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Late night Teatro

 

In un vero e proprio blitz, Late Night è andato in scena al Teatro Cucinelli di Solomeo l’11 ottobre, unica tappa italiana del Blitz Theatre Group, collettivo fondato nel 2004 ad Atene da tre artisti greci (Angeliki  Papoulia, Christos Passalis e Giorgio Valaïs), cui si sono aggiunti per l’occasione Maria Filini, Sophia Kokkali e Fidel Talaboukas. Quando lo videro in Francia Brigitte Salino di ĞLe Mondeğ  ricordò il film di Sidney Pollack Non si uccidono così anche i cavalli, in cui la grande depressione faceva da sfondo a una sfiancante maratona di ballo, ma anche la Valse à trois temps di Jacques Brel, per il valzer di Shostakovic, sorta di refrain, che ritorna come quel valzer popolare polacco, che contrappuntava La classe morta di Kantor. Ma si potrebbero citare in maniera non meno pertinente un altro film, Ballando ballando di Ettore Scola, e un altro memorabile spettacolo teatrale, Kontakthof di Pina Bausch, solo per dire che Late Night, testo e regia del collettivo, nonché essere una variazione sul tema, appartiene al rango di quei capolavori.

 

In una desolata sala da ballo, dalle sedie spaiate, ingombra di calcinacci e di polvere, tre coppie volteggiano, danzano per sfinirsi, ma anche per ricordare un epoca felice, definitivamente consegnata al passato. Quando i danzatori si concedono una pausa, è per raggiungere il microfono, davanti al quale sfilano, uno ad uno, per il tempo strettamente necessario a rievocare una sensazione, un’emozione, un paesaggio legati a un tempo che ormai non è più. Lo spettacolo è la declinazione in chiave metaforica di una crisi, che non è solo greca, ma il presentimento di una catastrofe, che ci riguarda tutti. Epperò l’angoscia, che pure ci attanaglia, non ha la disperazione e la violenza di Cecità di Saramago (un altro capolavoro, questa volta letterario), c’è, infatti, in Late Night, non dico il barlume di una speranza, ma una garbata eleganza, che seduce. Non c’è violenza, semmai i tentativi, anche goffi, di intrattenere gli astanti con piccole prove di abilità, elementari, quasi patetici, giochi di prestigio, clownerie per ingannare il tempo, per stemperare un’atmosfera di attesa, per eludere l’impalpabile angoscia di una minaccia incombente.

 

Tra le prossime repliche, quelle al Palais des Beaux-Arts di Parigi il 7 e l’8 febbraio 2014.

 

 

di Alessandro Tinterri

 

 


 
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