Il numero estivo della rivista berlinese si
apre con la consueta rassegna di Aufführungen,
lo spazio dedicato alle recensioni degli spettacoli più importanti di recente
produzione in area tedesca.
Si inizia
con la messinscena di Nase nasilje i vase
nasilje (Unsere Gewalt und eure
Gewalt) di Oliver
Frljic. La commedia, incentrata sul conflitto sessuale tra
le donne, è stata inserita nella programmazione della rassegna Wiener
Festwochen per la regia dello stesso autore. Un tema analogo ricorre in Eiswind di Eva Zabezsinszkij
nelladattamento firmato da Arpad Schilling per il Burgtheater, con
linterpretazione di Zsolt
Nagy e Lilla Sarosdi. Il berlinese Maxim Gorki ha
prodotto lallestimento di Mephistoland,
testo ricavato dal romanzo Mephisto
di Klaus Mann da parte
di Kornel Laboda, Albert Benedek e Andras Dömötör anche
regista molto attento a cogliere gli aspetti politici del dramma affidato alle
competenze di Tim Porath, Bettina Hoppe, Aram Tafreshian e Mareike Beykirch.
Ci si
trasferisce al Thalia Theater di Amburgo per la messinscena di Das Schloss tratta dallomonimo romanzo
di Franz Kafka. La
regia di Antù Romero porta
alla luce la satira piuttosto pungente indirizzata al mondo della burocrazia
alimentando prevedibili richiami alla nostra contemporaneità. Tra gli attori
spiccano Jörg Pohl, Thomas Niehaus, Lisa Hagmeister.
Spettacoli
piuttosto interessanti emergono dal cartellone dello Schauspielhaus di
Stoccarda. La rappresentazione di Tote
Seelen da Nikolaj
Gogol porta la firma di Sebastian Baumgarten che
denuncia la brutalità del capitalismo e avanza audaci critiche alla politica
economica di Putin.
Eccellente è risultata la prova degli attori tra i quali Hanna Plass, Paul Grill, Wolfgang Michalek, Michael Stiller, Svenja Liesau, Horst Kotterba.
Consensi di pubblico e di critica hanno accompagnato la messinscena di Stadion der Weltjugend.
La
sezione Neue Stücke della rivista
berlinese si occupa dellallestimento di tre novità premiate da unapposita
giuria e in visione al Deutsches Volkstheater di Berlino. Si tratta di Über meine Leiche di Stefan Hornbach (regia
di Nicolas Charaux; con Merlin Sandmeyer, Tino Hillebrand, Marie-Luise Stockinger), di Das Gelübde di Dominik Busch (regia
di Lily Sykes; con Christian Baumbach, Milian Zerzawy, Henrike Johanna Jörissen, Miriam Maertens) e di Gespräch wegen der Kürbisse di Jakob Nolte (regia
di Tom Kühnel; con Natali Seelig e Maren Eggert).
I contributi
statali elargiti alle compagnie indipendenti costituisce il tema di un
interessante dibattito pubblicato nelle pagine di Freie Szene, al quale partecipano personaggi attivi nel settore
quali Amelie Deuflhard, Stefan Hilterhaus e Annemie Vanackere.
Lo
spessore artistico del teatro indipendente emerge dagli spettacoli inseriti nel
programma del Festival Impulse. Tra le tante proposte è doveroso segnalare Der Botschafter di Monika Mertensdorfer e Knut Klasser che
mettono in contatto cultura africana e tedesca per auspicare un rapporto libero
e continuo; The Empire Strikes Back:
Kingdom of the Synthetic di Christine Gaigg; e Situation mit Doppelgänger con Julian Warner e Oliver Zahn
protagonisti di una performance di alto livello.
Questo
numero di Theaterheute segue con particolare
attenzione i principali festival che si sono recentemente tenuti in area
tedesca. Si inizia con il programma delle Wiener Festwochen impaginato con
maestria da Marina
Davydova che, per effetto delle sue origini russe, concede
molto spazio agli artisti dellest, a partire da Konstantin Bogomolov che
firma ladattamento di Ein idealer Gatte
di Oscar Wilde per proseguire con il
cechoviano Drei Schwestern curato da Timofei Kuljabin. Si
rimane in area russa con la messinscena di Tschewengur,
adattamento della stessa Davydova, e con Nachtasyl
di Maxim Gorkj firmato da Oskaras Korsunova e
interpretato da Darius
Meskauskas e Giedrius Savickas.
Tra le
altre venticinque produzioni della rassegna viennese non mancano altre proposte
assai pregevoli sotto il profilo artistico, come Gewöhnliche Menschen di Gianina Cărbunariu affidato
alle competenze attoriali di Mariana Mihu, Ofelia Popii, Marius Turdeanu e Dana Talos.
Esempi di
arte minimale, caratterizzata da una maggiore esposizione scenica del corpo
rispetto alla forza della parola, sono risultati Città del Vaticano di Falk Richter e Scheinleben di Kornel Mundruczo. Grandi
consensi di pubblico e di critica ha ottenuto Pippo Delbono con Orchidee. Un altro artista italiano, Romeo Castellucci, si è
distinto con la sua Orestie al
Ruhrfestival, in cui ha trovato spazio la riduzione teatrale del film Rocco e i suoi fratelli di Visconti. Ne è
autore Lars-Ole Walburg che si è
dimostrato molto attento alle sfumature psicologiche dei personaggi affidati
alle competenze di Henning
Hartmann, Jonas Steglich, Jakob Benkhofer, Sarah Sandeh, Marcel Zuschlag e Gabriel Schlager.
Apokalypse di Herbert Fritsch è uno
spettacolo satirico che parla di catastrofi cosmiche, come hanno raccontato Elisabeth Zumpe, Wolfram Koch e Ingo Günther. Si
passa allesame del Festival Theaterformen di Braunschweig in cui assume un
certo rilievo la presenza di talentuosi artisti asiatici come Ho Tzu Nyen con Ten Thousand Tigers e Toshiki Okada con God Bless Baseball. Infine incontriamo
il Malta Festival di Stettino e Posen dominato da spettacoli incentrati su
tematiche legate alla storia del Novecento polacco.
In Akteure si legge il profilo artistico di Franz
Pätzold, giovane attore del Residenztheater di Monaco, che
ha esibito il suo talento in Philoktet
di Brecht e Die Abenteuer des guten Soldaten Svejk im Weltkrieg (regia di Krank
Castorf). Nellintervista rilasciata alla rivista
berlinese, Tena Stivicic, giovane scrittrice croata
scoperta dal National Theatre di Londra, illustra il suo percorso creativo e
spiega le caratteristiche di Drei Winter.
Il testo, intensa e appassionante storia di tre generazioni di donne, si legge
in versione integrale nella sezione Das
Stück.
di Massimo Bertoldi
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