Il
volume di Massimiliano Ornaghi è il
frutto di una lunga ricerca dedicata in gran parte a Susarione, personaggio avvolto in «una vera e propria voragine
testimoniale, che coinvolge […] in generale le origini della commedia e ancor
più in generale le origini dei generi drammatici ateniesi» (p. v). Probabilmente nativo di Megara, alcune
fonti ellenistiche e post-ellenistiche riconoscono in lui il padre della
commedia. Partendo
dallinterrogativo di sapore manzoniano «Susarione, chi era costui?» (p. V),
lautore sviluppa uno studio approfondito impostato su due binari, cui
corrispondono le due parti del volume. Nella
prima parte (Susarione. Testimonianze e
frammenti, pp. 3-233) sono per la
prima volta riunite e analizzate filologicamente le fonti in cui è citato il
poeta. Lo studio rigoroso delle testimonianze ha permesso di ricostruire la probabile origine e
area geografica di incubazione delle notizie e di
evidenziarne sia gli autoschediasmi che le innovazioni. Ornaghi
indaga un ricco corpus di documenti, alcuni
mai tradotti prima, lungo un arco diacronico di lunga durata, dalla poesia
omerica ai glossatori medievali:
Solone, Pisistrato, Aristotele, Clemente Alessandrino, Mario Plozio Sacerdote, Giovanni Diacono e altri ancora. Pregevole
il rapporto dialettico instaurato tra le fonti letterarie e il contesto storico-culturale
di Megara. Lindagine
sulle fonti è estesa anche alle compilazioni scolastiche e ai trattati anonimi
sulla commedia. Preziosa la disamina scrupolosa del Marmor Parium (pp. 3-65), documento imprescindibile circa le rappresentazioni
drammatiche ad Atene. Liscrizione presenta la prima attestazione di Susarione come
padre della commedia (e, aggiungiamo, di Tespi
come padre della tragedia). Utili tabelle registrano lelenco delle edizioni,
delle trascrizioni e dei commenti dellepigrafe (pp. 62-65). Oggetto
della seconda parte del libro (Le
tradizioni megaresi, pp. 239-458)
sono la storia e la cultura arcaica di Megara. Vengono considerate le
tradizioni mitiche, religiose e storiche del demo attico in epoca arcaica e
classica, alla ricerca delle radici delle notizie susarionee, della “commedia
megarese” e delle rivendicazioni circa lorigine di questo genere letterario. Ne
deriva una documentata rilettura della storia di Megara. Degni
di nota i riferimenti al “riso megarese” (γέλως) presenti nelle Vespe e negli Acarnesi di Aristofane
(pp. 248-256). La archàia conferma la
propensione degli ateniesi a considerare il demo di Megara con atteggiamento
irrisorio, creando personaggi stereotipati, come il Megarese degli Acarnesi. Proverbiale lespressione
“lacrime di Megara” (Μεγαρέων δάκρυα, pp. 270-273) per stigmatizzare un
comportamento ipocrita. In
conclusione Ornaghi ammette che lidentità di Susarione è ancora sfuggente. Se
da un lato numerose notizie riferite al poeta e alla sua attività sono
trasmesse da testimoni molto distanti dalla presunta età susarionea (VI sec.
a.C.) e quindi hanno uno scarso livello di attendibilità storico-culturale, dallaltro
non si può escludere lesistenza di un poeta arcaico di Megara forse collegato alle
performances drammatiche dagli autori
ateniesi di età classica. Inoltre,
si avanza il sospetto che un Susarione megarese possa essere stato connotato in
modo parodico con caratteristiche poi trasmesse nelle fonti posteriori. Comico?
Padre della commedia? Teatrante? Il quesito rimane insoluto. Il
volume non si presenta tanto come una ricerca sulle origini della commedia,
ossia sulle forme letterarie o para-letterarie, sulle motivazioni politiche, sulle
funzioni sociali e sui contesti culturali e rituali che avrebbero concorso alla
nascita della commedia. Lintento del libro, dichiarato nella premessa, è soprattutto
quello di esaminare la tradizione susarionea e comico-megarese e di indagarne
in modo critico le fonti. Obiettivo raggiunto. Concludono
il volume una corposa bibliografia e lindice dei passi citati.
Diana Perego
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