È
interamente dedicato a Dioniso lultimo numero della rivista on line sulla tradizione classica nella memoria occidentale. Un omaggio alla divinità
che per eccellenza supera i confini di ogni definizione, Dionysos: partorito
due volte, maschio in vesti di donna, straniero in patria, salvatore e spietato.
Dio dellepipháneia e dellepidēmia (K. Kerényi, Dioniso, Milano, Adelphi, 2010, p. 142) che
«osserva chi lo osserva» (ὁρῶν ὁρῶντα, Baccanti
v. 470).
Gli
articoli riferiscono i risultati dellultimo incontro del Seminario
Pots&Plays (Venezia, 16 maggio 2017) promosso dal Centro studi classicA
dellUniversità Iuav. Vi si indagano in particolare le τιμαί dionisiache del
vino e del teatro, mezzi che conducono oltre i confini del sé nei territori
misteriosi dellalterità.
Lorenzo
Lazzarini,
Francesco Mannuccia e Umberto Spigo firmano il primo
contributo pubblicato in doppia
versione, inglese e italiana. È il resoconto scientifico delle problematiche di
studio e conservazione di un cratere fliacico proveniente da Lipari. Su di esso
è raffigurato Dioniso seduto che osserva una acrobata nuda e due attori comici. Di probabile fabbrica
siceliota il reperto fu rinvenuto da Luigi
Bernabò Brea e Madeleine Cavalier nel
1954 in una tomba della necropoli di “Lipàra greca” dove era utilizzato come
cinerario. La singolarità iconografica e la forza espressiva della figurazione hanno
posto di diritto questo capolavoro «fra le opere della pittura vascolare dellOccidente
greco maggiormente emblematiche dei legami fra religiosità dionisiaca e
universo teatrale» (p. n.n.). Il cratere fa parte di un corpus di manufatti sottoposti a sofisticati interventi di restauro
in occasione della mostra Sicily. Art and Invention between
Greece and Rome allestita al Getty Trust di Los Angeles
nel 2013. Nellarticolo
sono descritte minuziosamente le fasi del restauro con il supporto di preziose
immagini.
Fabio Lo Piparo indaga
liconografia vascolare di Cassandra personaggio teatrale. Nella difficile
distinzione tra figurazione mitica e teatrale, lo studioso identifica costei ricollegandola
allAgamennone di Eschilo. «Lidentità tutta apollinea
del personaggio, che sembra fissarsi in ambito figurativo in virtù della sua
fortuna nelle performance, diventa essa stessa tradizionale, laddove per
converso linvenzione eschilea doveva servire a trasmetterne lalienazione, la
variazione rispetto al mito: il rifiuto dei segni e degli attributi mantici
conducono Cassandra ad assumere, nella diversa “maschera” della vittima
sacrificale per mano di Clitemnestra, una rinnovata funzione profetica sotto il
segno di Dioniso» (p. n.n.).
Segue
una recensione del volume collettaneo Choreutika. Performing
and Theorising Dance in Ancient Greece (Pisa, Fabrizio Serra, 2017) a cura
di Laura Gianvittorio: unindagine
sulla dimensione choreutika del
teatro greco intesa come unione profonda di danza e canto corale. Un campo di
studi ancora marginale sebbene intrecciato alla questione dellorigine della
tragedia. Di questo volume parleremo presto anche in questa sede.
Chiude
il numero lintervista a Andrea De Rosa,
regista delle Baccanti andate in
scena nel Teatro Grande di Pompei (14-16 luglio 2017). Monica Centanni e Bruno
Roberti pongono a De Rosa domande puntuali circa la gestualità e la
prossemica degli attori, la scenografia, la musica della performance. Ne emerge linterpretazione registica del
dionismo.
Il
“volume” offre spunti di riflessione per ripensare lenigmatica immagine di Dioniso:
«una figura che assomma, risolve ma ancora rifrange le forse apparenti
contraddizioni che innervano e cortocircuitano il classico, dallantichità al
contemporaneo, in vista di nuovi attraversamenti, di nuove – sovversive –
promesse» (così nellEditoriale di Giulia Bordignon e Fabio Lo Piparo, p. n.n.).
di Diana Perego
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