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Mariagabriella Cambiaghi

I cartelloni drammatici del primo Ottocento italiano


Milano, guerini scientifica, 2014, 198 pp., euro 18.00
ISBN 978-88-8107-373-3

Mariagabriella Cambiaghi è un’attenta studiosa del teatro italiano dell’Ottocento a cui ha dedicato vari interventi, sulla scia dei lavori promossi dall’équipe universitaria milanese capeggiata da Paolo Bosisio insieme ad Alberto Bentoglio. Nella sua scrittura saggistica l’analisi dei testi e della loro rappresentazione si intreccia con lo studio del contesto storico secondo un buon dosaggio degli argomenti. Costante è il ricorso alle fonti primarie, di cui l’autrice aveva già dato conto in un eccellente lavoro collettivo dedicato alla programmazione giornaliera dei teatri milanesi tra il 1805 e il 1861: cfr. P. Bosisio, A. Bentoglio, M. Cambiaghi, Il teatro drammatico a Milano dal Regno d’Italia all’Unità (1805-1861), Roma, Bulzoni, 2010; si tratta di un fondamentale strumento di documentazione che raccoglie oltre 50.000 titoli di spettacoli, rubricati con i nomi degli autori, dei teatri e delle compagnie.

Il presente volume ha uno svolgimento ordinato e scandito in tre parti. Una prima parte riassume, in maniera sintetica e chiara, le strutture portanti del repertorio facendo riferimento alle modalità produttive delle compagnie, alle caratteristiche dei cartelloni dei diversi teatri, alla ricezione di questi da parte del pubblico. La seconda parte affronta invece lo studio dei testi e degli spettacoli con una ripartizione analitica delle diverse forme di drammaturgia: dai mélodrames alle commedie e ai drammi derivati da romanzi di successo, dai drammi da arena ai copioni modellati sull’esempio del repertorio goldoniano fino alla competizione di questi ultimi con i grandi successi stranieri nel genere tragico. Particolarmente numerosi e applauditi furono infatti gli adattamenti dalla drammaturgia francese (si ricordino i casi della fortunata Adrienne Lecouvreur di Scribe e Legouvé come della Dame aux camélias di Dumas fils) contro la quale monterà – in coincidenza con l’avvenuta unità nazionale – il movimento per una originale produzione di testi italiani all’altezza della nuova società borghese. Ancora più significativi furono i casi di opere italiane profondamente segnate dal modello goldoniano (più che quello in lingua veneta, quello in lingua italiana) e quelle a carattere «spettacoloso» o romanzesco. Il panorama offerto dalla Cambiaghi è ricco e accuratamente tratteggiato.

Nella parte terza del suo libro l’autrice dedica molte pagine ad alcuni Esempi di testi tra pagina e scena. Vengono analizzate opere che – rese celebri da applaudite riprese e da illustri interpretazioni, pur non lasciando tracce rilevanti nella storia della letteratura drammatica – segnarono la storia del consumo teatrale, influenzando il gusto del pubblico e orientando il lavoro degli attori e delle numerose compagnie. In questo modo il libro fornisce informazioni utili alla ricostruzione sociologica di quell’Italia teatrale a lungo sedotta e conquistata dalla prepotente moda “alla francese”. Mentre l’importazione di Shakespeare, ad opera dei grandi attori, avrebbe segnato il versante “alto” del repertorio – le traduzioni e gli adattamenti dei testi francesi dettero vita ad un cantiere utile alla definizione (che si rivelerà comunque lunga e tortuosa) di una identità drammaturgica di lingua italiana, distinta da quella dialettale.

Intorno a questo nucleo forte, l’autrice disegna peraltro un panorama delle attività teatrali italiane ricco di informazioni e spunti suggerendo una moderata revisione di molti giudizi su quella troppo spesso sottovalutata drammaturgia di consumo.



di Siro Ferrone


La copertina

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