Il
nuovo volume della rivista diretta da Luca
Massimo Barbero ospita otto saggi incentrati sullarte veneta tra Basso
Medioevo e Barocco (pp. 8-165), nove Segnalazioni
(pp. 166-219) e tre contributi dedicati alle Carte darchivio (pp. 220-259).
Apre
la sezione saggistica uno studio di Fulvio
Zuliani su un gruppo di cinque sculture collocate sul ciborio sovrastante
laltare maggiore della basilica di San Marco a Venezia. Il complesso
scultoreo, trascurato dalla critica perché poco accessibile (le statue, avvolte
nella penombra, si trovano a sette metri di altezza), è ora “rivelato” agli
studiosi e ai curiosi grazie a una nuova campagna fotografica. Le figure del
Cristo benedicente e dei quattro evangelisti, databili agli anni Trenta del Duecento,
segnano una tappa fondamentale nellelaborazione di un nuovo linguaggio
scultoreo nellambito del fecondo cantiere della basilica.
Silvia
DAmbrosio
si occupa della tomba del doge Lorenzo Celsi nella chiesa veneziana di Santa
Maria della Celestia, profanata e dispersa in seguito alla soppressione
napoleonica delledificio nel 1810. La corrispondenza di una descrizione settecentesca
dellarca tombale con inediti rilievi e opere scultoree trecenteschi conservati
nella Friedenskirche di Potsdam induce a rivedere gli incerti itinerari
dellopera sul mercato antiquario, sollevando problemi attributivi e
cronologici tuttora irrisolti.
Rilievi e opere scultoree vari, Potsdam, Friedenskirche
Anne Markham
Schulz riabilita
la figura di Pantaleone di Paolo, considerato erroneamente dalla critica un
assistente del più celebre Bartolomeo Bon. Lattribuzione al semisconosciuto
scultore e architetto veneziano della Madonna
con il bambino collocata sulla facciata della pieve della Natività di Borgo
Valsugana (1424 ca.) consente di accertare la sua paternità anche rispetto alle
decorazioni scultoree della facciata della basilica veneziana di Santa Maria
dei Servi (1430). Tali acquisizioni lasciano campo allipotesi di un ben più
sistematico impiego dellartista nella realizzazione di elementi architettonici
per edifici religiosi veneti nella prima metà del Quattrocento.
Tiziano,
Francesco Segala e Federico Zuccari sono al centro dei rispettivi studi di Marsel Grosso, Luca Siracusano e Martina
Lorenzoni. Grosso reinterpreta la pittura religiosa tizianesca dei decenni centrali
del Cinquecento alla luce di un dialogo mai interrotto con Roma e in
particolare con la maniera di Raffaello e Michelangelo. Siracusano affronta
alcuni nodi problematici della carriera dello scultore-architetto Segala, come
i suoi rapporti con i committenti della Veneranda Arca di SantAntonio e la
produzione di busti pseudo antichi (documentati da una lettera del 1567).
Lorenzoni analizza le copie da Paolo Veronese dei taccuini di disegni che
Federico Zuccari realizzò nei suoi viaggi a Venezia e nellentroterra veneto
tra gli anni Sessanta e Ottanta del Cinquecento.
Tintoretto, Peccato originale. Venezia, Gallerie dell'Accademia
Massimo Favilla e Ruggero Rugolo aggiungono nuovi
tasselli a quelloscuro capitolo della storia dellarte veneziana che riguarda
gli stuccatori. Privi del riconoscimento di unarte specifica, i professionisti
dello stucco incontrarono grande fortuna soprattutto tra la metà del Seicento e
lottavo decennio del secolo successivo. Questo studio ne ricostruisce le
carriere, documentando in particolare lattività di Andrea e Lorenzo Pelli,
Giovanni Pietro Roncaioli, Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti Tencalla.
Chiude
la sezione saggistica lapprofondimento di Chiara
Piva sugli originali rapporti tra testo e immagine nella grande opera
editoriale di Anton Maria Zanetti quondam
Alessandro intitolata alle Varie pitture
a fresco de principali maestri veneziani (Venezia, s.e., 1790).
Anton Maria Zanetti di Alessandro, Giuditta. Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana
Nelle
Segnalazioni, Francesca Flores dArcais fa luce su alcuni frammenti di affreschi trecenteschi
recuperati con il restauro della stanza di Luigi il Grande dUngheria nel
castello carrarese di Padova; Matteo
Ceriana ripensa lattività scultorea di Tullio Lombardo sulla scorta degli
studi recenti di Anne Markham Schulz; David
Ekserdjian presenta un inedito Ritratto
di donna di Bartolomeo Veneto; Daniele
Guernelli propone lattribuzione di alcuni codici miniati di area veneta a
Cristoforo Cortese e al Maestro della Commissione Donato; Marco Tagliapietra passa in rassegna linsolita iconografia della
bacchetta poggiamano usata ancora oggi dai pittori di tradizione; Stefano Pierguidi esamina una statua di
Apollo dispirazione raffaellesca conservata a Padova; Stefania Mason attribuisce la paternità di alcuni quadri croati a
Paolo Fiammingo, a Niccolò Renieri e a Hans Rottenhammer; Giuseppe Sava indaga lattività di alcuni scultori veneziani a
Brescia e a Bergamo tra Sei e Settecento; Paolo
Delorenzi fa luce sullo stuccatore Giuseppe Garrovi, allievo di Stazio e
Mazzetti e operativo in Laguna nella prima metà del diciottesimo secolo.
Sala di re Luigi. Padova, castello carrarese
Per
le Carte dArchivio, Maria Stella Alfonsi ripercorre la
storia del complesso conventuale delle Carmelitane di Venezia intitolato a
Santa Teresa e affettuosamente denominato “le Terese”. Favilla e Rugolo
propongono (a integrazione del precedente contributo) un regesto cronologico
degli stuccatori attivi nella Serenissima in età barocca e rococò. Infine Debora Tosato ricostruisce il ciclo
settecentesco di dipinti che decorava la Sala della Nuova Cancelleria nella
Scuola Grande di Santa Maria della Carità di Venezia, soffermandosi sulla Morte di Rachele di Giambettino
Cignaroli e su Abramo e i tre angeli di
Giandomenico Tiepolo.
Tutti i contributi sono
corredati da un puntuale apparato iconografico. La Bibliografia dellarte veneta, disponibile in ebook gratuito,
è firmata come di consueto da Paolo Delorenzi e Meri Sclosa.
di Gianluca Stefani
|