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Theaterheute, Nr. 5, Mai 2016


72 pp., euro 14,00
ISSN 0040 5507

Il nuovo numero della rivista berlinese si apre con Aufführungen, lo spazio occupato dalle recensioni delle produzioni più importanti dell’area tedesca. È il caso delle proposte dei Kammerspiele di Monaco: 50 Grades of Shame del collettivo femminile She She Pop è uno spettacolo dedicato al tema del sesso e della pornografia in età adolescenziale; War and Peace è la rivisitazione in chiave moderna dell’omonimo romanzo di Tolstoj secondo le linee artistiche della compagnia Gob Squad.

Allo Schauspiel di Stoccarda Armin Petras cura la messinscena di Nathan der Weise di Lessing e sceglie come ambientazione un hotel moderno in cui si consumano i rapporti spigolosi tra i vari personaggi interpretati da Christian SchneeweissKatharina KnappPaul GrillPeter KurthSusanne BöweHanna Plass. Nello stesso teatro Fritz Kater affida a Jossi Wieler il testo di I’m searching for I:N:R:I, riuscita rielaborazione di Gott Schützt die Liebenden di Johannes Mario Simmel. Ambientata nella Berlino dell’Est, la commedia diventa una riflessione storica sugli effetti positivi e negativi prodotti dal crollo del Muro, resa sulla scena con pregevoli competenze espressive da Fritzi Haberlandt e André Jung.

Proposte piuttosto interessanti caratterizzano anche la scena di Amburgo, a partire da Peer Gynt allestito da Simone Stone allo Schauspiel con Angela Winkler e Gala Othero Winter impegnate nella sperimentale riconversione femminile del ruolo del titolo. Attinge dal repertorio di George Bernard Shaw il duo Tiit Ojasoo-Liis Semper e la scelta cade su Pigmalion, che, trasferito sul palcoscenico del Thalia Theater, diventa uno spettacolo la cui cifra stilistica si riconosce nell’azione frenetica e atletica degli attori, tra i quali spiccano Kristof Van BovenAlicia AnmüllerAlexander Simon.

Schiff der Träume è il titolo dell’adattamento teatrale del film di Federico Fellini E la nave va firmato da Jan Gehler e affidato alla regia di Karin Beier, che nella produzione piuttosto imponente ideata dallo Schauspiel di Dresda inserisce nella cornice storico-culturale della Belle Époque una rete di richiami al nostro presente. Pregevole la prova dei tanti attori, tra i quali Jan MaakAnna-Katharina MuckMeik van SeverenThomas EisenYohanna Schwertfeger. Anche la messinscena di Unterwerfung, commedia ricavata dalla riduzione dell’omonimo romanzo di Michel Houellebecq in cui si immagina l’islamizzazione della società francese, ha ottenuto grande consenso di pubblico e di critica, anche grazie alla convincente prova di Christian Erdmann, signore della scena.

Tante le pagine dedicate al Berliner Theatertreffen, il festival annuale organizzato dal Berliner Festspiele, al quale sono iscritte le dieci migliori produzioni della stagione. Hanno partecipato a questa edizione: il citato Schiff der TräumeThe Situation di Yael Ronen & Ensemble (regia della stessa Ronen, produzione Maxim Horki Theater di Berlino); Tyrannis, testo e regia di Ersan Mondtag (produzione Staatstheater di Kassel); Mittelreich di Anna-Sophie Mahler e Johanna Höhmann (regia della stessa Mahler, produzione Kammerspiele di Monaco); Vater und Söhne di Brian Friel dal romanzo di Turgenjew (regia di Daniela Löffer, Deutsches Theater di Berlino); Stolpersteine Staatstheater, testo e regia di Hans-Werner Kroesinger (produzione Badisches Staatstheater Karlsruhe); John Gabriel Borkman di Ibsen (regia di Simon Stone, produzione Burgtheater di Vienna); Ein Volksfeind di Ibsen (regia di Stefan Pucher, produzione Schauspielhaus di Zurigo); Effi Briest-allerdings mit anderem Text und auch anderer Melodie, testo e regia di Clemens Sienknecht e Barbara Bürk (Deutsches Schauspielhaus di Amburgo); der die mann di Konrad Bayer (regia di Herbert Frisch, produzione Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino). Alla lista dei vincitori seguono, a detta della rivista berlinese, i grandi esclusi, individuati in: Die Bruder Karamasow da Dostojevskij, affidato alla regia di Frank Castorf (Volksbühe di Berlino); Das Herz der Finsternis da Joseph Conrad, allestito da Jan-Christoph Gockel (Thaeter di Bonn); e Der Auftraf di Heiner Müller, a cura di Tom Kühnel e Jurgen Kuttner (Schauspiel di Hannover).

Il ritratto del mese (Porträt) è dedicato a Bernd Stempel, protagonista del gettonato Vater und Söhne allestito da Brian Frìel. L’attore è attivo da ventisette anni al Deutsches Theater di Berlino.

Segue un’intervista a Clemens Sienknecht, musicista ideatore di Effi Briest, che, oltre a spiegare la costruzione dell’opera, parla dei rapporti creativi con Christoph Marthaler e dei fecondi trascorsi con Peter Zadek.

Il teatro documento costituisce il filone di ricerca di Kroesinger e Regine Dura, lungo un percorso puntellato di spettacoli di aspra denuncia sociale e politica, tra i quali è doveroso segnalare Kindersoldaten (2008), Darfur, Mission Incomplete (2011), Rwanda Revisited (2009), Musa Dagh (2015) e il recente Graecomania.

Altra importante rassegna è l’annuale Mühheimer Theatertage, che si caratterizza per l’assunzione di tematiche contemporanee in una visione di pluralismo tanto nei linguaggi scenici quanto nell’interpretazione della realtà. Anche in questa edizione non sono mancati ospiti di primo piano, tra i quali Yael Ronen (The Situation), Frida-Lovisa protagonista di dosenfleischFelicia Zeller (Zweite allgemeine Verunsicherung), Ursula Werner e Thomas Schmauser protagonisti di Buch (ingredientes de la vida) di Fritz Kater. Segue un’intervista a Thomas Melle, autore del testo Bilder von uns, che si può leggere in versione integrale in Das Stuck di questo numero di «Theaterheute». 

In Ausland si parla diffusamente del grande successo ottenuto da Konstantin Bogomolow nell’ambito della scena russa contemporanea. Il regista di scuola brechtiana ha collezionato una serie di spettacoli di notevole qualità artistica, quali Ein idealer GatteEis e Die Karamasows.


di Massimo Bertoldi


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