Il nuovo numero di «Theaterheute» si apre con le pagine di
Aufführungen, ossia le recensioni degli spettacoli più significativi e
di recente produzione in area tedesca. Si inizia con Buch (5 ingredientes de
la vida) di Fritz Kater che si può leggere in versione integrale
nella sezione Das Stück di questo stesso numero. Il viaggio nella
memoria della vita del protagonista, un mix esplosivo di fallimenti e utopie, è
trasferito sul palcoscenico dei Kammerspiele di Monaco da Armin Petras e
affidato alle competenze di un attore di qualità, Thomas Schmarser,
affiancato da Ursula Werner. Nello stesso teatro Johan Simons
firma lallestimento di Hoppla, wir sterben! di Arnold Grünberg,
un testo pungente dedicato alla guerra in Afganistan con sottili e accattivanti
richiami alla politica economica della Merkel. Benny Claessens, Jeff
Wilbusch, Annette Paulmann, Wolfgang Aregler, Anna Drexler
e Marie Jung sono gli attori impegnati in questo riuscito spettacolo.
Ha ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica la messinscena
di The Dark Ages di Milo Rau al Residenz Theater della città bavarese per la regia di Yael Ronen.
Si tratta di racconti biografici degli stessi autori di nazionalità diverse – Sanja
Mitrovic, Vedrana Seksan, Valery Tscheplanowa, Manfred
Zapatka – che ricordano la guerra balcanica e gli orrori di Sarajevo, gli
stermini di massa, ma anche situazioni liete come il ritorno alla normalità
attraverso significativi frammenti di vita quotidiana. Allo
Staatstheater di Stoccarda è stato allestito Im Stein, riduzione
teatrale dellomonimo romanzo di Clemens Meyer (2013) incentrato
sullabuso dellalcool e del sesso. La regia molto cinematografica di Sebastian
Hartmann rende con efficacia la dissoluzione interiore dei personaggi, che
competono a Manuel Harder, Manolo Bertling, Sandra Gerling, Horst Kotterba, Janine Kerß, Christian Kuchenbuch, Manja Kuhl, Abak Safaei-Rad, Holger Stockhaus, Birgit Unterweger.
Aufführungen si conclude con lo shakesperiano Macbeth
proposto allo Schauspiel di Francoforte. Il coreografo canadese Dave St –
Pierre rivisita la tragedia in chiave contemporanea avvolgendola di
atmosfere molto cupe di forte impatto visivo, anche grazie al ricorso massiccio
di video, e rese tali dalla maestria espressiva di Constanze Becker, Viktor
Tremmel nel ruolo del titolo, Lucas Rüppel, Linda Pöppel,
Katharina Bach, Lisa Stiegler.
In Theatergeschichte è pubblicato un lungo estratto
da Tadeusz Kantor – Das Brett der letzten Rettung di Klaus Dermutz,
recentemente pubblicato da Klak – Verlag di Berlino (160 pp., 20 euro).
In Akteure si legge unanalisi approfondita e
dettagliata della messinscena di Mount Olympus firmata da Jan Fabre.
Il regista belga confeziona uno spettacolo-maratona per la durata di
ventiquattro ore e basato su un complesso collage di monologhi da Eschilo,
Euripide e Sofocle, assemblati dalla rielaborazione drammaturgica
di Jeroen Olyslaeger. Si continua con un servizio dedicato a Karin
Enzler, attrice attiva a Brema dove si è affermata grazie a pregevoli
interpretazioni in molti spettacoli, tra i quali Buddenbrocks, Lost
di Alexander Giesche, Endlich Kokain di Joachim Lottmann.
Le pagine di Festivals raccolgono lintervista
rilasciata da Stefan Schmidtke, nuovo Schauspielchef delle Wiener
Festwochen. Si tratta di una riflessione sul repertorio della manifestazione
austriaca sul teatro russo contemporaneo visto che dal 1992 al 1996 ha frequentato
lUniversità russa di Arti teatrali a Mosca, per poi essere assunto dal
Deutsches Theater di Berlino. Trova giusta visibilità editoriale anche il
F.I.N.D. Festival alla Schaubühne di Berlino che si è caratterizzato per un
cartellone formato da spettacoli legati a una riflessione trasversale sulla
globalizzazione. Tra i tanti spiccano Spam, testo e regia di Rafael
Spregelburd, Carniceria Teatro di Rodrigo Garcìa, La
imaginaciòn del futuro del gruppo cileno La Re – Sentida per la regia di Marco
Layera.
di Massimo Bertoldi
|
|