Leditoriale
di Paul Rae (Joining the Conversation, pp. 197-201) per questo terzo numero del 2016 si ricollega al precedente
continuando la riflessione sui diversi modi di produzione della ricerca universitaria.
La proposta di Rae, elaborata insieme con Aoife Monks («Contemporary Theatre Review»), prevede nellambito dellannuale conferenza International Federation for Theatre Research (San Paolo del
Brasile, 10-14 giugno 2017) una nuova sessione di studio incentrata sulle
modalità della pubblicazione accademica. Lobiettivo è quello di ripensare lo
sviluppo della conoscenza scientifica avvalendosi
della combinazione di tre fondamentali modalità comunicative: la
socializzazione, la “presentazione” e il dibattito.
In
apertura Partha Chatterjee (Theatre and the Publics of Democracy,
pp. 202-217) prende spunto dal suo intervento alla conferenza International Federation for Theatre
Research tenutasi nel 2015 a Hyderabad in India. In uno stile saggistico in
linea con le “qualità orali” sottolineate da Rae nelleditoriale, Chatterjee
descrive i momenti chiave della storia del teatro indiano nel Novecento. Il
tentativo è quello di mettere in luce il modo in
cui la formazione sociale del teatro e le sue forme estetiche si siano sviluppate allinterno delle strutture democratiche e degli
interessi capitalistici del paese.
Kelvin Chikonzo (From panic to Reconcilation: Protest Theatre
and the State in Zimbabwe, 1999-2012, pp. 218-230) affronta la tematica del
dissenso che anima le contemporanee pratiche teatrali zimbabwesi nella promozione
dellimpegno politico dei cittadini contro il monopolio mediatico statale. Chikonzo
analizza le diverse forme che il teatro di
protesta ha assunto in risposta ai profondi sconvolgimenti politici che il paese
ha subito dallinizio del secolo in corso. Si pone in valore come tale teatro sia nato con lobiettivo di fornire al
pubblico una prospettiva politica alternativa al
monopolio massmediatico e alla deriva totalitaristica verificatasi con
linsediamento della presidenza di Robert
Mugabe nel 1987.
Anche Hyunjung Lee (An Eternal Parting. Staging Internal
Diaspora, Performing South Korean Nationalism, pp. 231-244) affronta il tema
della libera espressione artistica di esperienze e visioni del mondo. Il
contesto storico-politico è quello della Corea del Sud e lanalisi proposta
riguarda la performance di An Eternal
Parting della compagnia sudcoreana di danza-teatro Movement Dang-Dang,
nelle due rappresentazioni del 2011 e del 2013. Lo spettacolo mette in scena la
triste eredità di violenze che per tutto il ventesimo secolo ha costretto il
popolo coreano ad una “eterna diaspora”: dal colonialismo alle purghe etniche,
fino alla guerra.
Suzanne Little (Dramaturgies of the Left-Behind: Mobility
and Stickness in “The Disappearances
Project”, pp. 245-257) prende in esame The
Disappearances Project, messo in scena dalla compagnia australiana Version
1.0 tra il 2011 e il 2013, per riflettere sul ruolo della performance spettacolare
nella rappresentazione dellesperienza della “rimozione” e del “distacco”. Oggetto
di indagine sono le famiglie e gli amici delle
persone scomparse per i più svariati motivi, che si ritrovano di colpo “estranei”
nelle proprie case.
Felipe Cervera (Astroaesthetics: Performance and the Rise of
Interplanetary Culture, pp. 258-275) approfondisce quello che viene sempre
più spesso chiamato “Nuovo Spazio”. Storicamente le azioni performative sono
state un fondamentale strumento per la rappresentazione e per la politicizzazione
della scoperta delluniverso. Cervera ripercorre questa particolare storia attraverso
alcune tappe significative: dallo spettacolo del 2012 del messicano Alberto Villareal Desierto Bajo la Escenografía Lunar (TeatroSinParedes, Mexico City)
sul primo bambino nato sulla luna; al progetto MarsOne (2014) per un reality
show sui primi uomini su Marte; fino allinstallazione
sonora Radio Astronomy realizzata nel
2004 dal collettivo artistico neozelandese Radioqualia.
Chiudono
il fascicolo due utili strumenti di lavoro: Book Reviews (pp.
276-288), con le recensioni dei principali studi in lingua inglese di argomento
teatrale, e Book Received (p. 289), con le segnalazioni delle
ultime pubblicazioni di area anglosassone.
di Andrea Simone
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