La rivista berlinese si apre con la sezione Aufführungen, in cui si raccolgono le
recensioni dei principali spettacoli di recente produzione nei paesi di lingua
tedesca. Si inizia con lo shakesperiano Richard
III alla Schaubühne di Berlino per la regia di Thomas Ostermeier, con Lars
Eidinger nella parte del titolo che diventa un disgustoso regnante narcisista ed
egocentrico, senza luogo e tempo storico. Der
die man del dadaista viennese Konrad Bayer, in scena alla Volksbühne, è
assunto da Herbert Frisch secondo una linea interpretativa basata sul ritmo
vorticoso delle battute e dei movimenti degli attori. Allo Schauspiel di Hannover il pubblico ha applaudito
una convincente edizione di Maria Stuart
di Schiller letta in chiave contemporanea da Dusan David Parizek che
approfondisce le tensioni affettive tra i personaggi principali, affidati a Markus
John (Leicester) e Beatrice Frey (Elisabeth). Si prosegue con il cartellone dello Schauspielhaus di
Hannover, dove Christoph Marthaler ha allestito un maestoso e impegnativo Der Entertainer di John Osborne,
vivacizzato dalla performance di pregevoli attori quali Bettina Stucky, Josef
Ostendorf, Veronica Garzòn, Michael Wittenborn, Altea Garrido. È ambientata in
una Londra sospesa tra passato e presente la rappresentazione di Ab jetzt (Henceforward) di Ala Ayckbourn da parte di Karin Beier. Tra gli
interpreti si sono distinti Götz
Schubert,
Gala Winter, Ute Hannig, Lina Beckmann. Per Jagdszenen
aus Niederbayern di Martin Speer,
cupo e metaforico affresco di un gruppo di cacciatori, il regista Martin Kusej muove gli attori (Jeff Wilbusch, Anna Maria Sturm, Christian
Löber, Gundi Eller) sul palcoscenico dei Kammerspiele di Monaco dimostrando
corretta adesione naturalistica alle pieghe del testo. Pessimismo e
rassegnazione emergono in Unser Dorf soll
schöner werden del collettivo olandese Wunderbaum, in cui sono attivi due
attori di talento, Marleen Scholten
e Stefan Hunstein. La partita di tennis intesa come simbolo
delle sfide interpersonali è il tema di La
Chemise Lacoste, novità di Anne Lepper che questo numero
pubblica in versione integrale nelle pagine di Das Stück. Il testo è stato recentemente allestito allo
Schauspielhaus di Düsseldorf da Alia Luque, con la partecipazione di Florian
Jahr, Bettina Karl, Edgar Eckert. Conflitti generazionali infarinati di banale
edonismo caratterizzano Die Kunst der
Selbstabschaffung, ultima fatica creativa di Rebekka Kricheldorf prodotta
dallo Staatstheater di Kassel per la convincente e dinamica regia di Schirin Khodadadain
e linterpretazione di Eva-Maria Keller, Jürgen Wink, Franz Josef Strohmeier. In Akteure
si legge il profilo artistico di Anna Drexel, attrice emergente dei
Kammerspiele di Monaco, dove si è distinta nella parte di Karoline in Geschichten aus dem Wiener Wald di Horvàth
e nel ruolo di Tonka in Jagdszenen aus
Niederbayern
di Sperr. In Berlinale
si parla dei principali film di produzione tedesca iscritti nel cartellone
dellomonima rassegna. Lattenzione è riservata a Heidi Schneider steckt fest della regista bavarese Sonja Heiss, con Laura Tonke e Hans Löw
protagonisti; Sibylle, un triller
dello svizzero Michael Krummenacher in cui spicca la bravura
di Anne Ratte-Polle, presente anche
in Wanja di Herbert Fritsch; Als wir traümten
realizzato da Andreas Dresen con la
partecipazione di Merlin Rose e Joel Basman; Victoria di Sebastian
Schipper, affidato a Frederick Lau,
Franz Rogowski, Laia Costa; infine Dora oder sexuellen Neurosen unserer Eltern
di Stina Werenfels, che racconta in
modo grottesco le dinamiche relazionali di una famiglia moderna interpretata da
Lars Eidinger, Victoria Schulz, Jenny Schily, Urs Jucker. Lo spazio di Afrika
porta il lettore in Burkina Faso per verificare la condizione attuale
del teatro dopo la morte del presidente democratico Blaise Compaorè, in carica
per ventisette anni. Si mantiene vivo il festival Récréatrale. Nel programma dellultima edizione figurano sedici
allestimenti distribuiti in dieci giorni, tra i quali la novità Weisse Nacht von Ouage di Serge Coulibaly
e soprattutto spettacoli trattanti la corruzione (Afrika-Business del regista Jan-Christoph Gockel), lo sfruttamento
minorile (Sindii di Sidiki Yongbare),
i bambini soldato (Terre rouge di Aristide
Tarnagda).
di Massimo Bertoldi
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