioni – tra attore e attore, tra attori e maestri, tra spettacolo e pubblico […], quelle che i maestri hanno avuto tra di loro, con la loro età, e con il loro mondo particolare – il teatro – con la sua storia e con la sua specificità» (pp. 9-10).
Lo sguardo della studiosa, opportunamente, si allarga anche al più ampio orizzonte della storia. Non a caso il volume è stato accolto nella collana «La storia. Temi» della casa editrice Viella, che sempre più si sta affermando come un punto di riferimento imprescindibile per la qualità delle sue pubblicazioni. L'autrice si interroga sui fatti, le tendenze culturali, le esigenze dello spirito di quell'epoca che, se da una parte hanno determinato le scelte degli artisti, dall'altra aiutano a meglio comprendere la mentalità degli spettatori.
È questo uno dei nodi centrali delle riflessioni di Schino: «perché il pubblico di tutto il mondo, sia quello favorevole al cambiamento, sia quello incline alla tradizione, ha imparato così rapidamente a conoscere i loro nomi, li ha additati come maestri del nuovo? Come mai questo pubblico generico sembra comprendere agevolmente teorie e linguaggi che a noi suonano spesso misteriosi e astrusi?» (p. 19). Interrogativi non secondari, che chiamano in causa lo stretto legame tra storia e teatro, tra passato e presente. Il loro rapporto è un nodo storiografico essenziale, ma anche «un rischio enorme, perché determina una forma mentis che poi corriamo il rischio di applicare al passato. Può far appiattire l'immagine di un teatro morto sul profilo di un teatro vivo, fino a che le differenze non scompaiono» (pp. 299-300). Il pericolo dell'anacronismo è sempre in agguato.
Un altro pregio del libro è la capacità di affrontare la complessità degli argomenti trattati con un linguaggio chiaro, di piacevole lettura, che si rivolge agli specialisti della disciplina e agli appassionati. Le pagine scorrono come in un racconto che narra di spettacoli, romanzi, biografie, guerre e rivoluzioni, facendo finalmente riemergere quel ricco e sfuggente intreccio di relazioni che costituisce «la zona liquida del teatro» (p. 11).
L’età dei maestri. Appia, Craig, Stanislavskij, Mejerchol’d, Copeau, Artaud e gli altri
Indice
Premessa
Introduzione
1. Agli inizi del secolo nuovo
2. I maestri e noi
Passato e presente
3. Quel che nel libro cè e quel che manca
4. Una trasformazione a cespuglio
I. Una rete dIndra
1. I fili della rete
Appia e Craig, libri e riviste
Studi: Teatro Studio, Stanislavskij e Mejerchold
Reinhardt e Fuchs, due modelli incorporati
2. Novità parallele: Jarry, lUbu, i teatri darte
II. Tre spettacoli e tre problemi
1. 1898, Teatro dArte di Mosca, Il gabbiano
Lorchestrazione del suono
2. Novità di suono e luce
3. 1910, Mejerchold, Dom Juan
Lo spettacolo
Vsevolod Mejerchold
4. Il problema dello spettatore
5. 1912, Craig, Hamlet
Il lavoro a Mosca
La danza della luce
6. Il vecchio teatro
III. Adolphe Appia e il corpo collettivo
1. Influenza di Hellerau
2. La presenza di Appia
3. Prime esperienze
4. Musica, principi, corpo umano, vivente
Il grande sconosciuto, il nostro corpo collettivo
5. Lincontro con Jaques-Dalcroze
1913, Hellerau, Orfeo
Il fiume dellenergia e la diga
LIstituto Jacques-Dalcroze
6. Incontri: Appia-Copeau, Copeau-Craig
7. Ritmo e Movimento
IV. Una stagione di speranza
1. Lo spazio tra spettatori e teatranti
Primo romanzo utopista
Secondo romanzo utopista
Monte Verità
2. La lingua dei maestri
Studi
Tempi lunghi del teatro e tempi brevi dello spettacolo
3. Vita materiale e strategie artistiche del teatro di prima
4. Indagini sulla diversità
V. Una parentesi di danza e di guerra
1. La danza dei Grandi Attori
2. A partire dai piedi
3. Molteplicità delle forme di danza
4. Il “divino Movimento”
5. Avanguardie e cabaret
6. Un balletto biologico: 1913, Nižinskij, Le sacre du printemps
Ballets Russes
Il lavoro per Le sacre
La recensione di Rivière
7. Una ondata di sangue
VI. Letà doro
1. La Russia della Rivoluzione
Sotto la cupola della rivolta
Il paradiso sovietico del teatro
Gli anni della guerra civile
1922, Vachtangov, Turandot
Bulgakov e la biomeccanica
2. In Francia e in Germania
VII. Ultimi anni
1. Con gli occhi di Artaud
2. Alla fine
Ultimi anni di Appia, di Coupeau, di Tairov, di Reinhardt, di Nižinskij, della Duncan, di Artaud e di Craig
Fine del parediso
Fine di Mejerchold
3. 1926, Mejerchold, Il revisore: lo spettacolo del secolo
Conclusione
1. I paradisi perduti del teatro
2. Riepilogo
Apporto ed equivoci degli spettatori
Tempo degli spettacoli e tempo degli Studi
Lo spettatore come “quarto autore”
Gli eredi dei maestri
3. Vento dellEst
4. Problemi di storiografia
5. La zona liquida del teatro
6. 1934, Mejerchold, Hamlet
Opere citate
Indice analitico