Nel
piano editoriale ambizioso e perseguito lungo decenni (progettato e diretto da Enea Balmas e Michel Dassonville dal 1986), si apprezzano le due Serie che
raccolgono Tragedie e Commedie della Renaissance francese. Mentre
si annuncia la conclusione della Seconda Serie e la preparazione della Terza,
esce il volume di Commedie che copre il periodo 1576-1578. Si tratta di
cinque testi di tre autori diversi e significativamente complementari. Così
collocati, costituiscono un punto avanzato nella produzione teatrale
dellepoca, poiché raccordano il medioevo alletà classica, mentre nuove forme consone
al potere si sostituiscono agli spettacoli più popolari. Lumanesimo
rinascimentale offre nei due generi teatrali una consapevolezza che cresce con
la diffusione delle opere a stampa e il relativo allargamento della fruizione
presso il lettore colto; in un momento in cui erudizione ed espressione
ridondante sembrano anticipare compiacimenti barocchi e contestare leredità
medievale, sopravvissuta nei “sacri” Misteri. Questo libro, nel suo limite
settoriale rigoroso, è in grado di raccordarsi al fenomeno più vasto dellepoca
in trasformazione e mostrare come lo sviluppo di gusto e sensibilità sappia
creare adeguati moventi e vincoli formali. Ad esempio, infatti, a proposito del
lavoro di Pierre Le Loyer su Aristofane, scrive il curatore Riccardo
Benedettini: «Lexercice de Le Loyer est donc la reprise et ladaptation
des points de vue multiples qui apparaissaient chez Aristophane, mais cet etymon de la littérature classique
acquiert, à côté de lexpérience humaniste, une conscience précise de toutes
ses ressources potentielles. […] Le poète est ici ouvert à la littérature
classique» (p. 448), così innovando e restando fedele «à lhéritage médiéval»
(p. 450). Nellesame delle pièces e degli autori, la comprensione
delle opere dei secoli precedenti orienta linteresse verso il tempo dellaffermazione
di una completa professione teatrale. Ciascun
testo costituisce una monografia, curata da studiosi diversi. Una coerenza metodologica
e strutturale è evidente nellorganizzazione dellopera, le cui Parti
introduttive constano di paragrafi dagli elementi ricorrenti: 1) specificità
dellautore e dellopera; 2) biografia; 3) collocazione storica del testo e
nelleventuale raccolta dedizione; 4) riassunto della pièce; 5) fonti e confronti tematici, stilistici, strutturali; 6) scelta
del testo; 7) note bibliografiche (Testo, Fonti, Studi). Grazie allintegrazione
del gruppo, alla collaborazione interdisciplinare e linguistica (studiosi
italiani e francesi si dividono i compiti confrontandone gli esiti), si
ottengono una qualità molto elevata e potenzialità
comunicative di portata internazionale. Seguendo
landamento monografico, si accede a rubriche comuni che esaminano strutture,
trame e temi, per desumerne costanti e variazioni. Così le ricorrenze prevalenti,
riscontrabili nellinsieme dei testi (con eccezioni) sono la scrittura in versi
(a rime baciate), la suddivisione in Atti e in Scene, linizio e la fine dettati
da un Prologo e da un Epilogo, la raffigurazione di personaggi “comuni”, tratti
da una classe borghese comunque animata da scopi venali. Lintrigo prevede
ostacoli a progetti solitamente amorosi e matrimoniali e il loro superamento, in
peripezie dalle varie gradazioni fantastiche e umoristiche. Ricorrono il coup de théâtre e lagnizione per la
ricomposizione finale della vicenda problematica col matrimonio, rappresentato
nel banchetto quale momento della felicità conquistata. La
prima pièce, Le muet insensé di Pierre Le
Loyer (1576, ma nelledizione corretta del 1579, accessibile presso
lUniversità di Pisa), progredisce tortuosa in cinque Atti nel mostrare il «martyre
amoureux» dun allievo avvocato di buona famiglia abitante a Tolosa. Loggetto
femminile del desiderio è Marguerite, corteggiata dal giovane Ecolier,
innamorato respinto. Gli effetti dellamore non corrisposto si manifestano nel
protagonista – divenuto,
appunto, muet e insensé – attraverso il
processo linguistico della parodia della poesia damore. Neppure lintervento diabolico
di un Mago riesce a indurre il sentimento sperato. La demonologia è infatti
disciplina peculiare dellautore che ricorre a sortilegio ed esorcismo.
Linfluenza è dalla traduzione del Negromante ariostesco di Jean de La Taille (1573, in La
comédie à lépoque dHenri II et Charles IX, 1997, nella presente
Collezione). I padri dei due giovani
riusciranno a combinare le nozze, che lEpilogo sigla: «Souvienne-vous que la
chose espérée / Est bien souvent de nos mains égarée: / Et quune chose éloignée
despoir / Est au rebours mise en notre pouvoir» (p. 163). Nella
commedia successiva, La reconnue di Remy Belleau (1578), ambientata a
Parigi, si racconta la separazione di due fidanzati e lattesa a cui la donna è
costretta e durante la quale subisce gli assalti di tre pretendenti, fra cui
lavvocato suo tutore. Il suo matrimonio con lapprendista avvocato appare
inevitabile, alla notizia (falsa) della morte del fidanzato in guerra. Ma il
ritorno del redivivo Capitano semina confusione fra gli incauti e instaura la
giusta armonia del suo ménage. In un ambiente ancora borghese, leroina
racconta la sua infanzia sfortunata e gode premio per la sua virtù. Modellata
sulla Clizia di Niccolò Machiavelli e su
LEugène di Étienne Jodelle, si chiude
con linvito al banchetto per gli attori. I
due testi di Gerard De Vivre presentano
esempi di dialoghi a scopo didattico, prodotti dallautore insegnante di
francese in Belgio. Il primo,
ispirato ai personaggi mitologici Théséus e Dianira, «une comédie à lantique
en la quelle vous verrez comme en un miroir (par manière de dire) les variables
accidents de Fortune, assez bien au vif exprimés» (p. 339). Pièce
semplice e convenzionalmente pedagogica, secondo luso del teatro dei gesuiti, propone
lillustrazione di casi esemplari duna morale edificante. Vi appare peculiare lintroduzione
sistematica di didascalie per la messa in scena, accanto a un originale sistema
di notazione grafica, in sette caratteri tipografici, simbolici di altrettanti
atteggiamenti e/o movimenti scenici. La fonte ispiratrice sarebbe il Roman (in effetti, Le Etiopiche) di Eliodoro di
Emèsa. Laltro
testo (del 1578), in omaggio alla «fidélité nuptiale», è definito «un exercice
utile et divertissant pour la jeunesse». Quale elemento nuovo, vi appaiono delle
Canzoni. A ricalco su Terenzio e Plauto, la commedia raffigura Palestra, sposa in attesa del marito
Pamphlippe, partito in guerra. Resistendo alle profferte di un innamorato, la
virtuosa moglie riabbraccia lo sposo al suo ritorno. Il Servo congeda gli spettatori
citando il Vangelo. Ultima
viene La comédie Néphélococugie, ou La
nouée des cocus (1578) di Le Loyer, traduzione e adattamento degli Uccelli di Aristofane. La motivazione
dellautore è ipotizzata dal curatore nella «provocation du texte, subordonné
au pur divertissement et à des jeux verbaux explosifs […]. Dans la perspective séditieuse et déformante de
lironie, la gentille Toulouse est comme lAthène des sophistes» (pp.
447-448). Oltre ai motivi dinteresse e filologico e rappresentativo, è
divertente allorecchio e allimmaginazione visiva del poeta erudito, la scelta
del nome dato alla Città-Regno costituita fra le nuvole e la mirabolante impresa
della sua fondazione. Gioielli dinvenzione neologica sono gli epiteti
applicati ai Personaggi-Uccelli, pennuti starnazzanti e sentenziosi, giunti
dalla Grecia sognata a volteggiare sulla Francia. La
Bibliografia, esauriente e specialistica, è impegnativa per il lettore
medio, che troverà difficile anche lapparato scrupoloso delle note e del
commento.
di Gianni Poli
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