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Theaterheute


Nr. 10, Oktober 2013 pp. 72 € 12,00
ISSN 0040 5507

Aprono questo numero di «Theaterheute» due importanti appuntamenti annuali per la cultura dello spettacolo tedesco e internazionale. Al festival di Bayreuth Frank Castorf sorprende pubblico e critica con il wagneriano Ring des Nibelungen letto in chiave contemporanea con gusto provocatorio e trasgressivo, tanto che i protagonisti diventano una banda di mafiosi. Di pregio è risultata la prova degli interpreti, Wolfgang Koch, Norbert Ernst, Sorin Coliban, Lothar Odinus, Elisabet Strid. Altri omaggi wagneriani sono offerti dalle messinscene di Walküre da parte di Aleksandar Denic con Claudia Mahnke, Franz-Josef Selig e Johan Botah nei ruoli principali, e di Siegfried nella cura scenica di Castorf, secondo un’impostazione di chiara e aspra critica alla politica dei nostri giorni. Mentre la rappresentazione di Götterdämmerung presenta un’ambientazione a Wall Street secondo il progetto artistico ancora di Castorf e l’interpretazione di Okka Von der Damerau, Mirella Hagen, Julia Rutigliano e Catherine Foster.

La qualità dell’annuale festival di Salisburgo conferma la riuscita della direzione artistica di Stev-Eric Bechtolf, che ha convocato Luk Perceval con Schlachten!, collage-maratona shakesperiana e Matthias Hartmann, cui compete la regia di Der böse Geist Lumpazvagabundus di Nestroy, con Maria Happel, Nicholas Ofczarek e Michael  Maertens nei ruoli principali. Tra gli altri spettacoli maggiormente applauditi è doveroso segnalare il dramma schilleriano Jungfrau von Orleans secondo la lettura scenica di Michael Thalheimer e l’interpretazione di Kathleen Morgeneyer e Alexander Khuon. Il tradizionale appuntamento con Jedermann, dramma di Hugo von Hofmannsthal assurto a simbolo della manifestazione salisburghese, spetta alla regia di due registi americani, Brian Mertes e Brite Julian Crouch che bene orchestrano la performance di Nicholas Ofczarek nella parte del titolo. Tra gli altri spettacoli iscritti nel ricco cartellone emergono Der diskrete Charme der Bourgeoisie di Reduta-Theater di Brno, Romeo und Julia nell’ideazione del regista iraniano Mokhallad Rasem.

La rassegna dedicata ai festival prosegue con il berlinese Foreign Affairs, ora affidato alla direzione di Matthias von Hartz che ha accorpato tanti progetti teatrali invitando affermati artisti come Nature Theater of Oklahoma con Life and Times ispirato al Kamasutra, l’attore catalano Ernesto Collado e la performer belga Barbara van Hoesterberghe con Nueva Marinaleda. Ultimo festival festivo preso in considerazione è quello di Amburgo curato da Andràs Siebold che ha approfondito il tema della ricerca teatrale contemporanea attraverso la partecipazione di significativi artisti e gruppi d’avanguardia come Juan Domìnguez con Characters arriving, Xavier Le Roy con la performance Product of Circostances e Miet Warlop impegnata in Dark Material. Nella sezione “Aufführungen”, lo spazio di “Theaterheute” rivolto alle recensioni delle principali novità prodotte nei paesi di lingua tedesca, emerge il goethiano Faust I, in scena al Deutsches Theater di Weimar in una versione ricca di suggestioni e citazioni americane confezionata dalla regia di Hasko Weber, nuovo intendente dello stesso teatro, e interpreta in modo pregevole da Lutz Salzmann (Faust) vestito in frac, Sebastian Kowska (Mefistofele), Birgit Unterweger (Marta).

Il Deutsches Theater di Berlino segue la strada dello scavo della visione politica tracciata nelle pieghe narrative del testo. E’ quanto caratterizza la messinscena di Demetrius da parte di Stephan Kimmig che, nel disegnare i protagonisti schilleriani, allude a Bush e Obama, secondo l’interpretazione esibita sul palcoscenico da Judith Hofmann, Michael Goldberg, Natalia Belitski, Felix Goeser. Analogamente in Hieron di Mario Salazar lo stesso regista approfondisce con tinte grottesche il tema del liberismo. Jürgen Kuttner e Tom Kühnel in Agonie si occupano della rivoluzione russa e trasformano il declino dello zar Nicola II in metafora di un certo capitalismo oggi ancora imperante. Tra gli interpreti si sono distinti Jörg Pose e Katharina Marìe Schubert. Il teatro di marionetta (“Puppentheater”) mantiene ancora oggi una sua capillare diffusione in area tedesca, tanto che da un paio d’anni prestigiosi teatri di Germania hanno iscritto nelle loro programmazioni diversi spettacoli, come il Residenztheater di Monaco e lo Schauspiel di Hannover. Maestro del genere è Florian Loycke, al quale “Theaterheute” dedica un interessante profilo artistico.

Con l’intervista Markus Joss, docente titolare di una cattedra dedicata proprio alle marionette, ci si addentra nella storia e nei segreti artigianali necessari per la realizzazione di questi preziosi oggetti scenici. Segue un dettagliato resoconto artistico della diciottesima edizione del Figurentheaterfestival di Norimberga, impreziosito dalla partecipazione di riconosciuti artisti quali la francese Compagnie Beau Geste, i belgi Grace Ellen Barkey & Needcompany, Puppentheater Halle. Il testo pubblicato in versione integrale in questo numero della rivista berlinese è 5 morgen (life is a remix) di Fritz Kater, recentemente trasferito da Armin Petras sul palcoscenico dello Staatstheater di Stoccarda.

di Massimo Bertoldi


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