Nella bella collana delleditore Morlacchi
dedicata ai testi teatrali, diretta da Giovanni
Falaschi e Alessandro Tinterri,
appaiono due testi teatrali di un autore caratterizzato da un forte impegno
nella testimonianza morale così come da uno stile essenziale che non sacrifica
mai il contenuto alla forma. I lavori proposti risalgono rispettivamente al
2005 e al 2011; entrambi sono stati tradotti, per la prima volta in italiano,
da Gianni Poli, collaudato e
competente conoscitore del linguaggio teatrale francese. Nel primo di questi
copioni (Dallinferno alla luna)
lazione si svolge sul finire del secolo scorso e vede il confronto tra due
generazioni: da una parte, i quattro genitori che hanno alle spalle una storia
vissuta nel corso della seconda guerra mondiale tra deportazione e prigionia
nei campi di concentramento; dallaltra parte del confronto stanno invece i
loro figli, François e Françoise, testimoni di unaltra generazione e di
unaltra storia.
Il secondo lavoro (Puzzle memoria) –
come precisa lo stesso autore nella Premessa (p. 111) – «è composto da cinque
testi brevi e da un preludio che potranno, alloccasione, vivere di vita
propria in completa autonomia: oltre al preludio, Bella ciao, E la notte sola…, Il Teatro
della Luna, Cabina fotoautomatica, Residenza coatta». Come annuncia il titolo,
anche qui siamo davanti agli interrogativi che il passato pone al presente ed
ancora per il tramite di una rammemorazione che ora appare lucida e ora offuscata, comunque sempre messa in scena sul filo
di una frammentazione dei diversi punti di vista. Il “dramma” è costituito
dalla lotta fra due contrari: lo smarrimento del ricordo ferito dal dolore interferisce con la volontà di un esercizio
di storicizzazione, sottraendola alla sopraffazione del presente sul passato.
Nella forma di un teatro sostanzialmente etico, lautore resta fedele ad una
personale cultura della drammaturgia fondata proprio su questa interrogazione
memoriale, già collaudata in precedenti testi messi in scena. Il linguaggio
adoperato viene talvolta (ad esempio in Puzzle
memoria) stemperato dal ricorso alla tecnica del “teatro nel teatro”: come
se fosse urgente il bisogno di allontanare i temi più brucianti e drammatici
per fare prevalere la ragione piuttosto che lemozione.
di Siro Ferrone
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