Questo numero della rivista berlinese si
apre con le pagine di Aufführungen,
in cui sono raccolte le recensioni degli spettacoli più importanti recentemente
prodotti nei territori dellarea tedesca. Si inizia con lo schilleriano Wallenstein, allestito alla Schaubühnne
di Berlino da Michael Thalheimer secondo un linguaggio marcatamente
contemporaneo in grado di creare unatmosfera di intensa drammaticità, come
hanno espresso qualificati attori quali Laurenz Laufenberg, Regine Zimmermann, Alina Stieger e Ingo Hülsmann. Alla
Volksbühne il linguaggio sperimentale di Frank Castorf ha ideato
la messinscena di Die Kabale der
Scheinheiligen di Bulgakov con
laggiunta di citazioni tratte da Warnung
vor einer heiligen Nutte di Fassbinder. Tra le tematiche maggiormente
sviluppate emergono la dittatura e la libertà, con le quali si sono confrontati
Jeanne Balibar, Hanna Hilsdorf e Alexander Scheer,
protagonisti di uno spettacolo tanto originale quanto applaudito. Sebastian Hartmann ha
firmato lallestimento di Berliner
Alexanderplatz di Alfred
Döblins. Sul palcoscenico del Deutsches Theater si anima
una sequenza di brevi quadri scenici che creano stretti contatti con il
presente storico. Tra gli interpreti si sono distinti Andreas Döhler, Katrin Wichmann, Michael Gerber. Si
prosegue con le produzioni dei principali teatri di Monaco. Al Residenztheater Nuran David Calis si è
occupato di Die vierzig Tage des Musa
Dagh da Franz Werfel, un
testo imbevuto di tematiche legate al nazismo e interpretato con maestria
soprattutto da Daron
Yates, Simon Werdelis e Ismail Deniz. I
Kammerspiele hanno ospitato América, riduzione
teatrale dellomonimo romanzo dello scrittore americano T.C. Boyle per la
regia ispirata di Stefan Pucher. Ci si trasferisce allo Schauspielhaus di
Francoforte per illustrare due produzioni: Clockwork
Orange da Anthony
Burgess è uno spettacolo dalle atmosfere comiche e
circensi, animato dalla briosa interpretazione di Jan Breustedt, Torben Kessler, Felix Rech e Vincent Glander.
Riflessioni sullEuropa contemporanea emergono dalla messinscena di Die europäische Wildnis, eine
Odyssee, novità di Sascha Hangesheimer affidata
alla regia di Katrin
Plötner che muove un gruppo di qualificati attori come Justus Pfankuch, Heidi Ecks, Verena Bukal, Matthias Scheuring e Carina Zichner. Infine è
doveroso segnalare il debutto della novità Mädchen in Not di Anne Leppers. Protagonista
del testo pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero di «Theaterheute» è una strana
marionetta eterosessuale. Le pagine di Nachruf sono dedicate al profilo artistico di Moidele Bickel, prestigiosa e qualificata costumista recentemente scomparsa e, tra laltro, collaboratrice per lunghi anni di Peter Stein e Luc Bondy. In Ausland si legge un interessante reportage sulla scena turca, dal quale emergono proposte di artisti indigeni finalizzate al rinnovamento della scena locale con lassimilazione di linguaggi internazionali. Si parla, tra gli altri, di Die lächerliche Finsternis di Wolfram Lotz per la regia di Nurkan Erpulat al Theater Bakirköy e dellattività di gruppi indipendenti, che hanno avuto modo di esibirsi nellambito del recente Festival internazionale di Istanbul. Dalla Turchia ci si sposta a Bruxelles, dove si è svolto lannuale Kunsten Festival des Arts con la partecipazione di prestigiosi personaggi che hanno impreziosito la manifestazione. Five Easy Pieces di Milo Raus e la performance Oblivion di Sarah Vanhee sono stati i fiori allocchiello di uniniziativa di respiro internazionale, molto apprezzata da pubblico e critica. Fa parlare di sé anche il teatro ungherese grazie alla magistrale messinscena al Katona József Theater di Budapest di Champion, testo liberamente ispirato allatto unico Il tabarro di Puccini e arricchito dallinserimento delle più famose arie del compositore toscano. Firma la regia Béla Pintér che si avvale di una compagnia di qualificati attori, tra i quali Zoltán Bezerédi, Ervin Nagy, Judit Rezes e Adél Jordán. Litinerario di Ausland si conclude in Ucraina per illustrare lesito positivo del Festival Wilder Osten Ereignis Ukraine, allinterno del quale sono state lanciate interessanti novità come Der Wij, libero adattamento dellomonimo testo di Gogol per mano di Natalia Vorozhbyt e trasferito sul palcoscenico da una regia a tre mani firmata da Stas Zhyrkov, Maksym Golenko e Oleksandra Sentschuk.
di Massimo Bertoldi
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