Il nuovo
numero di «Hystrio» si apre con un omaggio Speciale
a Dario Fo firmato
da Simone Soriani,
che ripercorre la luminosa carriera del
maestro soffermandosi sui meccanismi della sua scrittura
drammaturgica e sulla spinta innovativa prodotta nel teatro italiano.
La Vetrina
della rivista milanese espone oggetti di indiscusso valore: Laura
Bevione analizza il Decreto Ministeriale del
2014 che riconosce le residenze teatrali come «uno
spazio-luogo di creazione artistica e di programmazione culturale del
territorio» (p. 8). Si prosegue con il napoletano Davide Iodice,
artista legato alla lezione di Leo de Berardinis capace di
sviluppare un linguaggio performativo in cui si incontrano la danza e
la cultura underground, il teatro di parola e la tradizione
partenopea, come spiega con adeguate competenze Alessandro Toppi.
Protagonista della serie
Giovani mattatori è Monica Piseddu, recente vincitrice
dei prestigiosi premi Ubu e Hystrio e maturata artisticamente
attraverso il sostegno di Arturo Cirillo, Danio Manfredini,
Massimo Civica e Antonio Latella, lungo un percorso
puntellato da spettacoli importanti ben evidenziati dallintervento
di Fausto Malcovati.
Con
il Festival dAutomne ha inizio il viaggio di Teatromondo.
Dalla cronaca di Giuseppe Montemagno emergono i tratti
cosmopoliti e la promozione della drammaturgia contemporanea. Tanti
sono gli spettacoli presenti nella rassegna parigina curata da
Emmanuel Demarcy-Moto. Spiccano i nomi di Rodolphe Congé,
Claude Régy, la compagnia di Richard Maxwell, Ariane
Mnouchkine con Une chambre en ende, Krystian Lupa
con la splendida trilogia ispirata a Thomas Bernhard.
Paure
e allarmismi europei verso unipotetica “invasione” di
rifugiati è largomento condiviso da non pochi spettacoli
viennesi. Irina Wolf ne ricorda alcuni: Niemands Land
di Yael Ronen al Volkstheater, Eiswind di
Árpád Schilling
al Burgtheater e Empire di Milo Rau.
Il
contributo di Franco Ungaro sposta lattenzione alla
cinquantaseiesima edizione del Festival Mess di Sarajevo dove aleggia
ancora il cupo ricordo dellassedio subito nel 1992-1993
alimentando spettacoli legati alla guerra come While I Was Waiting
della compagnia siriana di Mohammad Al Attar e Three
Winters di Tena Stivicic.
Il tema bellico non muta di molto al Belgrade International Theatre
Festival: Compassion. The
History of the Machine Gun
di Milo Rau ne è un significativo esempio.
Laura
Caretti ci trasferisce
nella romena Clui per raccontare lomonimo festival caratterizzato
dalla riflessione sul rapporto tra testo e messinscena grazie alle
relazioni, tra i tanti nomi illustri, di Rodrigo
Garcìa,
Robert Cohen,
Tadeusz Slobodzianek.
Il viaggio di Teatro
mondo termina in Burkina
Faso, precisamente a Ouagadougou dove, ci racconta Marilena
Crosato, si è svolta la
triennale di danza con la partecipazione di artisti provenienti anche
da Tunisia, Camerun, Senegal e Mozambico.
Compete
a Davide Carnevali e Manuela Cherubini la cura del
Dossier sulla nuova scena
argentina. La stessa Cherubini intervista Rafael Spregelburd,
uno dei drammaturghi argentini contemporanei di punta, che parla
della situazione piuttosto negativa e travagliata del teatro
soprattutto indipendente in quanto falcidiato dalla crisi economica.
Il contributo di Carnevali dimostra come i momenti storici cruciali –
la dittatura, il ritorno della democrazia nel 1983 e la
destabilizzazione del 2001 – abbiano fortemente inciso nella vita
creativa dello spettacolo argentino. In che maniera si formano i
teatranti seguendo percorsi alternativi alle Accademie (come la
Scuola Metropolitana di Arte Drammatica e lUniversità Nazionale
delle Arti) costituisce il campo di indagine ancora di Carnevali.
Oltre alla frequentazione di workshops e corsi, incide il
lavoro quasi artigianale svolto a fianco di “maestri” secondo le
esperienze vissute da Ricardo Bartis, Daniel Veronese,
Alejandro Tantanian e Maurizio Kartun.
A
indicare lo stato di crescita e creatività della drammaturgia
contemporanea concorrono tre personaggi di spessore internazionale,
come detto da Manuela Cherubini. Si tratta di Spregelburd, autore del
leggendario Eptalogia di Hieronymus Bosch (2010) in cui «il
linguaggio è creatore di mondi altri» (p. 39); Javier Daulte artista
trasversale e molto attivo nelle sale indipendenti; Mariano
Pensotti ideatore di spettacoli contaminati dalle arti visive e
dai linguaggi cinematografici. Punto di forza della scena argentina è
lattore, regista e drammaturgo Claudio Tolcachir, che dal
2001 gestisce il teatro indipendente Timbre 4, come racconta lo
stesso in unintervista rilasciata alla stessa Cherubini in cui si
sofferma sul suo metodo di lavoro e sulle sue principali produzioni.
Funziona molto bene la Scuola dello Spettatore fondata da Jorge
Dubatti a Buenos Aires nel 2001, alla quale partecipa
settimanalmente un folto pubblico interessato alla programmazione
delle tante compagnie attive in città. Lo stesso Dubatti in una
conversazione con Davide Carnevali spiega il successo delliniziativa
e la sua funzione divulgativa della cultura dello spettacolo. Ancora
Carnevali ci fa conosce altri importanti protagonisti che
impreziosiscono con le loro ricerche il panorama contemporaneo, quali
Santiago Loza, Romina Paula e Ariel Farace.
Altro personaggio di rilievo è Matìas Feldman,
che con la sua Compañía
Buenos Aires Escénica è
impegnato dal 2009 in un progetto di ricerca di un nuovo rapporto con
il pubblico.
Teatrante
poliedrico e assai originale, Federico León
offre alla rivista milanese un prezioso intervento in cui avanza
interessanti riflessioni sul lavoro dellattore. Con il contributo
di Gabriel Guz si alza il sipario sul teatro indipendente
attivo nella capitale argentina. Fondato faticosamente negli anni
Trenta, poi maturato ed esploso nel periodo 1960-1980, oggi vive una
condizione di crisi profonda attestata dallinagibilità di molte
sale storiche cui mancano gli indispensabili sussidi governativi.
Lenigmatico
Rodrigo García è oggetto di analisi da parte di Roberto Canziani
che discute la questione che da sempre lo accompagna: si tratta di un
«sadico provocatore» oppure di un «fustigatore dellOccidente
ipocrita» (p. 51) che si esprime attraverso la metafora del cibo e
dellalimentazione? Diego Vincenti ricorda la fuga di molti
artisti argentini dalle dittature militari a partire dagli anni
Cinquanta, da Copi a Alfred Arias, Victor García,
César Brie, per non dimenticare tra i tanti Daniel
Veronese e Spregelburd. La loro meta è lEuropa e anche
lItalia, come spiega Damiano Pignedoli che sottolinea il
successo di pubblico e di critica nonché la considerazione del loro
repertorio da parte di importanti registi (Missiroli, Corsini,
Gallione, Barberio Corsetti).
Nella
rubrica Teatro ragazzi Mario Bianchi relaziona sulle
novità emerse nellambito dei festival autunnali quali Y
Generation organizzato dal Centro S. Chiara di Trento, Festival Segni
dInfanzia di Mantova, TeatrOltre di Lamezia Terme e Arrivano dal
mare! di Gambettola con sede anche in altre località della Romagna.
La consueta e corposa
sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli
spettacoli secondo criteri regionali. Il testo pubblicato in questo numero è Fratelli di Pier Lorenzo Pisano, Premio Hystrio-Scritture di Scena 2016.
Nella Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.
Le tante informazioni de La società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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