Il
nuovo numero di «Theaterheute» si apre con le consuete pagine di Aufführungen, che raccolgono le recensioni
dei principali spettacoli di recente produzione in area tedesca. Si inizia con Grimmige Märchen, rilettura in chiave
moderna della celebre fiaba dei fratelli Grimm
da parte di Herbert Fritsch che
sul palcoscenico dello Schauspielhaus di Zurigo adotta un registro corale e
trasforma i personaggi in esseri dai tratti mostruosi interpretati da Henrike Johanna Jörissen, Elisa Plüss, Anne Ratte-Polle, Friederike
Wagner, Nicolas Rosar. È uno spettacolo di denuncia spietata e crudele Mauser di Heiner Müller adattato da Oliver
Frlijc per il Residenztheater di Monaco. Il regista si attiene alle
potenzialità rivoluzionarie del testo per rivisitare la storia della Germania
degli anni Ottanta; gli attori, che recitano in modo asciutto su un registro brechtiano,
sono Christian Erdt, Nora Buzalka, Franz Pätzold, Alfred
Kleinheinz e Marcel Heuperman.
Al
Kammerspiele Christopher Rüping ha
proposto Der erste fiese Typ, libero
adattamento dallomonimo romanzo di Miranda
July, interpretato in maniera estrosa con venature comiche da Anna Drexler e Maja Beckmann. Dal cartellone del Maxim Gorki Theater di Berlino emergono
due spettacoli di pregevole fattura: Winterreise,
nuovo progetto di Yael Ronen, con Karim Daoud, Niels Borgmann, Ayham Majid
Agha, Maryam Abu Khaled e Hussein Al Shatheli applauditi attori
asiatici che raccontano il loro rapporto con la società e la cultura tedesca;
mentre Falk Richter ha curato la
messinscena di Verrärt con Daniel Lommatzsch nei panni del
protagonista.
Si
passa a Vienna e precisamente al Rabenhof Theater dove è stato allestito il
dramma Ja – eh! – Beisl, Bier und
Bachmannpreis, storia di ventiquattro ore di vita di una giovane donna
depressa, ispirata alla figura della scrittrice Ingeborg Bachmann affidata alle competenze di Lena Kalisch affiancata da Miriam
Fussenegger e Saskia Klar.
Ricorre alla formula del metateatro René
Pollesch nella novità Carol Reed
allestita al Burgtheater con Irina
Sulaver e Martin Wuttke
protagonisti. Anche il Thalia Theater di Amburgo si segnala per la promozione
di unopera inedita, Das achte Leben (für
Brilka) di Jette Steckel,
secondo la riduzione teatrale di Nino
Haratischwili che sintetizza il percorso di cinque generazioni in un
delicato gioco di metafore collegate alla recente storia russa e europea.
In
Das Stück è pubblicato Niemand di Ödön von Horvath, un testo dimenticato, casualmente ritrovato, in
cui si intrecciano storie tormentate di sesso e amore ambientate negli anni
Venti. Questa tragedia in sette quadri è stata recentemente allestita prima al
Theater in der Josefstadt di Vienna con Gerti
Drassl e Raphael Von Bargen
impegnati ad animare le tensioni della coppia, poi al Deutsches Theater di
Berlino per la regia di Dusan David
Parizek.
Nelle
pagine di International si parla
della variegata scena londinese. Primeggia la messinscena al National Theatre
di Amadeus da parte di Michael Longhurst che trasforma il
capolavoro di Forman con Salieri e Mozart in un thriller moderno e assai coinvolgente anche grazie
alla bella voce di Fleur de Bray
accompagnata dallorchestra diretta dal maestro Simon Slater. La Royal Court ha ospitato la prima assoluta di Nuclear War di Simon Stephens in cui domina la figura solitaria di una donna con
le sue relazioni impossibili interpretata da Maureen Beattie. Nello stesso teatro si sono viste altre produzioni
degne di nota: The Children di Lucy Kirkwood è una storia a sfondo
ecologista in cui si denuncia il pericolo delle centrali nucleari con chiaro
riferimento a Fukushima, come hanno comunicato al pubblico due brave e attente
attrici come Deborah Findlay e Ron Cook. The Ferryman di Jez
Butterworth, affidato alla regia di Sam
Mendes, è ambientato in Irlanda del nord per raccontare il riflesso delle
tensioni politiche e religiose degli anni Ottanta in un nucleo famigliare in
cui dominano i personaggi domestici interpretati da Laura Donnelly, Dearbhla
Molloy e Genevieve OReilly.
Infine è doveroso segnalare la messa in scena di Romeo and Juliet al Globe per il taglio fortemente cinematografico
con imponente supporto musicale conferito dalla regia di Daniel Kramer che attribuisce ai personaggi tratti da clown.
Da
Londra a Mosca dove si è svolto il festival teatrale Goldene Maske, che ha
visto da un lato il recupero della letteratura nazionale, come dimostrano gli
allestimenti del cechoviano Iwanow da
parte di Timofej Kuljabin e di Cafe Idiot che intreccia il dramma Der Idiot di Dostojevskij con Cafe Müller
di Pina Bausch; dallaltro il ritorno
della stagione del teatro comunista con Körper
der Avantgarde di Dimitri Filippow
e Das Junge Garde di Maxim Didenko e Dimitris Jegorow. Ampio spazio è stato concesso alle compagnie di
giovani attori che hanno proposto spettacoli legati alla contemporaneità come Showcase in cui Aljona Karas e Kristina
Matvienko ironizzano sulla politica di Putin.
La
lunga militanza di Kate Strong,
attiva da trentaquattro anni sulla scena tedesca, motiva il tributo riservatole
da «Theaterheute» dedicandole le pagine di Akteure.
Il suo talento è stato valorizzato da registi di primo piano come Frank Castorf, William Forsythe, Karin
Beier e Karin Henkel. Nel 2016
la Strong è stata protagonista degli spettacoli maggiormente applauditi nel corso
della sua carriera, interpretando Tyrannis
(regia di Ersan Mondtag per lo
Staatstheater di Kassel) e Hysteria.
Gespenster der Freiheit da Buñuel.
La sezione Festivals si apre con il FIND Festival organizzato dalla Schaubühne di Berlino con
la partecipazione di quattordici ospiti internazionali che hanno condiviso il
tema basilare della manifestazione Demokratie
und Tragödie. Spiccano tra questi la spagnola Angélica Liddell con Toter
Hund in der chemischen Reinigung: die Starken affidato alle competenze
espressive di Iris Becker e Ulrich Hoppe; Los incontados della compagnia colombiana Mapa Teatro dedicato al
postcolonialismo sudamericano; e Democracy
in America di Romeo Castellucci
dagli scritti di Tocqueville.
Si
passa poi al festival di Heidelberg caratterizzato dalla significativa presenza
di diciassette artisti, diversi dei quali provenienti dallUcraina, come Vladislav Troitskyi del Dakh Theater
con Haus der Hunde e Stas Zirkow del Golden Gate Theater Ruhm den Helden. La rubrica Festivals prosegue con la rassegna
curata dal Volkstheater di Monaco e denominata “radikal jung”. Rivolta al
giovane teatro di regia, la manifestazione ha espresso lestro artistico di
talenti emergenti, come Florian Fischer
che ha curato la messa in scena di Kroniek
oder Wie man einen Toten im Apartment nebenan für 28 Monate vergisst e Samira Elagoz con la performance Cock, Cock…Whos There?
di Massimo Bertoldi
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