drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Theaterheute


«Theaterheute», Nr. 11, November 2013 pp. 72 € 12, 00
ISSN 0040 5507

Questo numero di «Theaterheute» si  apre con le pagine occupate da “Aufführungen”, ossia le recensioni degli spettacoli più importanti di recente produzione in area tedesca. Dantons Tod, dramma di Georg Büchner scelto da Johan Simon per inaugurare la stagione dei Kammerspielen di Monaco, è arricchito da una fitta ragnatela di citazioni tratte da Schopenhauer, Nietzsche e Kafka, per meglio approfondire la concezione dell’uomo moderno come emerge dal testo originale, affidato all’interpretazione di Pierre Bokma (Danton), Marie Jung (Lucile), Stephan Bissmeier (Lecroix), Kristof Van Boven (Camille Desmoulins). Nello stesso teatro bavarese è stato proposto il Erklär mir, Leben, dramma tratto da Olgas Raum di Dea Loher, in cui si racconta la vita di Olga Benario, comunista uccisa dai nazisti nel 1942. La regia di Thomas Schmauser padroneggia il testo con rigore e aderenza alla parola, come bene hanno manifestato sul palcoscenico Ursula Werner e Peter Brombacher.

Il viennese Burgtheater ha ospitato lo shakesperiano Hamlet di Andrea Breth, che legge la tragedia in chiave contemporanea, eliminando l’alone poetico per assumere, da parte dei personaggi, un atteggiamento aggressivo e teso, da Amleto (August Diehlt) a Gertrude (Andrea Clausen), Ofelia (Wiebke Mollenbauer), Laerte (Albrecht Abraham Schuch).

Si prosegue con Woizeck di Georg Büchner allestito allo Schauspielhaus di Zurigo da Stefan Pucher, trasformando i personaggi del testo in immigrati della ex Germania dell’est e contestualizzando l’azione all’interno di una fabbrica. Si è fatto applaudire Prozess nell’adattamento teatrale ricavato da Barbara Frey dall’omonimo romanzo di Kafka e affidato alla coinvolgente resa scenica di Markus Scheumann e Klaus Brömmelmeier. Nello stesso teatro svizzero è stata prodotta la messinscena di Amphitryon di Heinrich von Kleist, che la regia di Karin Helkel trasferisce nella nostra contemporaneità, animando uno spettacolo cui non mancano momenti di apprezzata comicità, espressa con delicatezza, tra gli altri, da Michael Neuenschwander, Lena Schwarz e Fritz Fenne.

Per l’apertura della propria stagione teatrale lo Schauspielhaus di Hannover si è orientato su Soldaten, cupa fiaba teatrale di Wilhelm Hauff per la regia di Lars-Ole Walburg e l’interpretazione di un gruppo di qualificati attori, quali Janko Kahle, Christoph Müller, Daniel Nerlich, Katia Gradard e Alain Croubalian.

A Francoforte lo Schauspiel ha realizzato due spettacoli inaugurali: Draußen vor der Tür di Wolfgang Borchert è stato allestito da Jürgen Krus e la sua linea di regia mette in secondo piano gli elementi storici e sociali della commedia ambientata in Afghanistan per approfondire i rapporti spigolosi e tormentati tra i vari personaggi che competono a Manuel Harder e Isaak Dentler nei ruoli principali. La seconda proposta è la riduzione di Nibelungen di Christian Friedrich Hebbel trasferita sul palcoscenico dall’estro creativo di Jorinde Dröse che legge le vicende medievali con il filtro contemporaneo anche attraverso il supporto creativo dell’impianto visivo e sonoro e, soprattutto, della prova dei due protagonisti, Verena Bukal e Nico Holonics.

La rassegna “Aufführungen” si conclude al Nationaltheater di Mannheim, dove si è tenuto il debutto assoluto di Die Welt von hinten wie von vorne, novità di Felicia Zetter, che si legge in versione integrale nella sezione “Das Stück” di questo numero della rivista berlinese. Dascha Trautwein, Klaus Rodewald, Sabine Fürst, Sven Prietz e Andreas Grothgar risultano gli attori di primo piano di questo spettacolo.

In “Das Gespräch” si legge un’interessante e articolata intervista alla drammaturga Stefanie Wenner e al segretario di Stato per la Cultura André Schmitz, che discutono intorno al tema dei contributi finanziari elargiti ai teatri, approfondendo criteri e obiettivi, non trascurando l’analisi dei limiti e delle contraddizioni interne al sistema. Molte e interessanti sono le proposte emerse dalla rassegna “Ruhrtriennale” di Bochum. Spiccano per l’originale impostazione avanguardistica Delusion of the Fury di Harry Partsch per la regia di Heiner Goebbels, The last Adventures di Forced Entertainment & Tarek Atoui e Situation Rooms di Rimini Protokoll. Le pagine di “Ausland” sono occupate dall’intervento di Marina Davydova, che racconta curiosità e aneddoti legati principalmente al recente festival teatrale tenutosi a Mosca. La sezione “Abschiede” ricorda Otto Sander, grande attore comico recentemente scomparso e protagonista di una luminosa carriera artistica, che lo ha visto interprete di spettacoli diretti da Robert Wilson (Death Destruction & Detroit, 1979), Luc Bondy (Träumen wir di Sacha Guitry, nel 1995), Matthias Hartmann (Kuss des Vergessens di Botho Strauß). Segue, per lo stesso motivo luttuoso, il profilo di Walter Schmidingen, ricordato per le convincenti e coinvolgenti prove esibite in Leonce und Lena di Büchner allestito nel 2003 da Robert Wilson con la Berliner Ensemble e Geschichten aus dem Wiener Wald di Ödön von Horváth con la regia di Thomas Langhoff (1995).


di Massimo Bertoldi


La copertina

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013