Il
terzo numero della rivista diretta da Paolo Billi e Cristina
Valenti è dedicato al progetto Gerusalemme Liberata in
carcere realizzato nel quadro del progetto biennale Stanze di
Teatro in Carcere e promosso dal Coordinamento Teatro Carcere
dellEmilia Romagna. In un periodo compreso tra il 2014 e il 2015,
sei compagnie della regione hanno dato vita, sia fuori che dentro il
carcere, a otto prove aperte e sei spettacoli.
Nelleditoriale
(Gerusalemme: tra mediazione e metafora) si delinea un
parallelo tra il carcere e lopera del Tasso, autore
emblematico. Si pensi ai sette anni da lui trascorsi in una cella
dellOspedale SantAnna di Ferrara.
La
sezione Argomenti registra tre interventi della tavola rotonda
Crocevie di teatro e carcere, tenutasi il 19 febbraio 2015 a
Bologna nellambito della programmazione del Centro di Promozione
Teatrale La Soffitta. I testi sono stati trascritti da Giulia
Bongi e rivisti dagli stessi autori. Nel primo intervento
Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia
Romagna, dichiara di voler rafforzare e ampliare loperatività del
protocollo dintesa stipulato nel 2011 tra la Regione, il
Provveditorato per lamministrazione penitenziaria e il
Coordinamento regionale di Teatro in carcere; nonché di ampliare il
protocollo allassessorato regionale alla formazione e al lavoro.
Lobiettivo è quello di un rafforzamento della dimensione post
detentiva, soprattutto in termini di possibilità occupazionali per
gli ex detenuti in situazione di fine pena o di «messa alla
prova» grazie allarticolo 21.
Il
provveditore dellAmministrazione penitenziaria per lEmilia
Romagna Pietro Buffa illustra i cambiamenti del sistema
penitenziario negli ultimi tre anni a seguito della sentenza di
condanna emanata dallUnione Europea nei confronti dello Stato
italiano. Buffa illustra i tre gruppi di diritti basilari violati
dallItalia: i diritti di tipo strutturale (i metri quadri a
disposizione per ogni carcerato, il tipo di locale che ospita i
detenuti, ecc.); il diritto alla conservazione della dignità
personale; il diritto ad avere una relazione umana.
Claudia
Clementi, direttrice della Casa Circondariale “La Dozza” di
Bologna, traccia un bilancio positivo delle attività teatrali
dellistituto dal 2006 (con il lavoro di Paolo Billi) al 2015
(quando Armando Punzo e Aniello Arena della Compagnia
della Fortezza incontrarono i detenuti portando la loro esperienza).
La
rubrica Un caso di studio registra i risultati di una ricerca
svolta da Salim Megherbi, Rachel Brahy e Frédéric
Shoenaers dellUniversità di Liège, nellambito di un
partenariato educativo che dal 2011 al 2013 ha riunito cinque
organizzazioni intorno al tema del teatro in carcere. Larticolo
(Faire du théâtre en prison: étude de cas dun
programme européen) illustra il progetto Veniamo da Lontano,
sostenuto dalla Comunità Europea con il programma Grundvig e
che ha coinvolto le seguenti compagnie: Teatro Nucleo (Italia),
Alarm Theatre (Germania), Ures Ter (Ungheria), Teatro del Norte
(Spagna). In unottica comparativa, i tre ricercatori osservano la
situazione del Teatro Carcere non solo negli stati dappartenenza
delle compagnie prese in esame, ma anche in Francia e in Belgio.
Questo contributo, corredato da un solido apparato statistico e
bibliografico, è un esaustivo “punto” sulla situazione europea
del Teatro in Carcere.
Con
il dossier Gerusalemme Liberata in Carcere si apre la parte
monografica della rivista. Cristina Valenti (Il cantiere
Gerusalemme. Mappa del progetto biennale) traccia sinteticamente
i risultati del progetto Stanze di Teatro in Carcere,
puntando lattenzione soprattutto sulle repliche realizzate
fuori dagli Istituti di Pena nel centro sociale Bruco Magico di
Reggio Emilia, al Teatro delle Passioni di Modena e al Teatro
Herberia di Rubiera. La Valenti ricorda inoltre limportante
coinvolgimento delle scuole della regione. In tale contesto, alcuni
studenti hanno avuto la possibilità di svolgere i loro programmi
extra scolastici partecipando alle attività nelle carceri, vivendo
così unesperienza tanto formativa quanto umana.
Massimo
Marino (Gerusalemme in carcere. Il cielo in una stanza)
traccia un resoconto del lavoro delle compagnie teatrali che hanno
lavorato sulla Gerusalemme Liberata con i detenuti delle
carceri dellEmilia Romagna. Marino scrive il suo intervento come
una cronaca avendo egli stesso partecipato al percorso laboratoriale
e produttivo. Le compagnie coinvolte sono la Cooperativa Giolli
(carcere di Reggio Emilia); lAssociazione Con…tatto (Casa
circondariale di Forlì); il Teatro del Pratello (Casa circondariale
di Bologna); il Teatro dei Venti (Casa di Reclusione di Castelfranco
Emilia, Casa circondariale di Modena); Le Mani Parlanti (Istituti
penitenziari di Parma); il Teatro Nucleo (Casa circondariale di
Ferrara).
Il
dossier è arricchito da una galleria di ventisei scatti
fotografici realizzati da Veronica Billi, Chiara Ferrin,
Luca Gavagna, Stefano Orro (Percorso per immagini)
e dalla sezione Documenti, che comprende sei Interviste
di Giulia Bongi ai registi promotori del percorso artistico negli
istituti penali dellEmilia Romagna: Paolo Billi (Teatro del
Pratello), Horacio Czertok (Teatro Nucleo), Robero Mazzini
(Cooperativa Giolli), Sabina Spazzoli (Associazione
Con…tatto), Stefano Tè (Teatro dei Venti), Corrado
Vecchi (burattinaio della Cooperativa Le Mani Parlanti). Le
interviste fanno conoscere al lettore le specificità poetiche e
metodologiche dei sei artisti, evidenziando analogie e differenze.
Seguono
i Diari di Bordo, un ulteriore focus dellofficina
artistica, umana e didattica delle compagnie citate. Tale sezione, a
cura di Cristina Valenti, registra il racconto di osservatori
esterni che, non avendo partecipato attivamente alle attività
laboratoriali, riflettono con maggiore oggettività sulla
realizzazione dello spettacolo a Reggio Emilia (Diario di
Elisa Godani), Forlì (Diario di Davide Bosi),
Bologna (Diario di Susanna Accornero), Castelfranco
Emilia e Modena (Diario di Marzia DAngeli), Parma
(Diario di Veronica Pastorino), Ferrara (Diario
di Francesca Tamascelli).
La
parte della rivista dedicata alla documentazione dei risultati
ottenuti con il progetto Gerusalemme Liberata in carcere, si
chiude con i copioni e le partiture originali degli allestimenti. I
Testi raccolgono gli adattamenti drammaturgici del capolavoro
del Tasso e si nutrono in fase di stesura, allinterno dei percorsi
di scrittura creativa, del portato umano ed esperienziale dei
detenuti-attori protagonisti degli spettacoli Anche qui dentro ci
sono dei buoni (Casa circondariale di Reggio Emilia), Hotel
Gerusalemme (Casa circondariale di Forlì), Confiteor – 12
mq di Gerusalemme in carcere (Casa circondariale di Bologna),
Angeli e Demoni (Casa circondariale di Modena), Storie di
relazioni im…possibili (Istituti penitenziari di Parma). Non
figura il testo presentato a Ferrara (Me che libero nacqui al
carcere danno) esemplato sulle ottave del poema.
Il
numero si chiude con lelenco dei soci del Coordinamento Teatro
Carcere dellEmilia Romagna.
di Claudio Suzzi
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