Undicesimo volume della collana «Canone
teatrale europeo», esce per i tipi di ETS una nuova Didone abbandonata di Pietro
Metastasio, con curatela bilingue di Arianna
Frattali.
Si tratta di uno dei più celebri
e fortunati libretti del poeta cesareo, scritto appositamente per la “Romanina”
Marianna Benti Bulgarelli e per il
castrato Nicola Grimaldi e andato in
scena per la prima volta a Napoli nel teatro San Bartolomeo nel carnevale 1724,
con musiche di Domenico Sarro. Il
carattere concretamente scenico di quel testo, le cui rappresentazioni
Metastasio seguì lungo il corso della prima tournée
nei maggiori teatri dItalia, ha spinto la curatrice a scegliere per la riproduzione
proprio la prima edizione del libretto. Meno fortunate furono la ripresa
veneziana, drammaturgicamente ridotta a un più lineare schema concentrato sulle
due coppie di amanti Didone/Enea e Araspe/Selene (1725, musica di Tommaso Albinoni), e quella romana del
1726 con musiche di Leonardo Vinci,
dove il poeta ricerca una sintonia quanto maggiore possibile tra ritmo testuale
e della partitura. A esse – solo per citare i più celebri – seguirono gli
adattamenti del 1741 e del 1749 per i teatri viennesi e quello del 1752 per il
teatro di Corte di Madrid, espressamente richiesto da Carlo Brioschi, detto “Farinelli”.
Sono tutte prove utili a
dimostrare la grande attitudine alla scena di Metastasio, che taglia, corregge
e integra arie e recitativi in funzione non soltanto del cast, ma anche del pubblico, di volta in volta napoletano,
veneziano, romano, viennese, madrileno, a cui lo spettacolo è rivolto.
Unattitudine confermata dallintroduzione, nel libretto spagnolo, di
didascalie che provano le crescenti concessioni del poeta allesuberanza
musicale e alla spettacolarità scenografica e macchinistica a discapito della
sovranità del testo letterario (e del finale tragico). La versione madrilena
del testo si qualifica come quella definitivamente validata dal poeta per la
stampa, e quindi, secondo Arianna Frattali, per la lettura, piuttosto che per
nuovi allestimenti: un chiaro segno delladeguamento ai tempi, quando il lieto
fine è ormai topico dei nuovi drammi per musica e la morte è riservata semmai
al cattivo, il peccatore, la vittima irredenta delle proprie passioni, come
vogliono le leggi etiche della moralità cristiana.
È dunque un Metastasio, quello
della Didone, che si muove tra i
modelli tragici francesi e il melodramma barocco: tra dramma regale, in cui è
centrale il tema del dovere, e dramma amoroso, dove domina la passione. Del
resto la vicenda della regina cartaginese era uno dei temi prediletti
dellopera in musica, come si ricorda nel ricco capitolo sulla fortuna del
dramma (Dido and Aeneas di Henry Purcell, 1689, è il cui più
celebre antecedente). Il testo metastasiano conta innumerevoli riprese in
Italia e in Europa (tanto nei teatri di Corte che in quelli pubblici), e di
conseguenza incalcolabili rimaneggiamenti che spesso non furono autorizzati
dallautore, ma che dimostrano lincredibile successo di un dramma che ha
saputo conquistare ogni tipo di pubblico lungo tutto il Settecento e almeno
fino alla metà del secolo scorso.
di Lorenzo Galletti
INDICE
Dentro il testo
Inside the text
Nota al testo
Note on the text
Didone abbandonata
In scena
On stage
Selezione bibliografica
Selected bibliography
Appendice iconografica
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