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Theaterheute, Nr. 8/9, August-September 2015


71 pp., € 15
ISSN 0040 5507

È tempo di bilanci per i principali teatri tedeschi. Con un resoconto della trascorsa stagione si apre questo doppio numero della rivista. Johan Simon lascia la direzione dei Kammerspiele di Monaco dopo cinque anni offrendo come gesto di congedo la messinscena di Until our Hearts Stop di Meg Stuart. Testimoniano il suo positivo operato sotto il profilo artistico il successore Stefan Hunstein e giovani drammaturghi da lui prodotti quali Sandra Hüller e Thomas Schmauser. Ne sono infine ricordati gli spettacoli di maggior successo come Wassa Scelesnowa di Maxim Gorki e la trilogia da Sarah Kane Gesäubert/Gier/4.48 Psycose. Lo Schauspiel di Basilea, affidato alle competenze direttive di Georges Delnon, si è distinto per l’apertura al teatro musicale e alla promozione della drammaturgia contemporanea (Besuch di John Fosse, The Metopes of Parthenon di Romeo Castelluccio).

La ricca sezione di Aufführungen si occupa dei principali festival estivi di area tedesca. Apre la rassegna Wiener Festwochen, quest’anno realizzato da Stefan Schmidkle alla sua prima esperienza che impone alla manifestazione il segno di un costruttivo confronto tra i linguaggi contemporanei. Tra i molti spettacoli spiccano King of War che Ivo von Hove ricava dallo shakesperiano Richard III con Hans Kesting e Kitty Courbois applauditi protagonisti; il monologo Abschied vom Papier di Jewgeni Grischkowez e Noise, ideazione di Sebastian Nübling dedicata ai disagi del mondo giovanile e affidata a giovani attori di Basilea. A questi si aggiungono Möwe di Anton Čechov del regista croato Bodo Jelcic con Pjer Menicanin e Katarina Bitrovic-Darvas protagonisti di una performance altamente sperimentale. Emerge la Premiere di Der Fall Svejk di Dusan David Parizek tratta dal romanzo Die Abenteuer des braves Saldaten Schwejk di Jaraslav Hasek, affidata alle competenze di Peter Fasching, Vladimir Javorsky e Martin Baum.

Ai nuovi autori è offerta come trampolino di lancio la rassegna a loro dedicata da parte del Deutsches Theater di Berlino. Molte e di pregio sono risultate le novità, come dosenfleisch di Ferdinand Schmalz (che si può leggere in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero) curata dalla regia di Carina Riedl, oppure la commedia Der neu Himmel di Nolte Decar, interpretata da Miriam Maertens, Johannes Sima, Julia Kreusch. Si prosegue con Archiv der Erschöpfung di Sascha Hangesheimer con Lisa Hrdina, Almut Zilcher, Felix Goeser e Daniel Hoevels, principali interpreti di uno spettacolo di delicata e intelligente provocazione. Dal variegato panorama della scena berlinese spicca Nachtasyl di Gorki adattato sul palcoscenico della Schaubühne da Michael Thalheimer. L’esperto regista legge il dramma russo attraverso la lente del precariato contemporaneo e muove gli attori in uno spazio di cupo e desolante abbandono urbano. Di qualità è risultata l’interpretazione di David Ruland, Ingo Hülsmann, Alina Stiegler, Eva Meckback, Fritz Römer, Christoph Gawenda.

L’attenzione ai festival prosegue con la manifestazione Foreign Affairs, dove la parte del leone l’ha fatta l’avanguardia europea rappresentata, tra i tanti, da Jan Fabre che ha presentato la prima assoluta di Mount Olympus. To Glorify the Cult of Tragedy per la durata di ventiquattro ore. Nell’allestimento, che parla di Medea e Antigone, convergono molteplici linguaggi dello spettacolo, dalla danza alla prosa. Percorsi innovativi emergono anche da The Time Between Two Mistakes di Needcompany 30 e da The Complete Works: Table Top Shakespeare di Forced Entertainment che concentra in quaranta minuti tutta l’opera del drammaturgo inglese. Angelica Liddell imposta la sua performance sulla lettura delle lettere di San Paolo e avvolge Primera Carta de San Paolo a los Corintos di atmosfere intime e spirituali. La sezione Aufführungen si conclude a Mülheim an der Ruhr, sede del Festival Impulse diretto da Florian Malzacher, che ha invitato artisti di alto livello come Lotte van den Berg con Building Conversation, il gruppo Markus & Markus ideatore di uno studio sperimentale ispirato a Spettri di Ibsen e Andcompany & Co. impegnati in Sounds like war: Kriegserklärung.

Nelle pagine di Ausland sono proposti al lettore prima un denso articolo in cui si parla dell’allestimento scandaloso di Tannähuser di Richard Wagner da parte di Timofej Kuljabin in scena allo Opernhaus di Nowosibirski, poi una descrizione della catastrofe umanitaria raccontata da Milo Rau in Kongo – Tribunal, in scena nelle Sophiensaelen di Berlino. Completa la sezione la ricognizione della scena inglese. Al National Theatre di Londra il nuovo direttore Nicholas Hytner ha allestito The Hard Problem, novità di Tom Stoppard in cui primeggia il talento espressivo di Olivia Vinall, chiamata a rappresentare i tormenti psicologici di una giovane studentessa. Per festeggiare la riapertura dell’Home Theatre di Manchester, Simon Stephen ha consegnato al regista Walter Meierjohann il copione di The Funfair, rielaborazione di Kasimir and Karoline di Ödön von Horváth che Katie Moore e Ben Batt recitano con drammatica intensità, accompagnati da musiche rock. Nello stesso teatro è stato allestito un altro testo di Simon. Si tratta di Carmen Disruption, lavoro ispirato alla nota eroina melodrammatica e affrontato con convinzione da Viktoria Vizin, John Light e Noma Dumezweni.

In Akteure si legge il profilo artistico di Rita von Horváth, attrice di punta dello Schauspielhaus di Zurigo che si è distinta in molti spettacoli curati da René Pollesch, come Fahrende Frauen e Calvinismus Klein con Martin Wuttke e Carolin Conrad, e da Alvis Hermanis, tra i quali emerge il memorabile De idiot. Anfang des Romans.


di Massimo Bertoldi


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