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Studi goldoniani, XIII, 5 n.s., 2016
Quaderni annuali di storia del teatro e della letteratura veneziana nel Settecento

167 pp., euro 80,00
ISSN 2280-4838

Sono sei gli Studi che rendono appetitoso il nuovo volume della rivista diretta da Cesare De Michelis e Gilberto Pizzamiglio.

Anna Sansa approfondisce la componente “giuridica” nelle commedie di Goldoni analizzando le scelte lessicali, i contenuti e i procedimenti retorici de La bancarotta o sia Il mercante fallito, vicenda drammatica dai risvolti comici ambientata nella sordida società mercantile della Serenissima. L’esperienza del professionista legale affiora negli articolati riferimenti a istituti di diritto civile e penale profusi nella vicenda, messa in scena nel 1741 al teatro San Samuele, poi riscritta e data alle stampe nel 1757. Drammaturgia consuntiva. I circostanziati richiami alla legge servono al drammaturgo-avvocato per rendere più “realistica” – e dunque più pungente – la sua critica, affilata nel passaggio dal semi-canovaccio della prima versione alla stesura della seconda attraverso una maggiore responsabilizzazione del protagonista Pantalone, fraudolento mercante fautore della rovina finanziaria di impresa e famiglia.

Paolo Farina indaga il rapporto di Gasparo Gozzi junior con la cultura dei Lumi per ridimensionare l’immagine – in parte accreditata dallo stesso conte – di intellettuale ripiegato sul passato, insensibile alle ventate della modernità. Dalle riflessioni gozziane sulla storia e sulla ragione contenute nei suoi scritti letterari e giornalistici emerge una irrequietezza ancora poco esplorata, in bilico tra conservazione e innovazione.

Fabio Soldini dà conto di un inedito inventario degli oggetti conservati a palazzo Gozzi in calle della Regina a Venezia. Un patrimonio famigliare ragguardevole accumulato con dedizione da Gasparo Gozzi senior e registrato alla sua morte dai giudici del Petizion (19 marzo 1697) prima che il figlio Jacopo Antonio lo dissipasse. La documentazione d’archivio, integralmente registrata nell’Appendice, rivela la presenza di una cospicua quadreria (confermando quanto raccontato dal nipote Carlo nelle sue Memorie inutili), nonché, curiosamente, l’assenza di libri.

Piermario Vescovo parte da un incompiuto saggio di Giuseppe Ortolani (Settecento. Per una lettura dell’abate Chiari) per sostenere che la voga romanzesca introdotta da Pietro Chiari sui palcoscenici veneziani di metà Settecento costituisce il nucleo propulsore di quella celebrata riforma che ha cambiato le sorti del teatro italiano ed europeo. La palma goldoniana del riformatore va dunque quantomeno spartita con l’abate bresciano: la sua Trilogia dell’orfano (dal Tom Jones di Fielding nella traduzione francese di La Place), così come la Pamela di Goldoni-Richardson hanno spianato il terreno su cui si sono innestati capolavori della drammaturgia riformata quali La locandiera e la Trilogia della villeggiatura.

Lorenzo Galletti restituisce a Goldoni la paternità del Pomponio affettato, intermezzo messo in scena dalla compagnia Imer nel teatro San Samuele nell’autunno del 1734, il cui unico testimone si conserva alla Biblioteca Braidense di Milano. La trascrizione filologica dell’inedito manoscritto in Appendice è preceduta da un denso saggio dedicato alla fortuna degli intermezzi a Venezia nel primo Settecento con preziosi aggiornamenti cronologici e nuovi apporti documentari.

Stefania Onesti analizza i meccanismi di trasposizione di preesistenti soggetti letterari nel ballo pantomimo mediante il caso dell’Adelasia di Antonio Muzzarelli che debuttò nell’estate del 1777 al teatro dell’Accademia degli Intronati di Siena e rimase nel repertorio del coreografo bolognese per nove anni circa.

In Rassegne Elena Dekic ricostruisce le fasi di progettazione e sceneggiatura di un irrealizzato film di Francesco Pasinetti su Carlo Goldoni e il suo teatro, mettendo a confronto appunti autografi, schizzi, negativi e materiali vari del Fondo intitolato al geniale pioniere del cinema e attualmente custodito presso l’Archivio Carlo Montanaro di Venezia.

Chiudono il volume le consuete pagine della Bibliografia goldoniana (biennio 2013-2014) curate da Sandro Frizziero.



di Gianluca Stefani


La copertina

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