Theaterheute, Nr. 10, Oktober 2016



64 pp., euro 14,00
ISSN 0040 5507

Data di pubblicazione su web 27/01/2017

La copertina

Apre questo numero della rivista la consueta rassegna di Aufführungen, lo spazio riservato alle recensioni delle produzioni teatrali di maggiore interesse realizzate nei paesi di lingua tedesca. L'attenzione si concentra sulla scena berlinese: alla Schaubühne Milo Ran ha allestito Empire, novità che completa Europe-Trilogie. Nel testo si intrecciano frammenti visionari dell'Europa contemporanea e citazioni biografiche dello stesso autore-regista che si avvale della presenza di qualificati attori quali Ramo Ali, Rami Khalaf, Maia Morgenstern, Akilas Karazisis.

Il Maxim Gorki Theater ha ospitato il debutto di Denial, ideazione di Yael Ronen strutturata sulla base di una sequenza di quadri dedicati alla memoria del protagonista nelle fasi cruciali della sua esistenza. Il linguaggio racconta un mondo travagliato e complesso con frequenti situazioni comiche assunte con maestria dagli interpreti, tra i quali si riconoscono Oscar Olivo, Dimitrij Schaad, Maryam Zaree e Orit Nahmias.

La stagione dello Schauspiel di Francoforte si è inaugurata con Iphigenie di Ersan Mondtag. Si tratta di un adattamento in chiave moderna di Ifigenia in Tauris di Goethe con Björn Meyer e Sylvana Seddig incisivi e applauditi protagonisti. Segue Königin Lear, rifacimento al femminile del corrispettivo King Lear di Shakespeare e calato nel contesto di una famiglia moderna. Il testo del belga Tom Lanoye si può leggere in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero. La regia asciutta e minimale porta la firma di Kay Voges mentre il ruolo del titolo è assunto da Josefin Platt affiancata da Viktor Tremmel, Lukas Rüppel, Carina Zichner, Verena Bukal.

Anche le produzioni viennesi spiccano per qualità come Das Narrenschiff, rielaborazione drammaturgica dell'omonimo romanzo di Anne Porter (1962) da parte di Roland Kobert e trasferito sul palcoscenico del Volkstheater da Dušan David Pařízek. Jan Thümer, Gábor Biedermann, Lukas Holzhausen, Syneb Saleh e Rainer Galke sono gli attori principali.

Il prestigioso Burgtheater ha alzato il sipario della nuova stagione con la rappresentazione del beckettiano Endspiel che Dieter Dorn affronta nel rispetto totale della fedeltà al testo e lo consegna all'estro espressivo di Nicholas Ofczarek, Michael Maertens, Barbara Petrisch e Joachim Bissmeier.

Alla rassegna Festivals la rivista berlinese dedica ampio spazio. Ben documentata è la manifestazione Ruhrtriennale, dal cartellone della quale spicca la messinscena di Die Fremden di Johnas Simons che corrisponde alla riduzione teatrale del romanzo di Camus Der Fall Meursault – eine Gegendarstellung secondo il lavoro drammaturgico di Kamel Daoud. Tra i tanti altri spettacoli meritano doverosa segnalazione Alceste di Christoph Willibald Gluck (regia ancora di Simons), l'installazione Nicht schlafen di Alain Platel e Steven Prengels.

Il teatro d'avanguardia è stato l'elemento trainante della berlinese Foreign Affairs. Nel cartellone figuravano infatti nomi di spicco come Frank Van Laecke con En avant, marche!; Forced Entertainment con From the Dark, per la durata di ventotto ore; e Jan Lauwers con The Blind Poet e il collettivo Nature Theater of Oklahoma.

Si prosegue con il festival di Avignone, annuale ritrovo per artisti di spessore internazionale che si è puntualmente rinnovato anche in questa edizione caratterizzata da una singolarità: la presenza di spettacoli lunghissimi quasi ad alimentare una sfida per il primato della durata, alla quale partecipano Ariane Mnouchkine con Ephémères (otto ore), Peter Brook (Mahabharata, per la durata di undici ore), Antoine Viter con le dodici ore di Der seidene Schuh seguito da Thomas Jolly e le sue diciotto ore per Heinrich VI e da Olivier Py e La Servante dalla lunghezza record di ventiquattro ore. Spiccano altri spettacoli di notevole rilievo artistico come Die Brüder Karamasow nell'adattamento dell'omonimo romanzo di Dostoevskij da parte di Jean Bellorini e l'interpretazione di Marc Plas e Geoffroy Rondeau; 2666 dalle pagine di Roberto Bolaño secondo la riscrittura di Julien Gosselin e Die Verdammten da Luchino Visconti con Christophe Montenez e Éric Génovèse ben diretti dalla regia di Ivo Van Hove.

András Siebold, direttore del festival di Amburgo ha accorpato una serie di interessanti proposte che trattano il tema del confine usando i molteplici linguaggi dello spettacolo. In Auguri di Olivier Dubois e in Monument 0.1: Valda & Gus di Eszter Salamon domina la danza; I know it when I see it del regista israeliano Jason Danino Holt e del musicista Thies Mynther è un musical dedicato all'industria pornografica. Fiore all'occhiello della rassegna è costituito dal circense The Greatest Show on Earth con Philippe Quesne, Meg Stuart, Eisa Jocson.

Conclude questo viaggio all'interno dei festivals la cronaca di Wiesbaden Biennale organizzata da Maria Magdalena Ludewig e Martin Hammer. Primeggiano la performance provocatoria di Dries Verhoeven ambientata in una chiesa e Tiago Rodrigues con By Heart.

In Theatergeschichte si legge un estratto dal libro di Deborah Victor-Engländer dedicato a Alfred Kerr – Die Biographie (Reinbek, Rowohlt, 2016). Il libro ripercorre la carriera del grande e influente critico teatrale attivo prevalentemente a Berlino e costretto all'esilio in età nazista.


Theaterheute, Nr. 10, Oktober 2016

Indice




Indice



FOYER 

Franz Wille 

Das letzte Vorwort

Die 50. Statistik des Deutschen Bühnenvereins dokumentiert den Produktionsdruck und zeigt Mitgefühl


GESPRÄCH

«Sonst gehen wir kaputt»

Ein Gespräch über Gagen, Arbeitsbedingungen und (Selbst-)Ausbeutung mit Schauspielervertreter*innen vom ensemble-netzwerk und der Genossenschaft Deutscher Bühnenangehöriger 


AUFFÜHRUNGEN

Franz Wille

Leben spielen

In Berlin komplettiert Milo Rau seine Europa-Trilogie mit Empire, und Yael Ronen untersucht des Phänomen des Denial

Eva Behrendt

Postfeudale Welten

Die Saison beginnt in Frankfurt mit Ersan Mondtags Iphigenie und Tom Lanoyes Königin Lear, inszeniert von Kay Voges 

Wolfgang Kralicek

Land in Sicht

In Wien lässt Dusan David Parizek Das Narrenschiff auslaufen, Dieter Dorn lädt zum Endspiel 


FESTIVALS

Diedrich Diederichsen

Auf der Suche nach Gegenwart

Johan Simons’ Ruhrtriennale zeigt Die Fremden nach Kamel Daoud und glänzt mit makelloser Musik 

Anja Quickert

Abschied mit «Uncertainty»

Die letzte Ausgabe von «Foreign Affairs» in Berlin mit Alain Platel, Forced Entertainment, Dries Verhoeven u.a. 

Andreas Klaeui

Die Langstrecken-Künstler

Ivo van Hoves Die Verdammten nach Visconti sind ein Höhepunkt des reichen Programms beim Festival d’Avignon 

Falk Schreiber

Traurige Roboter

Das Internationale Sommerfestival Hamburg auf Kampnagel feiert die Grenzüberschreitung 

Esther Boldt

Der poröse Stoff namens Realität

Die Wiesbaden Biennale, neu gedacht von Magdalena Ludewig und Martin Hammer

 

THEATERGESCHICHTE

Deborah Victor-Engländer

Der Fluch

Alfred Kerrs Abrechnung aus dem Exil mit Gerhart Hauptmann – ein Vorabdruck aus der neuen Kerr-Biografie 


WRITER'S ROOM

In der Zuspitzungsmaschine

In Essen entsteht ein Stück im Kollektiv – ein Gespräch mit Volker Lösch und seinen Mitautoren 


CHRONIK

Basel - Shakespeare Was ihr wollt

Dresden - Martin Heckmanns Mein Herz ist rein

Hannover - Boris Vian Die Reichsgründer oder Das Schmürz, Koen Tachelet nach Joseph Roth Hotel Savoy

Ingolstadt - Rayhana In meinem Alter rauche ich immer noch heimlich

Kassel - Bettina Erasmy Chapters

 

DATEN

Premieren im Oktober

Hinweise

Suchlauf

Programmhinweise

 

MAGAZIN

Das Kunstfest Weimar im Aufbruch

Dani Levys Film Die Welt der Wunderlichs mit Peter Simonischek und Katharina Schüttler

In Budapest geht Intendant György Dörner am Neuen Theater in die Verlängerung

Stadttheater versus Freie Szene: eine Antwort von Joachim Lux


VORSCHAU


IMPRESSUM