Sarà annunciata il prossimo lunedì
6 giugno, alle 18, sullIsola di San Giorgio Maggiore a Venezia, lacquisizione
da parte del Centro Studi di Teatro della Fondazione Cini dei materiali
originali e degli autografi di Eleonora
Duse appartenuti a Lee Strasberg.
La donazione, voluta da Anna Strasberg
e dalla famiglia Alliata di
Montereale, arricchisce ulteriormente lArchivio Duse del Centro Studi diretto da
Maria Ida Biggi, ad oggi la più
ampia collezione di documenti sulla vita e larte della grande attrice italiana.
La collezione Strasberg comprende
numerosi documenti sulla Divina raccolti dallattore e regista di origini
austro-ungariche nel corso della sua vita: lettere, fotografie, programmi di sala, locandine,
francobolli e articoli di giornale. Di eccezionale valore è la corrispondenza con
linsegnante di canto e impresario Henry
Russell, con il quale lattrice collaborò, sul principio del Novecento, alla
realizzazione di una stagione operistica e di prosa al New Waldorf Theatre di
Londra.
La passione di Strasberg per la Duse
ebbe inizio nel 1923, quando, giovanissimo, la vide ne La donna del mare e in Spettri
di
Ibsen al Metropolitan Opera House di New York. «The appearance of Eleanora Duse on Broadway was a
great historical moment for me and many others. On the basis of previous
experiences, I had somehow learned to recognize great acting. Now, I was
prepared to see what amounted to the most extraordinary performer of her time» (Lee Strasberg, A dream of passion. The development of the
method, a cura di Evangeline Morphos, New York, A Plume Book, 1987, p. 13).
Lattrice
restò per tutta la sua vita un punto di riferimento imprescindibile e un
modello canonico da trasmettere agli allievi dellActors Studio (non a caso Marilyn Monroe compare spesso nelle sue
fotografie con un ritratto incorniciato della Duse). Scrive ancora Strasberg: «With her
gestures, Duse was not only real, she was also revealing the theme of each
play, or each scene. Of all the actors I have seen, Duse was the most
perceptive in trying to embody the theme of the play. Her gestures often became
a heightened expressiveness. The near-great actor Michael Chekhov called these
kinds of gestures “psychological gestures”. For me, finding a way of achieving
a heightened expressiveness has remained one of the paths in the search for the
future of the theatre» (ivi, p. 19).
Rinviamo qui alla presentazione dellevento sul
sito ufficiale della Fondazione Cini. di Gianluca Stefani
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