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La stagione del Piccolo: il tempo, il teatro Cartelloni

 

Sono ventidue le produzioni che il direttore Sergio Escobar ha annunciato nel corso della consueta e affollatissima conferenza stampa di presentazione della stagione 2015-2016, la sessantanovesima, del Piccolo Teatro.

 

Sul palcoscenico del Teatro Studio, dove si sta recitando proprio in questi giorni l’Arlecchino di Giorgio Strehler con l’inossidabile e acclamato Ferruccio Soleri, è stato svelato il cartellone che comprende, oltre alle produzioni, undici spettacoli in lingua originale provenienti da sette paesi, venti spettacoli ospiti dalle realtà teatrali italiane più significative, cinque proposte di danza e un nuovo Festival Internazionale, un progetto con le sponde del sud del Mediterraneo che traduce lo spirito di Erasmus in un festival e in una masterclass, una rassegna di nuova drammaturgia che guarda alla Cina, tre festival di cinema, e molto altro per un totale di più di cento proposte.

 

Un’offerta eccezionale nel panorama teatrale italiano che nasce da una strategia vincente tra privato e pubblico. Il Piccolo si conferma, infatti, uno fra i teatri europei con la più alta quota di autofinanziamento, grazie al rapporto con il pubblico costruito negli anni e alla fiducia che imprese private e istituzioni pubbliche hanno confermato nel tempo, legandosi in una strategia comune, avvalorata da una gestione virtuosa.

 

A celebrare i sessant’anni dalla morte di Brecht e dalla prima italiana di Strehler, ecco un nuovo allestimento dell’Opera da tre soldi con la regia di Damiano Michieletto e l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi che eseguirà dal vivo la partitura di Weill. Fra le nuove produzioni un testo di Stefano Massini, neo consulente artistico del Piccolo, dal titolo Credoinunsolodio e una proposta, Sanghenapule, che vede impegnata la coppia Roberto Saviano e Mimmo Borrelli. A seguire Le donne gelose di Goldoni (regia di Giorgio Sangati), Questa sera si recita a soggetto di Pirandello (regia di Federico Tiezzi), Il Gabbiano di Čechov (regia di Carmelo Rifici, nominato direttore della Scuola di Teatro Luca Ronconi), il ritorno di Odyssey di Bob Wilson, Winter’s Tale di Shakespeare in coproduzione internazionale con il Barbican di Londra (regia di Declan Donnellan), Bella e fiera di e con Laura Curino (regia di Emiliano Bronzino), solo per citare alcuni fra i titoli principali.

 

Gli spettacoli prodotti si alternano con gli altrettanto numerosi spettacoli ospiti che vedono, sul palcoscenico del Piccolo, tutti (o quasi) i protagonisti della scena italiana e internazionale: Peter Stein, Lev Dodin, Mario Martone, Luca De Filippo, Emma Dante, Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alessandro Gassmann, Pascal Rambert, Moni Ovadia, Ricci/Forte, Sandro Lombardi, Ottavia Piccolo, Paolo Rossi.

 

E ancora la danza con la Scuola di ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala e Aterballetto, le marionette con la storica compagnia Carlo Colla & Figli, la musica con il festival Mito, i programmi educativi e di ricerca con quattordici università, accademie e scuole di specializzazione, gli incontri con gli artisti e le conferenze – spesso ospitate nel Chiostro Nina Vinchi divenuto in breve tempo il quarto palcoscenico del Piccolo – le attività per formare il pubblico di domani, il sito che aggiorna in tempo reale notizie e offerte, i social media in continuo dialogo con il mondo, la web-tv in presa diretta sulle attività del teatro.

 

«È quasi una sfida al tempo che viviamo – ha osservato Escobar – questa stagione del Piccolo, chiamato a rispettare la funzione di Teatro d’Europa conquistata in venticinque anni di lavoro e riconfermata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, impegnato a onorare il riconoscimento di Teatro Nazionale che, soprattutto, aggiunge doveri e responsabilità al ruolo istituzionale di un serio e consapevole servizio pubblico. Ruolo in cui rientra un carattere saliente della programmazione del Piccolo: la lunga tenitura degli spettacoli. Le grandi produzioni vivono di norma un mese di recite, due terranno la scena per due mesi, una supererà le settanta repliche, un’altra ancora raggiungerà le centoquaranta rappresentazioni, fra Italia ed estero».

 

Nell’autunno 2016, infine, Lehman Trilogy di Massini, ultimo capolavoro di Luca Ronconi, partirà per una lunga tournée in Italia e all’estero e, nel gennaio 2017, tornerà sul palcoscenico del Teatro Grassi dov’è nato. Non un semplice omaggio, ma una scelta che Ronconi avrebbe sicuramente approvato. Un modo per averlo ancora vivo con noi, attraverso i suoi attori e il suo teatro.

 

 

 

                                                           di Alberto Bentoglio

 

 


 
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Per maggiori dettagli sul programma, visitare la pagina web ufficiale del Piccolo Teatro di Milano

 
 
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