Il nuovo numero della rivista è dedicato al passaggio dalla pellicola al digitale, paragonato al passaggio dal muto al sonoro (1927) e al sopravvento del colore sul bianco e nero (anni 50) nel consueto editoriale di Alberto Crespi.La parte monografica, Quanti giga pesa il cinema?, a cura di Mariapia Comand, è introdotta da due interventi di Ken Loach e Quentin Tarantino, che si spendono a favore della pellicola, sul filo della nostalgia. Segue la semiseria testimonianza del proiezionista Mirco Gatti, che in Le mirabolanti avventure di un proiezionista/protezionista racconta la scomparsa del proprio lavoro, soppiantato dallavvento del digitale. In Film-maniac o della pellicola come feticcio, Ivelise Perniola si domanda se con lavvento del digitale si possa ancora parlare di feticismo cinematografico. Ricchi di interesse i due successivi contributi, a firma di Federico Pierotti e Francesco Vitella, incentrati sul colore e sulla tecnologia 3D. In The color turn. Limpatto del digitale sul colore cinematografico, Pierotti analizza il rapporto fra colore e tecnologia digitale, sottolineando lemergere di nuove figure professionali come il colorist, laddetto alla correzione (digitale) del colore in post produzione. In Il 3D è morto. Lunga vita al 3D. Le sale italiane e il tridimensionale digitale, Federico Vitella riflette sullespansione della terza dimensione al cinema, mostrandone il ruolo fondamentale come traino per la digitalizzazione delle sale cinematografiche (con un occhio privilegiato allItalia). Al rapporto fra nuove tecnologie e spazi di fruizione è dedicato il saggio di Francesca Monti, Cineclub 2.0. Un esempio italiano: le Sale della Comunità di fronte al digitale. Uninchiesta condotta tra gli esercenti dei cinema parrocchiali dellhinterland milanese dimostra come si sia passati dalla reticenza iniziale verso la digitalizzazione (ancora nel gennaio 2014 molte sale non erano predisposte alle nuove tecnologie) a una successiva apertura al nuovo. Rossella Catanese affronta il rapporto fra la cineteca e la pratica di digitalizzazione del materiale darchivio (La cineteca digitale. Ossimoro o realtà?). Diverse le questioni sul piatto: la diffidenza verso il supporto digitale come mezzo di conservazione, le infinite opportunità del digitale vs il sistema darchiviazione del materiale audiovisivo, le possibilità di nuovi canali di condivisione di materiali su diverse piattaforme mediali. Al tema della condivisione e delluso di altre piattaforme è dedicato lo scritto di Paola Brambilla, Its Not Streaming. Its Hbo Go. Strategie di digitalizzazione nella televisione Usa. Prendendo come esempio il famoso canale statunitense, Brambilla spiega il funzionamento della piattaforma crossmediale della rete Hbo Go, servizio su abbonamento utilizzabile su supporti quali computer, tablet, console. Il cinema in galleria. Luso della pellicola nellesperienza artistica contemporanea di Francesco Federici approfondisce luso della pellicola nellarte contemporanea, sia in quanto dispositivo di proiezione, sia in quanto “feticcio”. Chiude la parte monografica del volume lintervista di Crespi a Italo Petriccione, HD, Codex, tera, giga, Dit…Ma la fotografia è ancora una questione di occhio. Direttore della fotografia di Gabriele Salvatores, con il quale collabora dai tempi di Marrakech Express (1989), Petriccione analizza i cambiamenti della sua professione con lavvento del digitale. La seconda parte del volume si apre, come di consueto, con la rubrica Cineteca Nazionale, che contiene unintervista al direttore della fotografia Luciano Tovoli, realizzata da Sergio Bruno (Un restauro particolare. Così il digitale ha ricreato la grana). Tovoli risponde ad alcune domande sul restauro digitale del film Un giornata particolare di Ettore Scola (1977), ad opera della Cineteca Nazionale. Anche la rubrica I mestieri del CSC dedica due interventi, entrambi a cura di Ottavia Madeddu, alla fotografia. Professione suggeritore registra unintervista a Beppe Lanci, direttore della fotografia e insegnante al Centro Sperimentale; Tenendo in tasca un pezzetto di celluloide raccoglie invece le impressioni di alcuni studenti del Centro sul passaggio dallanalogico al digitale. La rubrica Laltra serialità conclude il volume con un intervento di Cecilia Penati sul rapporto fra serie tv e autorialità, prendendo a modello la serie Top of the Lake ideata e diretta da Jane Campion. In appendice sono raccolti gli atti della giornata internazionale di studi tenutasi nel dicembre del 2003 a Palermo dedicata al capolavoro di Luchino Visconti Il Gattopardo (1963).
di Diego Battistini
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