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Skenè, a. II, n. 1, gennaio-giugno 2016
Catharsis, Ancient and Modern

257 pp.
ISSN 2421-4353

È dedicato a Catharsis, Ancient and Modern il primo numero del 2016 della rivista digitale in lingua inglese diretta da Guido Avezzù.

Nell’editoriale (pp. 3-20) Gherardo Ugolini analizza il concetto aristotelico di “catarsi” alla luce di un dibattito plurisecolare che ne ha fatto il fondamento di differenti teorie drammaturgiche, estetiche e filosofiche. Gli studi esegetici del passo “incriminato” della Poetica (1449b 24-28) sono registrati nell’introduzione in un’utile sintesi.

La rivista si articola in due parti. Nella prima Andrew L. Ford (Catharsis, Music, and the Mysteries in Aristotle, pp. 23-42) attribuisce al termine “catarsi” il significato di esperienza estatica connessa con i culti misterici. A partire dalle teorie di Walter Burkert (Ancient Mystery Cults, Cambridge-London, Harvard University Press, 1987), lo studioso individua un suggestivo legame tra teatro e rito di iniziazione che comprende prassi drammaturgiche finalizzate all’estasi (“telestic catharsis”).

Matt Cohn (Comedy, Catharsis, and the Emotions: From Aristotle to Proclus, pp. 43-68) indaga la catarsi in rapporto alla commedia. Il genere comico non solo comunica emozioni piacevoli associate al riso ma anche dolorose. L’indignazione che deriva da certe scene comiche è un’emozione intrecciata alla paura e alla pietà da cui scaturisce la catarsi. Lo studioso ripercorre le teorie formulate nel Tractatus Coislinianus, in Iamblichus e in Proclus, secondo le quali la catarsi comica sarebbe complementare a quella tragica.

Elisabetta Matelli (Theophrastus on Catharsis and the Need for Release from the Evils Due to Emotions, pp. 69-103) focalizza l’attenzione sulla ricezione della teoria aristotelica nella scuola filosofica del maestro e in particolare nel suo successore Teofrasto. La studiosa registra in un elenco critico la ricorrenza del termine catarsi nelle opere del discepolo di Aristotele afferenti alla medicina, alla botanica, alla religione e alla musica.    

Nella seconda parte si esamina la fortuna della teoria aristotelica in età moderna. Brigitte Kappl (Profit, Pleasure, and Purgation – Catharsis in Aristotle, Paolo Beni and Italian Late Renaissance Poetics, pp. 104-132) ripercorre i diversi significati attribuiti alla catarsi dai critici letterari del secondo Cinquecento attraverso i Commentarii alla Poetica di Aristotele di Paolo Beni, che offrono un significativo panorama delle differenti interpretazioni elaborate nei decenni precedenti.

Thomas C.K. Rist (Miraculous Organ: Shakespeare and “Catharsis”, pp. 133-150) rintraccia la teoria aristotelica in opere antecedenti alla prima edizione britannica della Poetica (1623). Tra le opere in questione spiccano The Spanish Tragedy (1592) di Thomas Kyd, la cui elaborazione del concetto di catarsi influenzerà Shakespeare (Hamlet in primis); e Defence of Poesy (1595) di Philip Sidney, il primo testo inglese di critica letteraria.

Il concetto di catarsi, è noto, diventa cruciale nella cultura letteraria tedesca del XVIII e XIX secolo con due opere fondamentali: Hamburg Dramaturgy (1767-1769) di Lessing e Nachlese zu Aristoteles’ Poetik (1827) di Goethe. Sotera Fornaro (“Catharsis”. From Lessing’s Moral Purification to Goethe’s Purity of Form, pp. 151-172) si occupa del testo goethiano, in cui il pensatore tedesco, opponendosi all’invalsa interpretazione “moralistica” (da Brumoy a Lessing), sostenne che l’idea aristotelica si riferiva ad un processo artistico-teatrale privo di implicazioni etiche per gli spettatori. Goethe intese il suo stesso procedimento di scrittura poetica come un atto catartico. Si pensi al suo epistolario con Schiller.

Martin Vöhler (The Pathological Interpretation of Catharsis, pp. 173-200) ripercorre le interpretazioni della teoria aristotelica fino alla pubblicazione del trattato Grundzüge der verlorenen Abhandlung des Aristoteles über Wirkung der Tragödie di Jacob Bernays (1857), in cui il processo di catarsi è ascritto alla sfera della patologia medica.

James I. Porter (Nietzsche, Tragedy, and the Theory of Catharsis, pp. 201-228) evidenzia come, benché il termine catarsi ricorra raramente ne La nascita della tragedia (1872), la teoria aristotelica sia ben radicata nella mente di Nietzsche. Lo studioso rintraccia nell’opera del filosofo tedesco i termini che si collegano all’idea di catarsi, quali “mitleiden” (pietà, sofferenza), “furcht” (paura) e “erlösung-entladung” (purificazione).

Infine Daniela M. Schönle Theatrical Catharsis and Its Therapeutic Effect. Catharsis in Vienna at the Turn of the Century, pp. 229-257) ricostruisce il dibattito circa la catarsi che avvenne nei saloni viennesi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Tali discussioni furono innescate dal commento alla Poetica di Bernays e dalla posizione antagonista di Theodor Gomperz, autore dei Pensatori Greci (1893-1909). Nel dibattito furono coinvolti anche Sigmund Freud e Josef Breuer, che chiamarono appunto “metodo catartico” il famoso trattamento dell’isteria da essi elaborato nel 1893. 


di Diana Perego


La copertina

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