Il bisogno di fare un po di ordine nella ricca vicenda biografica e professionale di George Frideric Handel ha portato, negli ultimi tempi, a un fiorire di manuali duso e regesti ad hoc. Nel 2009, ad esempio, è stata pubblicata ledizione della Cambridge Handel Encyclopedia, a cura di Annette Landgraf and David Vickers, compendio delluniverso del compositore organizzato per voci e compilato dai maggiori studiosi di settore. Un anno fa, usciva per Ashgate una ponderosa miscellanea dei più aggiornati contributi editi sul “caro Sassone”: un antidoto per non perdersi nel mare magnum della letteratura scientifica handeliana, disseminata in svariate riviste e cataloghi di nicchia.
Dietro a questa ultima nuova pubblicazione, per i tipi della Cambridge University Press, cè un progetto ancor più ambizioso: riscoprire i documenti handeliani finora noti e riproporli in un regesto critico e onnicomprensivo destinato a imporsi come strumento insostituibile per gli specialisti a venire. Il ritorno alle fonti come unica via percorribile per il progredire della ricerca: una soluzione già praticata recentemente per il Prete Rosso Vivaldi, oggetto di una pregevole monografia di Micky White, recensita su queste pagine (cfr. qui larticolo).
Il modello dichiarato è quello dello studioso Otto Erich Deutsch, che già alla metà del secolo scorso presentava un corposo campionario storicizzante di documenti sul compositore tedesco, rimasto fino a oggi insuperato: Handel. A Documentary Biography (Norton & Company, 1955). In questa nuova operazione, da un lato si è proceduto a riesaminare accuratamente tutte le carte raccolte da Deutsch, verificandole in archivio caso per caso (con qualche eccezione); dallaltro, si è provveduto a incorporare le acquisizioni documentarie prodotte negli ultimi decenni (si pensi solo alle proficue ricerche di ambito romano di Ursula Kinkerdale, o a quelle sui teatri londinesi condotte da Judith Milhous e Robert Hume). Limponente lavoro, che ha visto in azione unéquipe formata da Donald Burrows, Anthony Hicks, Helen Coffey e John Greenacombe, coadiuvati dagli assistenti Tom Seymour Evans e Tessa Whitehouse, si è svolto in molteplici biblioteche e sedi archivistiche di Italia, Germania, Francia e Inghilterra.
I risultati sono notevoli. Il volume in esame – il primo di tre tomi previsti (il secondo uscirà entro lanno) – abbraccia un primo segmento cronologico della vita e dellopera di Handel, compreso tra il 1609, anno cui risale un documento civile riguardante il nonno paterno Valentin, e lagosto del 1725, con la produzione handeliana del Giulio Cesare a Brunswick. Cospicue carte precedenti al 1685, data di nascita di Handel, riguardano la famiglia. Diverse le tipologie documentarie attraverso le quali si delineano la biografia e la carriera del compositore naturalizzato inglese. Le fonti manoscritte – i registri legali, finanziari ed ecclesiastici, così come i carteggi e i diari degli osservatori coevi, le annotazioni autografe sulle partiture – si intrecciano con le fonti a stampa, quali i libretti dopera, i pamphlets e gli articoli di giornale (è ben nota la ricchezza della pubblicistica londinese dellepoca, anche in tema di teatri e di spettacoli musicali). Non mancano gli inserti tratti dalle biografie storiche handeliane, specie là dove incorrono gaps cronologici: i narrati di John Mainwaring, Charles Burney e John Hawkins, sia pure non sempre affidabili, forniscono dati di prima mano insostituibili, specie in rapporto agli anni più precoci.
Tutti i documenti sono ordinati cronologicamente. Ogni voce è organizzata per schede, contrassegnate da una data e da un titoletto esplicativo cui segue la trascrizione del documento, in lingua originale, e leventuale traduzione in inglese per i testi non anglosassoni. Conciso ed essenziale il commento critico a corredo, dove è sempre indicata la fonte con ridotti accenni alla bibliografia di riferimento, e dove ci si limita a fornire le informazioni atte alla comprensione del documento stesso, evitando di perseguire impervie strade interpretative. Tutti i testi risultano trascritti ex novo dagli originali, o al più da facsimili; le trascrizioni di seconda mano sono opportunamente segnalate.
Ledizione è arricchita da immagini di autografi, e presenta unampia e aggiornata bibliografia. Il sistema degli indici – delle opere, dei nomi e generale – facilità la consultabilità di una risorsa imprescindibile per tutti gli studiosi handeliani e non solo. Gianluca Stefani
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