Mariagabriella
Cambiaghi
è unattenta studiosa del teatro italiano dellOttocento a cui ha dedicato vari
interventi, sulla scia dei lavori promossi dalléquipe universitaria milanese capeggiata da Paolo Bosisio insieme ad Alberto
Bentoglio. Nella sua scrittura saggistica lanalisi dei testi e della loro
rappresentazione si intreccia con lo studio del contesto storico secondo un
buon dosaggio degli argomenti. Costante è il ricorso alle fonti primarie, di
cui lautrice aveva già dato conto in un eccellente lavoro collettivo dedicato alla programmazione
giornaliera dei teatri milanesi tra il 1805 e il 1861: cfr. P. Bosisio, A.
Bentoglio, M. Cambiaghi, Il teatro
drammatico a Milano dal Regno dItalia allUnità (1805-1861), Roma, Bulzoni, 2010; si tratta di un fondamentale
strumento di documentazione che raccoglie oltre 50.000 titoli di spettacoli,
rubricati con i nomi degli autori, dei teatri e delle compagnie.
Il
presente volume ha uno svolgimento ordinato e scandito in tre parti. Una prima
parte riassume, in maniera sintetica e chiara, le strutture portanti del
repertorio facendo riferimento alle modalità produttive delle compagnie, alle
caratteristiche dei cartelloni dei diversi teatri, alla ricezione di questi da
parte del pubblico. La seconda parte affronta invece lo studio dei testi e
degli spettacoli con una ripartizione analitica delle diverse forme di
drammaturgia: dai mélodrames alle
commedie e ai drammi derivati da romanzi di successo, dai drammi da arena ai
copioni modellati sullesempio del repertorio goldoniano fino alla competizione
di questi ultimi con i grandi successi stranieri nel genere tragico. Particolarmente
numerosi e applauditi furono infatti gli adattamenti dalla drammaturgia
francese (si ricordino i casi della fortunata Adrienne Lecouvreur di Scribe
e Legouvé come della Dame aux camélias di Dumas fils) contro la quale monterà –
in coincidenza con lavvenuta unità nazionale – il movimento per una originale
produzione di testi italiani allaltezza della nuova società borghese. Ancora
più significativi furono i casi di opere italiane profondamente segnate dal
modello goldoniano (più che quello in lingua veneta, quello in lingua italiana)
e quelle a carattere «spettacoloso» o romanzesco. Il panorama offerto dalla
Cambiaghi è ricco e accuratamente tratteggiato.
Nella
parte terza del suo libro lautrice dedica molte pagine ad alcuni Esempi di testi tra pagina e scena. Vengono
analizzate opere che – rese celebri da applaudite riprese e da illustri
interpretazioni, pur non lasciando tracce rilevanti nella storia della
letteratura drammatica – segnarono la storia del consumo teatrale, influenzando
il gusto del pubblico e orientando il lavoro degli attori e delle numerose
compagnie. In questo modo il libro fornisce informazioni utili alla
ricostruzione sociologica di quellItalia teatrale a lungo sedotta e
conquistata dalla prepotente moda “alla francese”. Mentre limportazione di Shakespeare, ad opera dei grandi
attori, avrebbe segnato il versante “alto” del repertorio – le traduzioni e gli
adattamenti dei testi francesi dettero vita ad un cantiere utile alla definizione
(che si rivelerà comunque lunga e tortuosa) di una identità drammaturgica di
lingua italiana, distinta da quella dialettale.
Intorno
a questo nucleo forte, lautrice disegna peraltro un panorama delle attività teatrali
italiane ricco di informazioni e spunti suggerendo una moderata
revisione di molti giudizi su quella troppo spesso sottovalutata drammaturgia
di consumo.
di Siro Ferrone
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