Sono molti e piuttosto interessanti gli
spettacoli recensiti in Aufführungen, lo spazio riservato alle
produzioni dei teatri di lingua tedesca. Un occhio di riguardo è rivolto alla
scena di Amburgo. Primeggia la messinscena di Geächtet, novità di Ayad
Akhart pubblicata in versione integrale in Das
Stück allegato a questo numero della rivista berlinese. Il testo, che si
interroga sulle espressioni contemporanee del razzismo, è affidato alla regia
di Klaus Schumacher e allinterpretazione di Carlo Ljubek, Ute Hannig, Samuel Weiss, Isabelle Redfern. Warten auf die Barbaren, il copione ricavato
dallomonimo romanzo di Coetzee, è affrontato dalla regia
della polacca Maja Kleczewska manifestando attenzione
soprattutto per le tematiche religiose. Tra gli attori spiccano Markus John nei panni del magistrato
protagonista, Sachiko Hara, Anja Lais. Si parla
di asilo politico e di democrazia in Unterwerfung,
spettacolo tratto dal romanzo giovanile di Michel Houellebecq,
ambientato nel 2022 e ridotto a un convincente monologo per Edgar Selge e la
regia di Karin Beier. Al Thalia
Theater ha realizzato la messinscena di Früchte
des Zorns, che Luk
Perceval ha ricavato dal romanzo omonimo di Steinbeck attualizzando
il tema della depressione con la quale convive una famiglia californiana e avvalendosi
di bravi attori come Kristof
van Boven, Rafael Stachowiak, Marina Galiu, Bert Luppes e Nick Monn. Ci si
sposta alla Schaubühne di Berlino, dove Milo Rau ha presentato
Mitleid. Die Geschichte des
Maschinengewehrs, uno spettacolo dissacrante e di denuncia del vuoto della
società contemporanea animato su un palcoscenico ricoperto di oggetti domestici
sparsi come se fossero in una discarica, sul quale si sono mossi interpreti di
pregevole spessore espressivo come Ursina Lardi e Consolate Sipérius. Il
pubblico del Deutsches Theater ha applaudito la commedia Affäre
Rue de Lourcine di Labiche, trasferita da Karin Henkel nella
nostra contemporaneità e ambientata in un crematorio, con Michael Goldberg, Felix Goeser, Christoph Franken, Anita Vulesica, Wiebke Mollenhauer. La
Volksbühne ha commissionato a Frank Castorf la messinscena di Judith di Hebbel. Il regista propone una
versione cupa e moderna del dramma, con Martin Wuttke e Birgit Minichmayr
convincenti protagonisti. Hanno
ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica le due produzioni dei
Kammerspiele di Monaco, a partire da Caspar
Western Friedrich di Philippe
Quesne che anima sul palcoscenico una sequenza di scene
ispirate alla pittura romantica di Friedrich e
sviluppate con piglio creativo da Julia Riedler, Stefan Merki, Johan Leysen, Franz Rogowski e Peter Brombacher. A
seguire La Sonnambula, novità di David Marton ispirata
allomonima opera di Bellini e affidata
ad un gruppo di bravi attori, tra cui spiccano Jelena Kuljic, Michael Wilhelmi, Yuka Yanagihara, Hassan Akkouch. Andrea Breth
rielabora la sceneggiatura di Diese
Geschichte von Ihnen di John Hopkins per trasferire sul palcoscenico
dellAkademietheater di Vienna un dramma nel quale si esplora la psicologia del
poliziotto interpretato con le dovute competenze artistiche da Nicholas Ofczarek e August Diehl. La rassegna Aufführungen
continua allo Schauspiel di Francoforte per raccontare la messinscena in chiave
contemporanea di Schuld und Sühne di Dostojevskij secondo le linee di regia di
Bastian Kraft, che sviluppa uno spettacolo corale e molto
movimentato come lo hanno saputo rendere Oliver Kraushaar, Lukas Rüppel, Christoph Pütthoff, Nico Holonics, Torben Kessler e Corinna Kirchhoff. Der Idiot, proposto a Dresda da Matthias Hartmann, si caratterizza per il
dominio di atmosfere ombrose, specchio dellinteriorità dei personaggi affidati
allestro artistico di Christian Erdmann, André Kaczmarczyk e Lieke Hoppe. Il cartellone dello Schauspielhaus di Zurigo è stato
impreziosito da tre importanti allestimenti. Barbara Bruckner ha adattato le pagine del
romanzo di Klaus Mann, Mephisto, per riflettere sui meccanismi dellascesa del nazismo,
curando la regia di uno spettacolo grottesco e provocatorio, interpretato, tra
gli altri, da Michael Neuenschwander, André Willmund e Siggi Schwientek. Jan Bosse ha firmato la messinscena
di Hexenjagd di Arthur Miller in una versione attenta
allintreccio di tematiche relative al satanismo e al fascismo, come hanno
espresso con pregevoli doti artistiche Tatjana Sebben, Lisa-Katrina Mayer, Miriam Morgenstern e Nils Kahnwald. Infine Pianoforte di Ruedi Häusermann: uno spettacolo coinvolgente
dominato dalla componente musicale, con Simone Keller, Philip Bartels, Duri Collenberg e Lukas Rickli. In Akteure si legge il profilo artistico di
Dmitrij Schaad, attore
nato in Kazakistan e recentemente salito alla ribalta del Maxim Gorki Theater
di Berlino, dopo i trascorsi formativi allo Schauspielhaus di Bochum, dove si è
rivelato nel 2011 con Amerika di Karl Rossmann. Nel
teatro della capitale ha collezionato una lunga serie di prove positive: da Onkel Wanja di Čechov (2015) al recente Kleiner Mann - was nun? di Hans Fallada per la
regia di Johannes
Pinneberg. In Flüchtlinge und Theater si affronta un
tema di grande attualità: il rapporto tra il teatro politico e i fenomeni
migratori. Allintervento di Tania Canas, insegnante e artista autrice di
molti progetti rivolti ai profughi, segue un reportage su Budapest, dove si
segnalano, tra le tante cose, gli ultimi testi di Belà Pintér, Pheasant Dance e Fasanentanz, dedicati a questo tema. A ventanni
dalla morte di Heiner Müller, Nikolaus
Müller-Schöll pubblica nelle pagine di Essay una profonda riflessione
sullattualità dei contenuti del dramma Horatier
del drammaturgo berlinese in rapporto al terrorismo contemporaneo.
Massimo Bertoldi
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