Carla Bino
Il dramma e l’immagine. Teorie cristiane della rappresentazione (II-XI sec.)
Storia dello spettacolo. Collana diretta da Siro Ferrone. Saggi 21
Firenze, Le Lettere, 2015, 268 pp., euro 26,00
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Pubblichiamo di seguito la “Premessa" di Siro Ferrone al volume.
Questo libro rappresenta una rarità
negli studi italiani dedicati alla storia e alla teoria della rappresentazione,
essendo linteresse prevalente degli studiosi e degli editori rivolto al tempo
presente e allattualità. Su questa scia i lettori e gli studenti nostri
contemporanei sono indotti a dimenticare che la loro storia, e perfino la
cronaca, sono comprensibili nei loro movimenti più significativi con laiuto di
uno sguardo che li collochi in una prospettiva più profonda, sostenuta non solo
dalla enumerazione dei fatti e delle opere, ma soprattutto da una meditazione sulle ragioni che furono
alla radice di quella tradizione.
Così avviene per la storia del teatro e
dello spettacolo, da tempo abituata a camminare su una sola gamba, quella che
affonda le sue scarpe alla moda nel secolo breve o, addirittura, talvolta, nel
presente più immediato. Unattenzione troppo sintetica alle origini del teatro sacro
e alle sue fondamenta teoriche si trova nei lavori di Mario Apollonio (1954) e Federico
Doglio (1990); più ampia la trattazione dovuta a Luigi Allegri (1990) anche se poco interessata allapprofondimento
teorico. Più significativi appaiono invece gli apporti recati alla disciplina di
nostro interesse dal lavoro di Leonardo
Lugaresi, Il teatro di Dio. Il
problema degli spettacoli nel
cristianesimo antico (II-IV secolo), Brescia, Morcelliana,
2008: prezioso appare in particolare il recupero delle fonti primarie,
analizzate e discusse in maniera approfondita.
A questultimo lavoro può essere accostato il libro di Carla Bino per lattenzione rivolta alla
lettura diretta dei testi teorici, adeguatamente discussi, soprattutto nella
prima parte del volume, muovendo dalle fondamentali questioni della
drammaturgia cristiana. Qui è significativo che lanalisi individui e proponga
una serie di dualismi fondamentali per la comprensione delle strutture portanti
della ritualità spettacolare in questione: si affronta così il tema del
«doppio» contrapposto al tema del «semplice», il «distante» contro il «vicino»
e, soprattutto, il «guardare» in antitesi all«agire». Lattenzione alle fonti
è costante lungo ogni sentiero tracciato dallautrice e guida il lettore verso
ulteriori approfondimenti discutendo una bibliografia, anche recente ed estera,
spesso ignorata in Italia. Da questo punto di vista il libro della Bino è anche
una intelligente summa delle acquisizioni teorico-critiche più significative
del panorama specialistico internazionale.
Innovativa appare specialmente la seconda parte del libro
dedicata alla teologia dellimmagine, osservata alla luce della storia
delliconoclasmo e con il supporto anche qui della più avvertita bibliografia
internazionale: penso – tra gli altri – agli eccellenti studi di taglio
filosofico dovuti a Marie-José Mondzain,
tra cui Immagine icona economia (tradotto
nel 2008) e Il commercio degli sguardi (tradotto
nel 2011). Ma allautrice sono anche presenti molti altri significativi lavori intorno
allicona bizantina: sulla lettura performativa di questa, il riferimento è a The Sensual Icon: Space, Ritual, and the
Senses in Byzantium di Bissera Pentcheva
(2010), ma importante appare per la Bino anche la lettura teologica proposta da
Licona di Cristo di Christoph Schönborn (Milano, 2002), così come quella suggerita
dal lavoro di Charles Barber, Figure and Likeness. On the limits of
Representation (Princeton, 2002). Sulle dinamiche rammemorative operanti
nelle rappresentazioni drammatiche fruttuosi i richiami agli studi di Lina Bolzoni (in particolare La rete delle immagini. Predicazione in
volgare dalle origini a Bernardino da Siena, Torino, 2002) e al volume di Mary Carruthers, Machina memorialis. Meditazione retorica e costruzione delle immagini
(400-1200), Pisa, 2006.
Con questi e molti altri
contributi scientifici provenienti da diverse aree culturali e metodologie si
confronta e discute Carla Bino, di fatto proponendosi come significativa
interlocutrice nel dibattito internazionale sulle strutture portanti della
civiltà dello spettacolo.
di Siro Ferrone
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